La Germania, come luogo di nascita, la Sicilia come terra natìa: poi il Veneto e le altre regioni visitate per lavoro. Vincenzo Italiano è una mescolanza di esperienze e luoghi, tutti impressi nel suo cuore.
A Firenze, però, ha trovato modo e motivo per far bele, esportando la bellezza del suo calcio e trasferendola alla Fiorentina.
"Nella mia prima conferenza avevo dichiarato che la bellezza di questa città merita una squadra coraggiosa e che proponga un calcio che faccia divertire e che rispecchi la bellezza di questa città".
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Intervenuto ai microfoni diDAZN, Italiano ha commentato la sua prima stagione sulla panchina della Fiorentina, culminata con la qualificazione in Europa.
"Abbiamo risvegliato l'entusiasmo dei fiorentini: vogliamo far divertire la gente, e ci siamo riusciti. La viola per i Fiorentini è una ragione di vita. A Firenze la gente è malata di questa squadra ed è bellissimo. Mi dicono spesso che continuano a nascere bambine chiamate “Viola” e che l’umore della città dipende dalle prestazioni della Fiorentina".
Il calcio è sempre stata la sua più grande passione: il resto, tradizioni comprese, viene dopo.
"Non ho mai immaginato altro che il calcio. Ogni tanto ci penso e mi chiedo tra me e me: 'Ma è possibile non avere nessun’altra passione a parte il calcio?'. Ogni tanto mi dedico alla pesca in apnea, perché è una tradizione dalle mie parti: mi aiuta a dimenticare tutto il resto".
Da calciatore era un leader di centrocampo, disegnando geometrie e aiutando la squadra a ragionare: elementi che ha portato anche in panchina.
"Ho fatto il centrocampista per tanti anni e in un certo senso già quel ruolo del campo ti prepara per diventare allenatore. Piano piano questa vocazione è cresciuta dentro di me: igiorni delle partite sono le giornate più difficili da vivere, già dalla mattina mi chiedo se funzionerà la formazione che metto in campo ed è una cosa che sai solo dopo che finisce la partita. Per me è il lavoro migliore del mondo".
Due le figure che, tra le altre, hanno rappresentato tanto per Italiano, tra passato e presente: Malesani e Commisso.
"Alberto Malesani è stato grande fonte d’ispirazione per la mia scelta di diventare allenatore: è stato importante sia in campo che fuori. Nel 2001 già proponeva un calcio all’avanguardia e tanta della mia metodologia si basa su quello che mi ha insegnato a Verona. Commisso è un Presidente molto attento: ama profondamente la Fiorentina ed è sempre presente".


