21 agosto 2021. La stagione di Bundesliga è appena iniziata, il calciomercato impazza. Il BorussiaMönchengladbach è di scena alla BayArena, la casa del Bayer Leverkusen. Al 20’ la squadra del neo-tecnico Adi Hütter è già sotto 2-0 e si vede costretta a sostituire MarcusThuram, a terra dolorante tenendosi il ginocchio. Rottura del collaterale mediale, stop calcolabile in mesi.
Un boccone amaro per il club, che d’improvviso si è trovato senza uno dei propri uomini chiave, per il giocatore, al primo vero stop della carriera, e anche per l’Inter. I nerazzurri vedevano l’operazione per il francese in dirittura d’arrivo: avevano gettato le basi, presupposti e condizioni. Fino a quella corsa interrotta a Leverkusen, che non solo ha fermato la trattativa, ma sembrava aver gettato in una crisi senza fine il figlio maggiore di Lilian, che dell'Inter era stato avversario in Champions (e a San Siro aveva mostrato la sua pagina Wikipedia per entrare allo stadio).
“La strada per lui era chiara: trasferirsi all'estero. In condizioni normali lo avremmo portato all'Inter. Era già tutto fatto fino a quando non si è infortunato”, ha raccontato in seguito Mino Raiola a ‘Sport1’.
Se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere, il Borussia ne ha avuto una dimostrazione: senza quell’infortunio in questo momento avrebbe 10 goal in meno in stagione, perché il classe 1997 quest’anno si è ripreso quanto il problema fisico gli aveva fatto perdere l’anno scorso: doppia cifra già raggiunta a nemmeno tre mesi dall’inizio della stagione, con sole 11 partite sulle spalle.
Una continuità ritrovata dopo un’annata passata tra i problemi fisici dovuti al recupero che non era mai stato effettivamente completato. Mai Thuram dava l’impressione di stare fisicamente bene, confermata da chi lo vedeva da vicino in più occasioni. Appena 3 gol in 23 presenze, solo un migliaio di minuti in campo. Negli anni precedenti in Germania - dove è arrivato nel 2019, per 10 milioni dal Guingamp - erano più del doppio, quasi il triplo. Ed era sempre andato in doppia cifra.
getty imagesLa differenza? Nel 2020 ci ha impiegato 21 partite, l’anno dopo 37. Stavolta appena 11. E non ha saltato neanche un minuto di calcio. Un altro dato che certifica la sua centralità nel progetto di Daniel Farke, il nuovo tecnico che in estate ha preso il posto di Hütter sulla panchina dei Fohlen. L’ex tecnico del Norwich e della seconda squadra del Dortmund lo ha rimesso al centro dell’attacco, da riferimento del suo 4-2-3-1 su cui sta costruendo l’inizio di stagione di successo del Borussia.
“Marcus è un giocatore che può stare al massimo livello europeo. In un momento di forma eccezionale, ha tutte le qualità per giocare in quel ruolo: si sta ancora abituando, deve imparare le tracce da percorrere, ma ci stiamo lavorando”, ha detto Farke dopo la doppietta segnata sabato al Wolfsburg.
Fino allo scorso anno a Mönchengladbach si erano abituati a vederlo partire più dall’esterno, per puntare l’uomo e creare superiorità numerica. Un’attitudine che non ha affatto perso, ma che sfrutta in maniera differente, partendo da una posizione più centrale, in un contesto tattico che prevede soprattutto un gioco offensivo costruito sulle ripartenze veloci. Pane per i suoi denti. Un ritorno al passato, al suo passato in Francia.
A fare la differenza più di ogni altra cosa però è la fiducia, diretta conseguenza di una condizione fisica ritrovata. Le gambe girano, la testa pure. I momenti difficili - lo sputo a Posch, per esempio - sono passati. Thuram si è scrollato di dosso i problemi, il rimpianto di un passaggio all’Inter mai concretizzato. Ora pensa al presente. Con un contratto in scadenza al 30 giugno, da gennaio sarà anche il momento di valutare il futuro. Al Borussia ancora sperano nel rinnovo: in estate si sono presi il rischio di tenerselo anziché monetizzare. Finora ha ripagato alla grande.


