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Aritz AdurizGetty

Il curioso caso di Aritz Aduriz: l'albero del goal

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Si dice che la vita comincia a 40 anni, ma per Aritz Aduriz è iniziata a 30. Parliamo di vita calcistica, di una carriera che fino a qualche stagione fa sembrava destinata a terminare nell'anonimato e il suo nome inserito nella lista di "quelli che potevano essere ma non sono stati".

D'altronde Aduriz il calciatore non lo doveva nemmeno fare. A 9 anni si è infatti laureato vice campione di Spagna nello sci di fondo e i suoi genitori partivano da San Sebastian per portarlo sulla neve dei Pirenei. Lui però ha sempre pensato al mare e alla Playa de la Concha, il suo primo campo di calcio.

Lì, quando la marea si abbassava, Aduriz sfruttava gli assist dell'amico d'infanzia Xabi Alonso per far capire a tutti che il suo mestiere sarebbe stato quello di segnare i goal, altro che sci di fondo. I genitori in un primo momento si oppongono, poi cedono: "Perché io sono testardo", racconta Aduriz.

Inizia a giocare nel piccolo Antiguoko, poi lo nota l'Athletic Bilbao che nella stagione 2002/03 lo porta in prima squadra. Aduriz però fatica ad imporsi e dopo una serie di prestiti torna a Bilbao con il ruolo ben definito di vice Llorente. Troppo poco, lui è quello che deve fare i goal, che sia la Playa de la Concha o il mitico San Mames.

Così si trasferisce a Valencia, ma non per restarci. Il richiamo di Bilbao è troppo forte e nel 2012 Aduriz torna definitivamente all'Athletic firmando in bianco. Llorente nel frattempo prepara le valigie per trasferisi alla Juventus, l'attacco è finalmente tutto suo.

A 31 anni Aduriz inizia un'incredibile evoluzione che lo porta a migliorare di stagione in stagione. Più invecchia più segna, è come il vino, è il Benjamin Button dei Paesi Baschi. 'El Zorro', come lo chiamano al San Mames, è il simbolo della gente. 

La sua storia incarna lo spirito dell’Euskal Herria (che letteralmente significa popolo che parla la lingua basca) e quella voglia d'indipendenza che dai tempi di Sancho Il Grande è rimasta un'utopia per i Paesi Baschi. Aduriz è partito, ma è inevitabilmente tornato in quella che è la sua casa.

E' lui a regalare all'Athletic una qualificazione in Champions che mancava da 16 anni con la doppietta al Napoli nel preliminare ed è sempre lui l'uomo che fa vincere un trofeo al Bilbao 31 anni dopo l'ultima volta, quella Supercoppa di Spagna conquistata grazie all'incredibile tripletta con cui ha schiantato il Barcellona del triplete.

“Non si finisce mai di imparare, ogni giorno lavoro per migliorare e nella mia vita sono diventato bravo sempre più tardi degli altri”. La stagione 2015/16, quando ha già compiuto 35 anni, è la migliore della sua carriera: segna 20 goal nella Liga - alla sua età solo un certo Puskas aveva raggiunto vette simili - e 10 in Europa League, dei quali cinque in una partita sola contro il Genk, diventando così il giocatore più anziano a realizzare cinque reti in una partita europea.

Aduriz è orgoglio basco, ma anche orgoglio spagnolo e lo dimostra il fatto che non soltanto a Bilbao hanno spinto per il suo ritorno in Nazionale. E Del Bosque li ha accontentati: "Piace a tutti. è il prototipo dell'attaccante moderno, sta segnando tantissimo e merita questa convocazione in Nazionale”.

'El Zorro' parte titolare nell'amichevole contro l'Italia, sei anni e mezzo dopo la sua prima e unica partita con la maglia delle Furie Rosse, contro la Lituania, a Salamanca. Ovviamente fa goal, a Buffon non a uno qualsiasi, il primo in nazionale all'età di 35 anni.

 Probabilmente non è soltanto un caso che Aritz in spagnolo castigliano significi 'albero'. E sapete qual è la caratteristica degli alberi? Che più invecchiano e più crescono. Sono secolari, praticamente eterni.

Il 16 agosto 2019, l'ultimo germoglio dell'albero Aduriz. Un goal capolavoro in rovesciata contro il Barcellona nella prima giornata della Liga a regalare la vittoria all'Athletic Bilbao nel recupero. Sarà l'unico della stagione, sarà l'ultimo della sua carriera.

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