Quando a San Siro, mercoledì 19 aprile, il direttore di gara sancirà la fine delle ostilità, facendo calare il sipario sulla gara di ritorno dei quarti di finale contro il Benfica, sarà di nuovo tempo di analisi, in qualsiasi caso: perché se c'è un tema ricorrente, in casa Inter nell'ultimo periodo, quello è senz'altro relativo alla riflessione.
Si riflette, si dialoga, come avvenuto nell'immediato post-partita della sfida persa contro il Monza, l'undicesima in campionato in questa stagione dei nerazzurri in Serie A: troppe se ti chiami Inter. Troppe se punti a una qualificazione alla prossima Champions League.
Una Champions che sì, vede protagonista la formazione di Simone Inzaghi, ma che arriva a una sorta di "punto di non ritorno": quanto costruito al Da Luz, con uno 0-2 che proietta l'Inter a un'impresa meno ardua di quello che ci si aspettava, non basta a controbilanciare un rendimento ben al di sotto delle aspettative in campionato. E la sensazione è che non possa bastare se, poi, una volta giunti in semifinale i ragazzi di Inzaghi uscissero dalla competizione.
In termini economici pesa, e tanto, una qualificazione alla prossima edizione della Champions: non ci sarebbe neanche bisogno di precisarlo. Ma pesa più di una prestigiosa qualificazione in semifinale della più importante competizione europea, la prima dopo 13 anni? Dal punto di vista simbolico ovviamente non ci sono dubbi. Poi bisogna fare "i conti" (in tutti i sensi) con la realtà.
I nerazzurri sono sì in corsa per un posto tra le prime quattro in Serie A, ma il -5 dalla Roma terza non fa dormire sonni tranquilli a una formazione che ha perso quattro gare (e come le ha perse, soprattutto) nelle ultime cinque, e che ha raccolto lo stesso numero di sconfitte del Torino, che occupa l'undicesima posizione.
Per questo motivo, all'inizio della settimana più importante, i temi da affrontare sono diversi: in primis il destino di Simone Inzaghi, che a questo punto potrebbe aver compromesso il cammino verso la sua permanenza sulla panchina dell'Inter, salvo miracoli in Champions League. Le riunioni post-Monza sono emblematiche.
L'altro dubbio riguarda il futuro di Romelu Lukaku: più volte il direttore nerazzurro Beppe Marotta ha puntualizzato che a fine stagione il belga sarebbe tornato al Chelsea, prima di discutere di un possibile nuovo rientro a Milano. Nelle ultime ore, però, sembra che in estate un nuovo viaggio verso l'Italia possa non concretizzarsi.
Un po' per il rendimento, anche questo al di sotto delle attese, un po' per i conti (l'ingaggio di Lukaku incide) e un po' per progettualità, l'Inter potrebbe virare su altri profili per l'attacco: è il tempo delle riflessioni, ancora una volta, in casa nerazzurra. Il Benfica, poi di nuovo il campionato con l'Empoli al Castellani. Tutto decisivo.
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