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Speaker's corner Inter gfxGoal/Getty Images

Inter, troppi rimpianti negli scontri diretti: così la strada per lo Scudetto si fa in salita

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Quando i rimpianti iniziano a diventare troppi, spesso è troppo tardi per rimediare. Non sappiamo se questo teorema potrà essere applicato anche all' Inter 2021-2022, ma i 7 punti che separano i nerazzurri dalla vetta della classifica, seppur non rappresentino un divario incolmabile, con il trascorrere delle settimane iniziano a diventare un gap significativo.

E, come detto, i 7 punti che mancano ai Campioni d'Italia in carica sono spesso frutto di rimpianti. Ancora una volta, infatti, la squadra di Simone Inzaghi crea, crea, crea e non trasforma. Lautaro sbaglia un rigore, Barella viene fermato sulla linea, Vidal si impappina... e alla fine i 3 punti nel derby non arrivano, pur dopo aver dominato per più di un'ora. E anzi, un Milan mai domo, per poco non riesce a portarsi a casa l'intera posta in palio nel finale.

Ma stando a quanto visto nel primo tempo (forse qualcosina in più!), per l'Inter si tratta di un'altra occasione sprecata. Era già successo contro la Juventus, due settimane fa. In quell'occasione i nerazzurri, più che divorarsi occasioni da goal, avevano visto svanire i tre punti nel finale, con un ingenuità di Dumfries costata il rigore dell'1-1. Anche in quel caso, però, in molti hanno rimproverato a Dzeko e compagni la mancanza di quel killer instinct che fa parte proprio del DNA delle squadre vincenti. Del resto, la Juve vista a San Siro non aveva certo impressionato e i nerazzurri avrebbero dovuto provare a infliggere il colpo del ko.

Anche contro l'Atalanta, proprio come accaduto contro il Milan, l'Inter si portò dietro il rimpianto di un rigore fallito. Quella volta fu Dimarco a graziare i bergamaschi, stavolta Lautaro a farsi ipnotizzare da Tatarusanu. Errori che fanno parte del gioco, ma che iniziano a pesare nell'economia della classifica.

Gli sprechi, dicevamo. Come non citare allora Inter-Real Madrid, gara letteralmente dominata dai nerazzurri ma poi vinta dagli spagnoli, o Shakhtar-Inter, terminata 0-0 e con i nerazzurri padroni della gara per quasi tutti i 90', ma sempre imprecisi sotto porta.

La mancanza di Lukaku si sta facendo sentire? Innegabile e prevedibile. Quella di Hakimi? Forse ancor di più, nonostante le buone prove offerte da Darmian, al quale però manca quello strappo che tante volte ha permesso ai nerazzurri versione 2019-2020 di mettere in ghiaccio le partite con perfette ripartenze. Ma, tra tutte, è l'assenza di Antonio Conte quella che si nota di più.

Sia chiaro, non si tratta di una critica all'operato di Simone Inzaghi: la sua Inter gioca bene, diverte e probabilmente è anche più bella da vedere rispetto a quella guidata dal suo predecessore, ma ai suoi ragazzi sembra mancare quella cattiveria sportiva che l'allenatore capace di riportare lo scudetto a Milano era riuscito a trasmettere.

Speakers CornerGoal

Questa Inter ne ha bisogno. Perché se nelle sfide con avversarie di pari livello o quasi, la squadra di Simone Inzaghi ha raccolto 3 pareggi (Atalanta, Juventus e Milan), 2 sconfitte (Lazio e Real Madrid) e nessuna vittoria, c'è sicuramente qualcosa su cui lavorare. E certamente se negli scontri diretti sprechi troppe occasioni da goal, alla fine la paghi. E a caro prezzo.

Per provare ad iniziare una scalata verso la vetta della classifica c'è bisogno di essere spietati e di raccogliere l'intera posta in palio nelle gare più delicate e, a questo proposito, il calendario offre all'Inter l'occasione migliore: a San Siro, subito dopo la sosta, arriverà il Napoli. Ma fallire l'ennesimo confronto diretto potrebbe pesare parecchio.

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