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Milito Motta InterGoal

Milito e Motta all'Inter, che affare: pagati solo 18 milioni grazie ad Acquafresca e Bonucci

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L'estate, nel calcio, è per molti aspetti la stagione più importante: è lì che si programma la nuova stagione, che si cerca di realizzare le strategie messe a punto nei mesi precedenti per costruire una squadra in grado di raggiungere gli obiettivi.

L'estate 2009, nel caso dell' Inter, è quella della svolta, del grande passo verso l'élite del calcio europeo; con Mourinho in panchina i nerazzurri hanno da poco vinto il loro 17esimo Scudetto, ma i trionfi in territorio italico non bastano più a Moratti che compie l'ennesima rivoluzione del parco giocatori puntando sui due leader tecnici del Genoa finito sorprendentemente al quinto posto: Thiago Motta e Diego Milito.

In realtà l'accordo tra Moratti e Preziosi è perfezionato addirittura prima della fine del campionato, quindi a conclusione della primavera, ma questo è un dettaglio che conta relativamente di fronte all'importanza che quell'operazione ha avuto per i nerazzurri: l'argentino e l'italo-brasiliano, tango e samba per l'assalto alla Champions, più sogno che ossessione come dirà in seguito Mourinho. A darne l'annuncio è il presidente genoano il 20 maggio 2009.

"Ho incontrato Moratti a colazione e abbiamo raggiunto un accordo. E' stata una scelta dolorosa, ringraziamo i giocatori per tutto quello che hanno fatto quest'anno. Contropartite? Vi dico solo il nome di Acquafresca".

Al Genoa vanno 40 milioni distribuiti tra parte economica e ben cinque contropartite: oltre al già citato Acquafresca, in Liguria finiscono pure Bolzoni, Fatic, Meggiorini e Bonucci, quest'ultimo poi ceduto dal 'Grifone' in comproprietà al Bari. Il più valutato del lotto è Acquafresca (11 milioni), all'epoca grande promessa del calcio italiano e tra i migliori attaccanti del campionato con la maglia del Cagliari, prima del declino che lo ha reso uno svincolato di lusso dopo la fallimentare esperienza in Svizzera al Sion.

Robert Acquafresca - BolognaGetty

Col senno di poi, un affare con la 'A' maiuscola per Moratti che per assicurarsi i due nuovi gioielli sborsa 'solo' 18 milioni, con i restanti 22 coperti interamente dai cinque 'agnelli' sacrificati sull'altare del 'Triplete' che diventerà una stupenda realtà da lì a dodici mesi. Un sacrificio che, però, in un primo momento appare eccessivo agli occhi dell'opinione pubblica che non risparmia critiche alla dirigenza nerazzurra per aver acconsentito - forse con troppa superficialità - all'addio di cinque giocatori in rampa di lancio, dei quali il solo Bonucci sarebbe poi diventato un campione affermandosi con la maglia della Juventus e della Nazionale.

Da parte dell'Inter, invece, la convinzione di aver agito strategicamente in maniera eccellente per regalare a Mourinho due professionisti di primo livello e, soprattutto, già pronti per affrontare le grandi sfide che nei mesi successivi avrebbero interessato il 'Biscione' in Italia e in Europa. Una certezza certificata anche dalle parole pronunciate dal ds Piero Ausilio in tempi non sospetti, per nulla pentito di quell'operazione che tutt'ora occupa un posto importante nella memoria del tifo interista.

"Grazie a Bonucci, Acquafresca, Bolzoni, Fatic e Meggiorini abbiamo speso solo 18 milioni per acquistare Milito e Thiago Motta, a fronte di una richiesta di 40 da parte del Genoa. Mi spiace per Bonucci, a cui voglio molto bene, ma quell’anno abbiamo vinto il Triplete".

Leonardo Bonucci BariGetty Images

Nessuno di quei cinque riuscirà ad imporsi a Genova: Bonucci, Bolzoni e Meggiorini non vestiranno mai la maglia rossoblù, mentre Acquafresca e Fatic raccoglieranno rispettivamente 10 e 11 presenze a testa senza brillare. L'esatto opposto di Milito e Motta che, fin da subito, si rivelano titolari inamovibili per Mourinho: indimenticabile il derby col Milan del 29 agosto 2009 in cui vanno entrambi a segno con il loro primo goal nerazzurro, dei quali quello dell'ex Barcellona è ancora oggi ricordato come uno straordinario condensato di gioco di squadra e tecnica sublime, un inno al bel gioco che non sempre si è visto nel calcio per molti versi attendista dello 'Special One'.

Solo 18 milioni per scrivere pagine di storia passata e recente, ai quali si aggiungerà anche l'operazione Eto'o - approdato a Milano in cambio di Ibrahimovic e 49 milioni di conguaglio in favore dell'Inter - e l'arrivo di Lucio, colonna difensiva del Bayern Monaco e capitano del Brasile, prelevato per poco più di 5 milioni. Per chiudere, infine, con l'acquisto di Sneijder a pochi giorni dalla fine di un mercato coi fuochi d'artificio, utile per gettare le basi di un'impresa leggendaria e progettata nei minimi particolari a partire da un caldo pomeriggio di fine maggio: quando non è ancora estate, ma poco importa.

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