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Wolfsburg's Junior MalandaGetty

Il dramma di Junior Malanda: una vita spezzata a vent'anni

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Quella settimana di ritiro in Sud Africa, durante la pausa invernale della Bundesliga 2014/15, doveva essere diversa da tutte le altre per il Wolfsburg. La squadra di Dieter Hecking e Kevin De Bruyne puntava in alto, insidiava il Bayern Monaco di Pep Guardiola, sognava di accorciare le distanze e di dare battaglia alla corazzata bavarese nel girone di ritorno. Sul club della Volkswagen c’erano grandi aspettative. Sembrava che, dopo due titoli vinti senza discussione da Lahm e compagni, in testa alla Bundesliga ci potesse essere nuovamente una battaglia ad armi pari. C’erano 11 punti di distacco, eppure intorno ai lupi si respirava un’aria positiva. Le proverbiali ‘good vibes’.

Quella settimana di ritiro in Sud Africa, invece, si rivelò un momento di dramma, di raccolta collettiva nel silenzio e nella memoria di un giovane ragazzo di appena vent’anni. Bernard Malanda-Adje, noto come Junior Malanda, che il 10 gennaio 2015 ha visto spezzate la sua carriera e soprattutto la sua vita, in un tragico incidente d’auto.

Junior Malanda Tribute VfL Wolfsburg FC Bayern Bundesliga 01302015Getty

Stava raggiungendo i suoi compagni in aeroporto. Aveva voglia di dire la sua nel girone di ritorno, dopo le 15 presenze nella prima parte di stagione. Il Wolfsburg lo aveva prelevato dallo Zulte Waregem nel 2013, dove si era imposto a livello professionistico. Nato a Bruxelles, di origini congolesi, formato dall’Anderlecht e dal Lille, Malanda sembrava destinato a fare parte della generazione d’oro della nazionale dei red devils. Aveva completato la trafila delle giovanili, condividendo il campo con Thorgan Hazard, Batshuayi, Jordan Lukaku, Ferreira Carrasco, Praet, Tielemans, Denayer. Fino a diventare un punto fermo dell’Under 21. Dal gennaio 2014 si era trasferito in Bundesliga, aveva iniziato a ritagliarsi i propri spazi. 2 goal in 8 presenze nella seconda parte di stagione 2013/14, poi 15 presenze all’inizio dell’annata successiva. Il ritiro in Sud Africa doveva essere l’occasione per convincere Hecking a dargli più risalto nelle gerarchie di un centrocampo folto, con Luiz Gustavo, Guilavogui e Arnold.

Compagni e staff lo aspettavano ad Hannover. Mancava solo lui per potersi imbarcare. Il tempo scorreva, ma Junior Malanda non si era visto o sentito. Poco prima delle 20.00, si è diffusa la tragica notizia. Il Suv sul quale viaggiava il classe 1994, insieme ad altre due persone, era finito fuori strada per l’eccessiva velocità all’altezza di Porta Westfalica, sull’autostrada A2. Le condizioni climatiche avverse, tra pioggia e vento, hanno fatto sbandare l’auto, che è uscita dalla carreggiata, sfondato il guardrail, si è schiantata contro un albero e si è ribaltata più volte. Malanda era seduto sul sedile posteriore. La Polizia ha riferito che il centrocampista del Wolfsburg sarebbe morto sul colpo. Gli altri due passeggeri, gravemente feriti, sono stati trasportati d’urgenza in ospedale. Alle 19, la tragica notizia è stata riferita a Klaus Allofs, direttore sportivo del Wolfsburg.

“Siamo tutti profondamente scossi, è difficile riuscire a tradurre in parole il nostro senso di vuoto. Lo amavamo tutti. Era l’energia positiva del nostro gruppo, una persona che amava divertirsi”.

La partenza per il SudAfrica venne ovviamente sospesa, ma alla fine la squadra decise comunque di andare in ritiro, il giorno successivo. Per onorare la memoria di Malanda, per la sua voglia di vivere, per la sua volontà di dare sempre il massimo. Ovviamente, non sarebbe stato un training camp come tutti gli altri. Iniziò con un lungo minuto di silenzio prima del primo allenamento. “È il ritiro più difficile che abbia mai dovuto gestire”, ha detto Hecking, l’allenatore di quel Wolfsburg. Al lavoro alla ricerca della routine, nel tentativo di ritrovare il ritmo. Nel nome di Junior Malanda. Il suo grande amico IvanPerisic indossò la sua maglia nella prima amichevole giocata dopo la sua morte, segnando una tripletta.

“Il suo numero e il suo nome saranno sempre parte di noi, giocheremo per lui”.

IVAN PERISIC BAS DOST WOLFSBURG BIELEFELD GERMAN CUP 29042015Getty

La squadra rientrò per partecipare ai funerali il 20 gennaio a Bruxelles, per dare l’ultimo saluto al proprio compagno, un ragazzo scomparso troppo presto. Il cui ricordo ha accompagnato e tutt’ora accompagna il Wolfsburg e chiunque abbia incrociato la sua strada. Uno su tutti: Kevin De Bruyne, il suo migliore amico nel periodo in cui entrambi vestivano la maglia del club della Bassa Sassonia.

Il 30 gennaio, al Wolfsburg toccò aprire il 2015 della Bundesliga, alla Volkswagen Arena, nel big match contro il BayernMonaco. Una partita indimenticabile, che ancora oggi viene ricordata come una delle migliori nella storia del club a livello tecnico. Soprattutto, però, una delle più toccanti a livello emotivo. I trentamila sugli spalti stringevano tra le mani un cuore verde, con all’interno le fotografie di Malanda e il numero 19, proprio quello che aveva portato sulla schiena nelle sue 23 presenze.

Prima del calcio d’inizio, le due squadre si radunarono a centrocampo, stringendosi nella memoria del giovane drammaticamente scomparso. Non fu un minuto di silenzio, perché, come ricordato dallo speaker, “abbiamo deciso di ricordarlo con i nostri colori, con passione e con la nostra voce, come l’energia positiva che aveva”. La curva del Wolfsburg si colorò di bianco, verde ed oro, mentre uno striscione recante la scritta “für immer in unseren Herzen”, ‘per sempre nei nostri cuori’, veniva srotolato sotto una sua gigantografia. Tra applausi, cori e la commozione dei suoi compagni, di Dieter Hecking, della panchina, della dirigenza. Di tutto il Wolfsburg. In tutti gli altri campi di Germania sarebbe accaduta la stessa cosa.

VfL Wolfsburg Junior Malanda Bundesliga 30012015Getty Images

Alla Volkswagen Arena il Wolfsburg annichilì l’armata di Guardiola, vincendo 4-1 e dominando per tutti i novanta minuti. Protagonista proprio Kevin De Bruyne, autore di una splendida doppietta e padrone assoluto del campo. Dopo la doppietta di Dost, il belga segnò due volte in contropiede. Festeggiò il primo goal togliendosi il lutto dal braccio, e alzandolo verso il cielo, con lo sguardo verso l’alto per ricordare il suo amico e compagno.

“Era il mio migliore amico. Cerco di mettere tutto quello che sento nel calcio, è il mio sollievo. Ho pensato soltanto a vincere la partita e dare tutto per la squadra. È ciò che avrebbe voluto”.

A maggio, in finale di DFB-Pokal, il Wolfsburg sarebbe riuscito a regalare a Junior Malanda anche il suo primo trofeo. Quella partita col Borussia Dortmund è stata tanto speciale quanto quella contro il Bayern Monaco. I lupi portarono in campo il numero 19 sulle loro maglie, racchiuso in un cuore. “É come se giocasse ancora con noi”, spiegò il DS Allofs. De Bruyne segnò anche in quell’occasione, rompendo l’equilibrio dopo i goal di Aubameyang e Luiz Gustavo. Mostrò il numero 19 sulla maglia, come a dire ‘è per lui’. Come il successo finale per 3-1. E come la Supercoppa vinta ai rigori contro il Bayern tre mesi dopo. Due dei tre successi nella storia del Wolfsburg sono arrivati proprio in quell’anno, DFB-Pokal e Supercoppa. In precedenza, il club aveva vinto soltanto il campionato nel 2009.

Kevin De Bruyne Borussia Dortmund VfL Wolfsburg DFB Pokal 30052015Getty Images

Il numero 19 è stato ritirato soltanto per la stagione 2015/16. Il club ha deciso di continuare a voler far vivere il ricordo del ventenne belga portando in campo il suo numero. Il primo a indossarlo nuovamente è stato KevinMbabu, terzino svizzero, arrivato dallo Young Boys nell’estate 2019, oggi al Fulham. Per continuare a giocare nella memoria di Junior Malanda. Proprio come avrebbe voluto.

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