Pubblicità
Pubblicità
Heinrich FiorentinaGetty Images

L''Ispettore Heinrich': il colpo voluto da Trapattoni per la sua Fiorentina

Pubblicità
Archivio StorieGOAL

E’ il 27 ottobre del 1999 e la Fiorentina è impegnata a Wembley contro l’Arsenal in una sfida di Champions League destinata ad entrare nella storia. Almeno in quella del club gigliato.

Al 75’ Aldo Firicano con un grande intervento in scivolata prima disinnesca un tentativo di inserimento per vie centrali di Vieira e poi, una volta ricevuto nuovamente il pallone che intanto è stato toccato da Rossitto, Adani e Rui Costa, ha la lucidità di premiare la corsa di Jorg Heinrich che, abbandonata la sua posizione di esterno sinistro, si è involato verso l’area dei Gunners per poi servire Gabriel Omar Batistuta. Il resto è arte.

Il fuoriclasse argentino si allarga a destra per lasciare sul posto Winterburn e con una cannonata da posizione impossibile batte Seaman per lo 0-1. E’ la prodezza che regala ai giocatori viola la vittoria e che li consegna agli annali come i ‘Leoni di Wembley’.

Quando oggi si racconta la carriera di Batistuta, ma anche la storia recente della Fiorentina e i suoi momenti più alti, le immagini di quel goal non possono mancare. E Heinrich un ruolo da protagonista, in quella manciata di secondi da brividi, se lo è guadato con pieno merito.

Senza quel suo taglio centrale, quello scatto e quell’assist, il fuoriclasse argentino mai avrebbe regalato al mondo una delle sue gemme più preziose in assoluto.

Quella di Jorg Heinrich è stata una carriera incredibile, che si è sviluppata in maniera totalmente anomala. E’ approdato alla Fiorentina nell’estate del 1998, quando era già vicino a compiere 29 anni. Eppure, nonostante la sua non più verdissima età, il suo passaggio in viola è avvenuto paradossalmente dopo un’ascesa fulminea.

Fino a solo quattro anni prima, dell’Heinrich calciatore non si sapeva praticamente nulla. Nato nel 1969 nella Germania dell’Est, ha bazzicato per buona parte della sua carriera le serie minori tedesche ed i campionati della ex DDR, prima di compiere il grande salto. E’ partito dalla BSG Motor Rathenow, la squadra della sua città, poi si è trasferito all'FC Vorwarts, è tornato a casa e in seguito si è legato al BSG Chemie Velten.

Nel 1990 ha firmato con il Kickers Emden per la sua prima avventura in quella che fino a poco tempo prima era l’’altra Germania’ e sarà solo nel 1994, quando verrà eletto miglior giocatore della Oberliga, ovvero il quinto livello del calcio tedesco, che per lui arriverà realmente la svolta. Il Friburgo decide infatti di scommettere su di lui investendo 100mila marchi per il suo cartellino ed Heinrich così, a 25 anni, ha finalmente la possibilità di esordire in Bundesliga.

La corsa per arrivare al calcio che conta è stata di quelle tortuose, ma di lì in poi per quel terzino semisconosciuto, il discorso si farà incredibilmente in discesa. Nelle sue due uniche stagioni vissute con i ‘Breisgau-Brasilianer’ si imporrà come uno dei più forti giocatori tedeschi, entrerà a far parte del giro della Nazionale maggiore (esordirà in un 2-0 contro l’Italia nel giugno del 1995) e nel 1996 verrà acquistato dal Borussia Dortmund.

Diventato fin da subito un beniamino del Westfalenstadion, nel giro di un anno e mezzo vincerà una Supercoppa di Germania, il suo primo campionato, una Champions League giocando alla grande nella finale contro la Juventus (e la cosa lo renderà ancor più simpatico al popolo viola) ed infine una Coppa Intercontinentale (con Nevio Scala in panchina).

Jörg Heinrich Borussia Dortmund 21091996Getty Images

In due stagioni mette in bacheca tutto ciò che un giocatore può sognare e nel 1998, dopo essere stato tra i migliori giocatori della Germania a Francia ’98, si riscopre essere uno dei profili più ambiti dell’intero panorama calcistico europeo.

Sul biondo esterno tedesco si fiondano Inter, Parma e Fiorentina, ma mentre i meneghini e i ducali si arrendono di fronte alle prime richieste del Borussia Dortmund, il club di Cecchi Gori decide di provarci con maggiore insistenza.

Giovanni Trapattoni è infatti alla ricerca di giocatori esperti e che sappiano che cosa vuol dire vincere e, nel corso della sua avventura al Bayern, è rimasto letteralmente folgorato da quel terzino che David Beckham descriverà anni dopo in una sua autobiografia come “Il calciatore contro il quale è stato più difficile in assoluto giocare”.

Il Borussia spara alto, ovvero 25 miliardi di lire, ma ci sono i margini per trattare. I colloqui tra le parti vanno avanti per settimane finché la Fiorentina non riesce a chiudere per una cifra elevata, ma più alla portata: 16 miliardi. Heinrich, nel momento stesso in cui appone la firma sul contratto che lo legherà ai viola, diventa il giocatore tedesco più costoso dell’intero XX secolo. Un record che ovviamente nessuno gli potrà mai portare via.

“Molti non sanno che quella spesa per me fu la cifra più alta mai pagata per un giocatore tedesco all’epoca, e tra l’altro io ero un difensore. Lavorare con Giovanni Trapattoni fu un qualcosa di unico. Mi volevano anche l’Inter, il Parma e l’Arsenal, ma venni convinto dal fatto di essere stato fortemente voluto da colui che era riconosciuto come uno dei più grandi allenatori al mondo. Arrivai in una squadra piena di leggende”.

La Fiorentina nella quale approda Heinrich è effettivamente una delle squadre più forti d’Italia. I viola sembrano avere tutto per vincere e Trapattoni rappresenta una certezza importante da questo punto di vista. Heinrich impiega un po’ di tempo per adattarsi al calcio italiano, ma si impone fin da subito come un elemento imprescindibile, tanto che al suo primo anno gioca trentatré partite su trentaquattro da titolare in un campionato perso solo a causa di un infortunio occorso a Batistuta e della voglia irrefrenabile di Edmundo di partecipare al Carnevale di Rio.

“Fu un periodo meraviglioso - ha raccontato Heinrich a SPOX - ho solo ricordi positivi. Arrivai in una squadra nella quale c’erano stelle di caratura mondiale come Batistuta, Edmundo, Mijatovic, Chiesa, Rui Costa e Toldo. Quando scendevo in campo con quel tipo di leggende, sapevo di aver fatto tutto bene”.

Heinrich alterna grandi prestazioni ad altre meno brillanti, ma viene molto apprezzato dai tifosi gigliati e ben presto si guadagna un soprannome particolare: l’Ispettore.

In quegli anni in Italia c’è una leggendaria serie TV tedesca, ‘L'ispettore Derrick’, che quotidianamente entra nelle case di milioni di italiani e l’esterno tedesco diventa ‘L'ispettore Heinrich’ per un motivo ben preciso: così come il personaggio interpretato da Horst Tappert riesce sempre a risolvere i casi che gli vengono affidati, Heinrich spesso riesce a risolvere le partite nei minuti finali con un goal o con un assist vincente. Proprio come farà nell’ottobre del 1999 a Wembley.

Jorg Heinrich FiorentinaGetty

La sua seconda stagione in riva all’Arno sarà anche l’ultima. La Fiorentina infatti entrerà in una nuova fase della sua storia, quella nella quale non potrà più permettersi di trattenere i suoi campioni. Quella che di lì a poco la spingerà fino al fallimento.

“Sfortunatamente la Fiorentina ebbe problemi economici - ha raccontato ancora a SPOX - e fu costretta a cedermi nonostante avessi ancora un contratto di due anni. Il mio ex compagno di squadra Matthias Sammer nel frattempo era diventato l’allenatore del Borussia e appena saputo della mia situazione mi chiamò. Mi voleva anche il Bayern, ma per giocare a destra, io preferii allora tornare a Dortmund per giocare ancora a sinistra”.

Jorg Heinrich ha giocato in tutto ottantasette partite con la maglia della Fiorentina, condite da cinque goal e sei assist. Tanto gli è bastato per meritarsi un angolo nel cuore dei tifosi viola ed un posto tra i ‘Leoni di Wembley’.

La cosa non sorprende visto il tempo che ha impiegato per arrivare dalla periferia del calcio tedesco al tetto del mondo. Una carriera vissuta tutta d’un fiato correndo su e giù lì a sinistra, da dove poteva sfornare quei cross necessari per risolvere le partite e svestire i panni del terzino per vestire quelli dell’’Ispettore Heinrich’.

Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0