Ciò che era un fiore all'occhiello si è improvvisamente trasformato in problema da risolvere al più presto: strappa un sorriso il fatto che l'Inter, migliore attacco della Serie A con 55 reti, non segni dal 12 febbraio, dall'1-1 siglato da Dzeko in quel di Napoli.
Da allora la squadra di Simone Inzaghi ha fatto registrare una netta involuzione nella fase offensiva: se chiudere senza goal contro dei colossi come il Liverpool può anche starci, diverso è il discorso se parliamo di Sassuolo e soprattutto del pericolante Genoa, penultimo in classifica e in condizioni disperate.
Lo stesso Inzaghi lo ha fatto presente al termine della sfida del 'Ferraris': tantissimi tiri nelle ultime due gare ma nessun acuto. Sfortuna? Forse - le parate di Consigli e la traversa di D'Ambrosio in Liguria avvalorano la tesi - ma anche chiari passi indietro in quelli che sono i meccanismi offensivi oliati su misura a inizio stagione.
A parlare è un dato che la dice tutta: sono diventate 53 le conclusioni tentate di fila senza segnare, ad un passo dal record di 54 fatto registrare nel febbraio 2019 quando, così come nella situazione attuale, il goal non arrivò in due impegni consecutivi in campionato. Bisogna tornare al febbraio 2018, invece, per trovare un'Inter così in difficoltà e orfana dei tre punti per quattro uscite di fila: allora furono addirittura otto le partite senza gioire.
L'impressione, in particolare, è che non ci sia una coppia d'attacco a prevalere sull'altra nelle scelte del tecnico nerazzurro, ieri affidatosi a Sanchez e Dzeko dal primo minuto: se la prova del bosniaco è stata encomiabile soprattutto dal punto di vista del sacrificio e dell'appoggio per i compagni, quella del cileno può essere tranquillamente bollata come 'dimenticabile'. Inzaghi ha preferito rinunciare a Lautaro e alla sua immensa voglia di sbloccarsi in campionato nel 2022: effettivamente il 'Toro', a partire dal suo ingresso in campo nella ripresa, ha creato molti più pericoli rispetto all'ex Arsenal, e il dubbio se fosse stato meglio puntare su di lui fin dal principio attanaglia e non poco i tifosi.
Inzaghi ha giustificato questa scelta facendo riferimento ai tanti impegni ravvicinati, a partire dal derby di Coppa Italia valido per l'andata delle semifinali in programma martedì sera che rischia di rappresentare la svolta, in un senso o nell'altro, per la stagione interista.
Inzaghi - che dal fedelissimo Caicedo ieri non ha avuto risposte confortanti - spera di ritrovare presto l'estro di Correa, out da più di un mese: la freschezza tecnica dell'argentino potrebbe essere un toccasana per rivitalizzare un reparto rimasto intrappolato nelle sabbie mobili di una mediocrità che, senza fare troppi giri di parole, si fa fatica a commentare.
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