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Jagiello a GOAL: "Gilardino mi ha sorpreso, se segno il goal promozione esco dallo stadio"

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"Se all'ultima giornata contro il Bari il mister mi fa giocare e segno il goal promozione non so cosa faccio: forse esco dallo stadio. E' il mio sogno".

In Serie B sono due le forze del campionato, su tutte: il Frosinone, in vetta, e il Genoa di Alberto Gilardino, che segue la formazione di Fabio Grosso conquistando punti su punti grazie alla consapevolezza e alla forza delle idee. E non era cosa semplice se si pensa a come era partito il "Grifone", con Alexander Blessin.

Tra i protagonisti di questa parte di stagione in cadetteria c'è sicuramente Filip Jagiello, uno che un goal pesante l'ha propiziato, due stagioni fa contro il Lecce in Serie A, regalando a conti fatti la salvezza ai rossoblù. Di tempo ne è passato e dopo i prestiti al Brescia il centrocampista polacco è ritornato alla base, diventando fondamentale per il "Gila".

"Mister Gilardino è soprattutto una persona tranquilla: facciamo le cose che chiede e vediamo che quello che dice succede veramente. Mi ha sorpreso tanto perché non lo conoscevo e posso dire che è uno dei migliori allenatori che abbia avuto nella mia carriera. Poi ascolta quelli più grandi: Strootman o Badelj. Non è un mister che si chiude nelle sue idee".

Intervenuto a B Italian, il format Twitch di GOAL Italia sulla Serie BKT, Jagiello ha raccontato il Gilardino allenatore, ma anche il rapporto con la piazza, "la migliore d'Italia" per il polacco.

"I nostri tifosi, i genoani, dopo aver visto tutte le tifoserie tra Serie A e B penso siano la migliore tifoseria in Italia: quando giochiamo in casa lo stadio è sempre pieno. E' una roba bellissima. Non conoscevo prima i tifosi, né la struttura dello stadio, ma il Ferraris è un impianto che ti spinge sempre. Sembrano solo parole, ma quando entri in campo e vedi quei tifosi ti senti spinto a fare qualcosa in più".

Non servono, poi, particolari motivazioni: sin dal giorno della retrocessione, avvenuta nella passata stagione, l'obiettivo è stato quello del ritorno in Serie A.

"Dal primo giorno sappiamo per cosa giochiamo in questa stagione, che l'obiettivo è quello di tornare in Serie A: mettere più pressione a noi non serve perché sappiamo per quale maglia giochiamo. Siamo a Genova, una piazza importante con grandi tifosi. Mister Gilardino ha messo davvero tranquillità. E poi qua non ci sono giocatori fenomeni: com'è che si dice? Uno per tutti, tutti per uno".

La prima foto del profilo Instagram di Jagiello è un'immagine che lo ritrae con un paio di scarpe: è il 30 gennaio 2015 e il polacco è appena stato promosso in prima squadra al Lubin. E' cambiato tanto nella carriera del giocatore del Genoa.

"Da quel momento ho giocato in prima squadra, sì: sognavo sempre di giocare nel grande calcio. Non avrei mai pensato di trovarmi a Genova o in un altro Paese: volevo solo giocare a calcio. Sono veramente felice qui al Genoa: nei primi anni non è stato semplice perché la lingua e la cultura erano diverse. Al primo anno, dopo sei mesi, c'è stato il Covid, ma mi hanno aiutato in tanti: "Cuti" Romero, Sanabria, Zapata. Stavo sempre con loro. Se speravo di sfidare Romero ai Mondiali? L'ex allenatore della Nazionale mi ha chiamato quando ero al Brescia, ma a fine stagione non stavo benissimo. Sapevo che non sarei stato convocato: ero contento di vedere "Cuti" giocare contro la Polonia, ma avrei preferito vincere".

Scherza, fissando il suo obiettivo: il goal promozione, una promessa rivolta al prossimo futuro. Il tempo scorre, ma quella gara contro il Bari dell'ultima giornata è già stata cerchiata sul calendario.

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