Non si può certo dire che lo Scudetto dell’Inter sia arrivato grazie alla campagna acquisti estiva del club di Milano. Sì, è vero che qualche colpo è stato a tratti decisivo per la conquista del titolo (Hakimi, Darmian e Perisic), ma è anche vero che due giocatori che dovevano cambiare la squadra, sono apparsi a tratti quasi di intralcio (Vidal e Kolarov). In definitiva, un bilancio dolce-amaro dal calciomercato per Antonio Conte e tutta la dirigenza interista, che poi addirittura a gennaio non ha potuto compiere nessuna operazione di mercato, congelando di fatto il gruppo del tecnico pugliese, rafforzandolo per assurdo.
ACHRAF HAKIMI
Si tratta dell’unico vero grande acquisto (40 milioni), in termini economici, del calciomercato estivo dell’Inter (in realtà l’operazione con il Real Madrid era stata chiusa già molto prima della fine della scorsa stagione). Il calciatore marocchino ci ha messo un po’ per integrarsi al calcio italiano e agli schemi tattici di Antonio Conte. E proprio per questo nelle prime partite della stagione, l’allenatore nerazzurro gli preferiva Darmian spesso e volentieri. Ma Hakimi a poco a poco ha capito l’importanza di difendere in Italia, ha capito come muoversi in funzione dei nuovi compagni, e da quel momento è stato devastante. Il bilancio, fino a questo momento, racconta di un giocatore capace di mettere a segno 6 goal e timbrare 6 assist. Ha saltato una sola partita ed è sempre stato una spina nei fianchi degli avversari, tanto da aver creato anche 32 occasioni nella stagione dell’Inter, non male per un giocatore che di fatto è un terzino destro. Hakimi, senza dubbio, è uno di quei giocatori che ha migliorato, anche di parecchio, l’Inter rispetto allo scorso anno. Tanto che, tra i difensori ed i centrocampisti di questo campionato, è stato il più giovane ad aver segnato almeno cinque goal e servito almeno cinque assist in questa Serie A.
GettyIVAN PERISIC
Come può definirsi “nuovo acquisto” un giocatore che veste la maglia dell’Inter dal 2015? Semplice, perché nella scorsa stagione, la prima di Antonio Conte, il croato ha giocato in prestito al Bayern Monaco. Quest’anno è tornato e, sotto la guida e lo stimolo del tecnico nerazzurro, si è calato in un ruolo che non aveva mai coperto con regolarità: l’esterno di fascia a tutto campo, un po’ terzino sinistro, un po’ ala offensiva. E lo ha fatto, dopo un paio di mesi di alti e bassi, con grande continuità e dedizione. L’Inter ha cambiato marcia definitivamente nel girone di ritorno anche grazie alla sua titolarità indiscussa, bravo più di tutti in quel ruolo a ribaltare l’azione e a correre per novanta minuti avanti e dietro (d’altronde le sue doti di atleta a 360° non sono mai state in discussione). 3 goal, 4 assist e tantissimo sacrificio in un ruolo non suo, solo per il bene della squadra e dell’obiettivo comune. L’Inter quest’anno, dopo tanto tempo, ha scoperto un nuovo Ivan Perisic.
(C)Getty ImagesMATTEO DARMIAN
È lui uno dei giocatori più sorprendenti e inattesi dello Scudetto dell’Inter. Arrivato sotto l’indifferenza di molti e l’insoddisfazione di tanti altri, c’era forse soltanto un uomo che ha creduto in lui fin da subito: Antonio Conte. L’Inter lo ha acquistato rispettando il patto con il Parma risalente all’anno prima. L’allenatore nerazzurro lo aveva già allenato e valorizzato con la Nazionale Italiana, ma con i vari Hakimi e Perisic, il suo acquisto sembrava superfluo a inizio stagione. Ed invece si è sempre fatto trovare pronto, senza proferire mai una parola fuori posto. Nella prima parte giocando al posto di un Hakimi ancora acerbo per il campionato italiano, nella seconda parte ritagliando un ruolo da subentrante a partita in corso, che ha portato anche due goal decisivi per lo Scudetto: il primo contro il Cagliari, il secondo contro il Verona. Ha segnato anche contro il Genoa, ma quelle due reti hanno portato sei punti all’Inter, in una fase decisiva della stagione. Darmian è il ritratto perfetto dello Scudetto nerazzurro.
GettyARTURO VIDAL
Dopo i tre volti nuovi che hanno portato un concreto apporto allo Scudetto dell’Inter, si passa a due delusioni della stagione. Il primo è Arturo Vidal, voluto fortemente da Antonio Conte in estate, dopo il tentativo fatto già a gennaio del 2020, quando invece arrivò poi Eriksen alla corte di Conte. L’allenatore lo aveva avuto alla Juventus e con lui era definitivamente esploso. Conosceva le sue caratteristiche e pensava che poteva essere perfetto per il suo 3-5-2. Ma gli anni sono passati per Arturo Vidal e, già dalle prime uscite stagionali, è apparso chiaro che il giocatore fosse un lontano parente di quello ammirato alla Juventus. Condizione fisica scadente, acciacchi uno dopo l’altro e tanti errori tecnici che Vidal in vita sua non aveva mai commesso. L’Inter ha stentato a decollare con lui a centrocampo, poi ha cambiato marcia quando il trio a metà campo si è formato con Brozovic, Barella ed Eriksen. Il cileno poi è uscito definitivamente dai radar quando si è infortunato (e successivamente operato) al ginocchio, a marzo. Ha segnato un solo goal in questa Serie A, anche se ad esseri sinceri è stato parecchio decisivo: ha aperto le marcature contro la Juventus, nel 2-0 di San Siro che ha poi cambiato la mentalità e la consapevolezza dell’Inter.
ALEKSANDAR KOLAROV
Altro giro, altra delusione. Se Vidal è stato comunque un protagonista (nel bene e nel male) di una parte della stagione dell’Inter, Kolarov invece è stato un fantasma nel corso di tutto l’anno. Arrivato con tante aspettative in estate dalla Roma, visto che in molti credevano che il serbo potesse giocare sia da terzo centrale di sinistra che da esterno a tutta fascia, sempre a sinistra. Kolarov invece viene ricordato dai tifosi dell’Inter solo ed esclusivamente per l’errore nel primo Derby di campionato contro il Milan, che ha causato il fallo ad Ibrahimovic ed il conseguente rigore. A poco a poco Kolarov è uscito dalle gerarchie di Conte, anche perché è salito esponenzialmente il rendimento di Alessandro Bastoni, che da terzo centrale di difesa a sinistra ha fatto le fortune dell’Inter. Sulla fascia, inoltre, il 35enne ha dimostrato di essere troppo ‘grande’ per poter reggere i ritmi imposti dagli schemi di Antonio Conte. Alla fine il bilancio dell’ex Roma parla di sole 7 partite giocate in Serie A, per un totale irrisorio di 387 minuti. Il suo futuro, come quello di Arturo Vidal, è adesso in bilico per la prossima stagione.
ANDREA PINAMONTI
Doveva essere sulla carta il quarto attaccante dell’Inter, come l’anno precedente era stato il giovane Sebastiano Esposito. Considerate le tre competizioni e soltanto quattro giocatori offensivi, tutti pensavano che Andrea Pinamonti avesse avuto più spazio per farsi vedere e dimostrare le sue qualità. Ma così non è stato. L’ex attaccante di Genoa e Frosinone, cresciuto nel vivaio nerazzurro, non ha mai convinto in pieno Antonio Conte, che ha preferito ,in alcune partite della stagione, spostare Ivan Perisic in attacco piuttosto che dar fiducia a lui dal primo minuto. Appena 50’ giocati in Serie A, in cinque spezzoni di partita. Nessun goal e nessuno squillo. Antonio Conte però nella conferenza stampa alla vigilia della sfida contro il Crotone, lo ha voluto coccolare ed elogiare: “Pinamonti, che fino ad ora non ha avuto la possibilità di ritagliarsi uno spazio, oggi è un giocatore molto più forte rispetto a quando ha iniziato con noi, e l’ho detto anche a lui”.
IONUT RADU
Arrivato in estate di ritorno dal Genoa e dal Parma, il calciatore rumeno si è inserito nella posizione di “vice-Handanovic”, un ruolo anche abbastanza onorevole per un portiere di 23 anni. L’unico suo problema, però, è proprio stato il portiere sloveno. Il Capitano dell’Inter non ha mai saltato un singolo minuto in Serie A, senza lasciare nemmeno le briciole né a Ionut Radu, né a Daniele Padelli. Il portierino nerazzurro potrebbe avere spazio in queste ultime partite di campionato che rimangono, anche per premiare una stagione da autentico gregario, senza tra l’altro fare mai problemi per il suo ruolo secondario. L’Inter, in generale e per il futuro, si aspetta comunque molto da Radu, anche fosse soltanto nel ruolo di secondo portiere.


