L'immagine simbolo del pomeriggio dell'Etihad Stadium la consegnano i giocatori del Manchester City, intenti ad accerchiare Bankes dopo l'ennesima caduta in area di rigore. Inutilmente.
E' nervosa la squadra che Pep Guardiola schiera per contrastare il Brentford di Thomas Frank: nervosa e imprecisa. E, soprattutto, trasmette tutte le ansie che è riuscita a contrastare nel corso delle ultime stagioni.
Il peso dell'Arsenal in vetta e del percorso della formazione di Mikel Arteta, forse, influisce più del dovuto: il resto lo dice il Brentford, per l'ennesima volta.
Lo dice anche Ivan Toney, probabilmente l'attaccante inglese più in forma del momento insieme ad Harry Kane, lasciato però a casa tra le polemiche da Gareth Southgate. In Qatar non ci sarà.
Anche per questo dopo aver condotto al vantaggio i suoi all'Etihad, al 16', esulta porta le dita alle orecchie, chiudendo gli occhi: non vuole sentire parte del dibattito, ci sta.
Il City crea, Erling Haaland però è sterile: ci pensa Phil Foden, uno che in Qatar ci sarà, con un mancino al volo splendido nel recupero del primo tempo a riportate il punteggio sull'1-1.
Nulla in confronto al recupero della seconda metà di gioco, causato di minuti non giocati a causa dell'infortunio alla testa di Laporte in apertura di ripresa: ed è al 98' che il City crolla.
Lo fa ancora sotto i colpi di Toney, che raggiunge quota 10 goal in 14 partite in Premier League finora. Lanciando segnali al campionato e a Southgate che non lo ha tenuto in considerazione. Strada spianata per l'Arsenal: dopo il Mondiale, poi, si vedrà.




