Il decollo dell'albatros non è agevole e risulta estremamente dispendioso dal punto di vista energetico. Ma quando finalmente prende il volo, l'albatros può percorrere chilometri su chilometri senza stancarsi.
Figuratevi che riuscirebbe a circumnavigare la terra in 46 giorni senza spendere energie. Non a caso Yohann Pelè, il 'Pelè portiere' che non conoscevate, è soprannominato l'Albatros. Perché lui non si è mai stancato di volare.
Nemmeno quando nel 2010 il Tolosa gli ha comunicato che non avrebbe potuto più giocare a calcio dopo un'embolia polmonare. Che la sua carriera sarebbe finita lì, proprio nel momento in cui era avvenuto il decollo e Pelè veniva considerato tra i portieri migliori d'Europa.
Poteva andare all'Arsenal, al Tottenham o al Manchester United, invece è stato scaricato con l'etichetta di "non idoneo all'attività sportiva". E' rimasto fermo per quasi 4 anni, due dei quali passati da disoccupato. Un tempo lunghissimo ma necessario per preparare un nuovo difficoltoso decollo, degno di un albatros.
Si è rimesso in gioco al Sochaux, dopo che Dijon e Ajaccio avevano deciso di non puntare su di lui al termine del periodo di prova. Ha guardato gli altri giocare dal 22 settembre 2010 all'8 febbraio 2014, giorno in cui è finalmente tornato in campo. Una rivincita contro chi diceva che non l'avrebbe più fatto.
GettyUna scommessa con se stesso, ripagata dalla chiamata che non ormai non si aspettava più: quella del Marsiglia. Pelé è arrivato per fare la riserva di Mandanda, ma il destino stavolta gli ha fatto un regalo. L'infortunio dello storico capitano dell'OM gli ha permesso di recitare un ruolo da protagonista nella cavalcata dei marsigliesi sino alla finale di Europa League persa nel 2018 contro l'Atletico Madrid. Una finale conquistata grazie alle sue parate.
Ancora una volta il decollo è stato difficoltoso, ma a nella semifinale di ritorno contro il Salisburgo l'Albatros Pelé ha finalmente preso quota. Una prestazione da fenomeno, arrivata puntualmente in risposta a tutte le critiche ricevute durante la settimana prima della partita.
"Yohann è stato fantastico, ha fatto le parate di cui aveva bisogno nel momento di maggiore necessità Ci ha permesso di continuare a crederci", ha detto di lui Mandanda, che contro il Salisburgo era tornato a disposizione, ma ha lasciato spazio a Pelè.
Anche i tifosi del Marsiglia, dopo la partita col Salisburgo, hanno scritto centinaia e centinaia di messaggi sui social network per scusarsi con Pelè. E l'indomani i giornali francesi parlavano tutti di lui, dell'uomo dietro la leggenda.
Pelè, alla fine, quella finale non la giocherà. Anche se forse sarebbe stato il giusto premio per un portiere, e ancor prima un uomo, che non ha mai mollato.
Nonostante avessero detto all'Albatros che non poteva più volare, lui non ci ha creduto. D'altronde Mowgli lo diceva: "Più imparo che cos'è un uomo, più voglio essere un animale".
