Al giorno d’oggi in rete si può trovare ogni tipo di archivio sportivo, ogni mezzo per conoscere i calciatori nei minimi dettagli tramite piattaforme specifiche che permettono di analizzare punti di forza e punti deboli, conoscere la storia di ogni singolo giocatore. Non serve fare nomi: chiunque nel calcio professionistico ha un sito o un software di riferimento a cui si affida quando deve andare alla scoperta di un calciatore. Insomma, sembra davvero impossibile che possa esistere un altro caso Gregoire Akcelrod. Un centrocampista semi-sconosciuto che è quasi riuscito a rimediare un contratto in una squadra che gioca le competizioni europee.
Il mito costruito intorno al francese, classe 1982, inizia nell’estate del 2009. In mezzo: il PSG, il CSKA Sofia e dei dirigenti decisamente poco attenti a ciò che stavano facendo. E un tifoso che ha smascherato quella che sembrava essere fino a quel momento una truffa in piena regola. Gregoire Akcelrod era semplicemente un centrocampista di medio-basso livello, perlopiù un dilettante del calcio. Innamorato del pallone, questo sì. Tifosissimo del PSG sin da piccolo. Che aveva iniziato a giocare da bambino contro la volontà del padre e poi più seriamente dai 17 anni, quando ha iniziato a impegnarsi per poter realizzare il suo sogno. Fino a quando un’intuizione ha cambiato la sua prospettiva, rendendolo sì un truffatore, ma enormemente rispettato nell’ambiente.
La carriera di Akcelrod è iniziata in Francia e si è sviluppata in Belgio e in Galles. Già a 18 anni aveva sostenuto il suo primo provino ‘finto’ con lo Swindon Town. Una spinta per provarci ancora e ancora. Nonostante la volontà fortemente contraria del padre, che di fatto lo ostracizzò dalla famiglia. Alternava il calcio ai turni da McDonald’s, fino a quando ha poi conquistato la chance di giocare per il PSG. Nel mentre, però, non aveva mai smesso di mandare curriculum in giro. Per la verità, finti curriculum, con tanto di articoli che ne elogiavano il talento. In realtà, come ha raccontato a ‘GGFN’, gli articoli non riguardavano lui, bensì Nicolas Anelka. Ma gli è bastato poco.
“Avevo 17 anni, volevo fare uno scherzo a degli amici e creare un sito, ho copiato un articolo su Anelka, in cui si scriveva di come fosse desiderato da tutti top club. Ho cambiato il nome mettendo il mio. Era molto professionale. Tutti i miei amici ci hanno creduto”.
Ma il suo sogno era il PSG. Nel 2006 si propose per giocare nella sezione dilettantistica del club, riuscendo a entrare. Nessuno lo conosceva e tantomeno nessuno immaginava che di lì a poco Akcelrod sarebbe stato più famoso anche di alcuni elementi della prima squadra. Giocava in quella che era la ‘squadra 3’, ma un infortunio alla prima partita lo costrinse a finire nella ‘squadra 5’, dove sarebbe rimasto per diversi anni. Un giorno, per caso, riuscì a entrare al Parco dei Principi. Con addosso una maglia del PSG che portava il suo nome. Di fatto, la svolta per i suoi finti curriculum.
“Avevo un'amica che lavorava al negozio dello stadio - ha raccontato a ‘PSG Community’ - un giorno sono andato a trovarla e mi ha permesso di andare in campo grazie al suo badge. Non me lo aspettavo assolutamente, ma appena me l’ha proposto ho colto l’occasione di comprare una maglia col mio nome e indossarla. Le ho chiesto di farmi delle foto davanti al tunnel d'ingresso dei giocatori. È stata una grande coincidenza”.
Una foto, ovviamente, è finita nel currriculum. Ed è stata inviata ad altri agenti internazionali, per non rischiare che in Francia qualcuno lo scoprisse. E nel giugno 2009, Akcelrod è stato contattato da alcuni dirigenti del CSKA Sofia per uno stage in Austria insieme alla prima squadra. Tre giorni in cui il centrocampista aveva fatto vedere ottime doti tecniche. In più, si portava dietro il ‘brand’ PSG nonostante il club parigino fosse ancora lontano dal range di top team europeo che ha raggiunto negli ultimi anni e culminato, pochi mesi fa, con l'arrivo di Messi all'ombra della Tour Eiffel.
PSG, appunto. Quello sbagliato, però. Quello degli amatori. I dirigenti pensavano comunque che sarebbe stato un colpo importante per il club bulgaro. E infatti l’annuncio ufficiale arrivò. Con tanto di foto e interviste. Peccato che la società fosse fermamente convinta che Akcelrod avesse giocato per la prima squadra del club della capitale francese, non insieme agli amatori.
A smascherare tutto un tifoso del CSKA che aveva contattato alcuni tifosi del PSG per chiedere chi fosse Akcelrod. Poi, il racconto alla stampa. E il giorno dopo in prima pagina sui giornali la sua faccia. E i dirigenti del club che lo invitarono gentilmente ad andarsene. E a lasciare lì il contratto da 15mila euro al mese.
Di fatto, la fine di un vero e proprio sogno. Nonostante qualche provino rimediato in altre realtà e un contratto professionistico firmato con un club canadese, i Mississauga Eagles. In realtà, la sua carriera sarebbe finita presto, soltanto nel dicembre 2011. Per dedicarsi a tutt’altro. In gioventù aveva infatti studiato Marketing e Comunicazione, fino ad arrivare a conseguire una laurea, per poi intraprendere un percorso che lo ha portato a lavorare come direttore commerciale, prima nel Team Russia Force Racing, squadra automobilistica, poi nella compagnia del campione di rally Sebastian Loeb.
Dal luglio 2014, Akcelrod è il direttore esecutivo della One Soccer Agency, agenzia che cura gli interessi dei calciatori. È diventato un procuratore. Assiste nomi importanti per il mercato francese come l’ex Lione Bakary Koné, l’ex nazionale ivoriano Igor Lolo, l’esterno Eric Bautheac, che ha giocato al Nizza e al Lille ed oggi fa parte dell’Omonia Nicosia, squadra cipriota. Ha rappresentato anche Dja Djédjé, ex PSG, e Abdoul, passatp dall’Aston Villa. Una nuova carriera, in cui si è ricostruito un nome. La sua avventura da impostore è stata raccontata in un’autobiografia intitolata ‘Professionista a tutti i costi’. Sognava di promuoverlo con il PSG, ma non ha mai ricevuto risposta.
“Avevo contattato il PSG quando è uscito il mio libro, ho trovato divertente collaborare a questa storia ed evidenziare qualcosa di diverso da Neymar o MBappé, per promuovere chi non guadagna e chi gioca per il PSG per passione. Quelli che impiegano due ore di trasporto pubblico per allenarsi, tornano a casa la sera e sono fan del club e pronti a giocare gratis. Non ho avuto risposta ma va bene così, amo soprattutto Parigi”.
In qualche modo è comunque riuscito a condividere il campo con uno che a Parigi ha lasciato il segno: Zlatan Ibrahimovic, con cui ha girato un breve spot pubblicitario grazie a un suo amico.
“Gioco a calcio con degli amici, incluso uno che lavora nel cinema. Mi dice che una produzione sta cercando comparse per uno spot di un famoso marchio automobilistico svedese, che ha come uomo immagine propio Zlatan Ibrahimovic. Mi chiede di inviare due immagini al direttore del casting. Mi ricontattano per offrirmi il ruolo di arbitro. All'inizio non ci credevo, pensavo si sbagliassero, anche perché non avevo esperienza in questo ambiente. Poi abbiamo girato per due ore allo Stade de France con Ibra”.
Stavolta, senza dover recitare la parte del millantatore.


