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L'Inter si gode Bastoni, il ragazzo prodigio che ha spodestato Godin

Arrivare in una grande squadra come l'Inter a soli 18 anni non è impresa di poco conto, soprattutto per un difensore: forse è per questo motivo che Alessandro Bastoni ha dovuto attendere due anni prima dell'esordio col 'Biscione', attesa ripagata dalla fiducia nutrita nei suoi confronti da Antonio Conte e dal club che non ha battuto ciglio prima di mettere sul piatto i 31 milioni necessari per l'acquisto, cifra scoperta solo successivamente con la pubblicazione del bilancio.

Già dai tempi dell'Atalanta si parlava con termini entusiastici delle prospettive di carriera del classe 1999: tanti i paragoni con i grandi del passato, tutti da dimostrare e rafforzare a suon di prestazioni all'altezza che al Parma prima, e all'Inter poi, hanno eretto Bastoni sul piedistallo del puro talento.

In Emilia ha trovato un allenatore come D'Aversa che ha saputo concedergli la giusta dose di stima, affidandogli un posto tra i due centrali difensivi del 4-3-3 solitamente utilizzato: una stagione - la 2018/2019 - tutto sommato positiva al netto di qualche svarione come il fallo di mano abbastanza 'comico' commesso durante il match contro il Milan a San Siro, proprio quello che sarebbe diventato il suo stadio da lì a poco tempo.

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Un prestito produttivo per Bastoni, tornato all'Inter inizialmente in veste di pedina di scambio per operazioni di mercato altisonanti, fino a diventare un pezzo (quasi) inamovibile dello scacchiere di Conte: proprio il tecnico salentino ha intravisto in lui doti da leader non solo di rimessa ma anche tecniche, merito di un sinistro educatissimo che può risultare utile pure in fase offensiva.

Roberto Gagliardini Alessandro Bastoni Inter Genoa Serie AGetty

Senza dimenticare l'abilità di inserimento sui palloni alti che gli ha permesso di realizzare il suo primo goal in Serie A con la maglia dell'Inter lo scorso 19 gennaio, sul campo di un Lecce che poi riuscirà a pareggiare grazie a Mancosu. Una rete che non è valsa i tre punti, ma qualcosa di più importante: un attestato di stima grande così che ha portato Conte a preferirlo spesso e volentieri ad un certo Diego Godin, capitano dell'Uruguay e, fino a qualche mese fa, dell'Atletico Madrid.

"Alessandro ha delle caratteristiche precise: deve migliorare in quanto a cattiveria, ma ha gioco e personalità. Sa benissimo della stima che io e i suoi compagni abbiamo per lui. E' un patrimonio del calcio italiano, può diventare una colonna dell'Inter dei prossimi anni".

Delle 17 presenze collezionate da Bastoni, ben 14 sono arrivate dal primo minuto e quasi tutte a scapito del campione uruguaiano, costretto a guardare il giovane collega dalla panchina come mai gli era capitato nel corso di una carriera costellata di successi. Zero ancora i gettoni accumulati in Champions League, dove Conte ha scelto di affidarsi all'esperienza da vecchio lupo di mare di Godin, più che mai fondamentale in una competizione il cui trionfo è determinato dai singoli dettagli.

Bastoni si è potuto consolare con il quarto d'ora finale concessogli contro il Ludogorets in Europa League, per nulla paragonabile alle sfide dal magico sapore europeo come quelle con il Barcellona che per lui sono rimaste un miraggio: avrà sicuramente il tempo di rimediare a questa mancanza negli anni a venire, quando dovrà reggere il peso della responsabilità difensiva sulle sue spalle. Già forti e robuste, nonostante un'età ancora giovanissima.

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