La Bombonera è in festa all'81', poi si ferma: batte sempre, come un cuore pulsante, ma per un attimo si gela il sangue. Ha pareggiato il River Plate ad Avellaneda: ed è una bella notizia. Ha pareggiato l'Independiente: e questa è una brutta notizia.
Perché vuol dire che il sentimento di gioia deve essere rimandato, innanzitutto: poi che gli ultimi 10 minuti sarebbero stati di passione e sofferenza, come nel più classico dell'epilogo di un campionato. E, infine, che il destino degli Xeneizes finisce nelle mani dei Millonarios. I rivali di sempre.
E' stata un'ultima giornata indimenticabile: una di quelle che finiscono dritte dritte nella storia epica di questo meraviglioso sport. E la Bombonera canta ancora più forte, per esorcizzare la paura.
Gli Xeneizes sono sul 2-2 contro l'Independiente: hanno segnato Guillermo Fernandez e Sebastian Villa, ma non sta bastando. Leandro Fernandez e Nicolas Javier Vallejo stanno trasmettendo il giusto quantitativo di paura al Boca.
Paura che diventa terrore, quando all'88' al Juan Domingo Peròn, "El Cilindro", Echavarria assegna un calcio di rigore al Racing per una leggera trattenuta di Herrera. Tra le proteste insolite del River: e sul dischetto va Galvan che prende la rincorsa, calcia, ma trova la parata di Armani. Il Boca è ancora in vita grazie ai suoi rivali.
Perché Gallardo saluta la sua squadra con una vittoria: un successo che arriva al 95' grazie al goal di Borja, che non esulta, ma che trasferisce il trofeo a Buenos Aires, pur dalla parte "sbagliata" della città.
Non l'avrebbe mai detto nessuno: come nessuno avrebbe mai potuto immaginarlo. Alla fine, però, è successo: il Boca Juniors di Hugo Ibarra è campione d'Argentina, nonostante il pari dell'Independiente. I nemici di sempre di un Racing che hanno sfiorato il titolo in una giornata che conferma che il calcio va oltre tutto, persino le rivalità storiche. Tra le lacrime e una Bombonera che batte dopo due anni, una volta in più.
