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Romelu Lukaku Inter LioneYou Tube

L'Inter crea e Lukaku si sblocca, ma la fase difensiva è da rivedere

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Le amichevoli precampionato servono a questo, in fondo: a consegnare segnali importanti, sia in positivo che in negativo. Simone Inzaghi li ha registrati tutti, "salvandoli" in quell'hard disk metaforico su cui di solito si lavora durante l'anno.

La sua Inter è ancora un progetto in evoluzione che riparte dalle fondamenta della scorsa stagione, importanti e consolidate, e che aggiunge elementi nuovi, fondamentali per il definitivo salto in alto.

C'è da dire, comunque, che il bottino nelle amichevoli, fin qui, è abbastanza magro: una sola vittoria, alla prima, contro il Lugano, poi il pari contro il Monaco, la sconfitta in extremis contro il Lens e l'altro pareggio, l'ultimo, a Cesena contro il Lione.

Proprio quest'ultimo ha confermato sostanzialmente quanto visto nelle precedenti gare, con due concetti chiave da affrontare. Il primo relativo alla fase offensiva, il secondo riguardante quella difensiva.

Partendo dalle occasioni create non si può certo dire che i nerazzurri creino poco: al di là della sfida contro il Lione, anche nelle uscite passate i ragazzi di Inzaghi hanno prodotto dei pericoli dalle parti del portiere avversario. Manca il cinismo? La lucidità? No: è estate, ci sta.

Il nome che spicca, comunque, nella serata di Cesena è quello di Romelu Lukaku, che oltre a essersi sbloccato con il goal del momentaneo 1-2, un colpo di testa chirurgico, sintesi di forza fisica e posizionamento, si è fatto trovare pronto in più circostanze, raccogliendo i suggerimenti dei compagni e partecipando alla manovra.

Il feeling con Lautaro Martinez, ovviamente, è rimasto quello dei tempi d'oro dello Scudetto di Antonio Conte: in questo senso la differenza con Edin Dzeko è palese, pur consapevoli della differenza di caratteristiche tra i due.

Importante anche la capacità dell'Inter di portare numerosi giocatori nell'ultima trequarti: e in quel caso sì, bisognerà parlare di lucidità da acquisire, per non sbilanciarsi troppo.

La fase difensiva, però, pecca ancora in qualcosa. E' vero che nell'undici iniziale Inzaghi ha schierato D'Ambrosio, De Vrij e Bastoni, e che proprio l'assetto della retroguardia è quello che, tra tutti, dà i suoi frutti col passare delle settimane, ma rimangono tante le occasioni concesse agli avversari.

Una tendenza in linea con le precedenti amichevoli, che hanno portato l'Inter a rincorrere il risultato: spunti importanti su cui lavorare, insomma. Non manca tantissimo all'inizio della stagione, ma c'è tempo.

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