GOAL"Ho proposto io il ragazzo al Napoli, ho detto agli osservatori partenopei di venirlo a vedere e sono rimasti notevolmente impressionati. E' forte, veloce e con un gran colpo di testa".
A leggere le dichiarazioni risalenti ad 11 anni fa dell'agente di Ignacio Fideleff - classe 1989 - gli azzurri sembravano aver pescato decisamente bene. Invece, l'avventura del difensore argentino in Campania si rivelerà un flop colossale.
Eppure le basi per stupire chi dubitava del suo acquisto sembravano esserci: sconosciuto ai più, Fideleff viene acquistato dal Napoli nell'estate del 2011 per una cifra compresa tra i 2 e i 3 milioni di euro dal Newell's Old Boys. Piede sinistro, buon fisico, Nacho in patria si fa apprezzare e cattura l'interesse dell'allora direttore sportivo partenopeo Riccardo Bigon. Nel Napoli di Mazzarri, uno con le caratteristiche di Fideleff ci sta benone: mancino, capace di agire sia centrale che centrosinistra nel pacchetto a 3 del tecnico livornese e alternativa in più in retroguardia.
Il 2011/2012 degli azzurri parte col botto: vittoria a Cesena, vittoria al 'San Paolo' contro il Milan e meccanismi che sembrano già rodatissimi. Mazzarri si fida della propria rosa e così, dopo il 3-1 ai rossoneri, in casa del Chievo - soprattutto in vista del debutto nei gironi di Champions al cospetto di corazzate come Bayern e Manchester City - decide di attuare un robusto turnover. Tante novità nella formazione titolare tra cui anche Fideleff, che assapora la gioia dell'esordio in Serie A.
Al 'Bentegodi' l'argentino non sfigura, ma all'improvviso spegne la luce: chiusura a dir poco 'horror' ed assist involontario a Davide Moscardelli, che da dentro l'area non sbaglia regalando il successo al Chievo. Mazzarri finisce nel mirino delle critiche per i troppi cambi effettuati, Fideleff diventa capro espiatorio dello scivolone in Veneto.
GettyUn biglietto da visita che gli compromette l'esperienza italiana, perchè fino al termine dell'annata per il difensore le presenze risulteranno essere appena 4. In Champions non vede mai il campo e spesso viene spedito in tribuna, l'estate successiva il Napoli dà inizio alla girandola di prestiti di Fideleff, che arrivato all'ombra del Vesuvio aveva firmato un contratto lungo ben 5 stagioni.
Il primo club a scommetterci è il Parma, che lo rileva a titolo temporaneo con diritto di riscatto del 50%.
"Sono orgoglioso di essere qui perché questa maglia è stata vestita da tanti giocatori famosi a livello mondiale e da diversi argentini. Sono arrivato in Italia con la voglia di vincere e mettermi in mostra. Vengo in una squadra che ha fatto bene l’anno scorso e vengo anche per migliorare gli ultimi risultati conquistati. Sensini mi ha raccontato quello che ha fatto come giocatore qui, della città di Parma. Mi ha parlato sempre bene di questa squadra e mi fa piacere stare qui e sapere che prima di me giocatori argentini con questa maglia hanno fatto bene. Ho voglia di fare tanto, di entrare in campo e di dare il 150 per cento".
Tante attese... disattese: Fideleff, nella prima metà del 2012/2013 in Emilia - dove durante il ritiro precampionato a dargli sostegno arriverà addirittura una delegazione di tifosi campani con uno striscione in suo favore - collezionerà la miseria di una presenza durata appena 9 minuti. Troppo poco per continuare il matrimonio, tant'è che nel mercato invernale il Parma restituisce il sudamericano al Napoli che lo gira immediatamente agli israeliani del Maccabi Tel Aviv.
"Quando ho accettato il passaggio in gialloblù pensavo sinceramente di giocare un po’ di più - ammetterà Fideleff a 'Tuttomercatoweb' - Adesso mi tuffo con entusiasmo in questa nuova realtà: sono davvero felice, nel calcio ci sono molte strade da poter seguire e io ho scelto questa".
"Quando sono stato a Tel Aviv ho avuto modo di parlare con i dirigenti e l’allenatore. Mi hanno raccontato del progetto futuro e mi hanno dimostrato davvero un grande interesse. Mi hanno scelto, diciamo, anche perché era da più di un anno che mi tenevano d’occhio. Io ho solamente voglia di giocare, e in Israele sono certo che potrò farlo".
Lì Fideleff gioca poco ma vince un campionato, però nell'estate del 2013 rientra alla base: a Napoli ormai per lui non c'è più spazio e i prestiti continuano. Torna in patria al Tigre, l'anno dopo invece vola in Grecia tra le fila dell'Ergotelis, mentre a gennaio 2016 dice addio agli azzurri venendo ceduto a titolo definitivo ai paraguaiani del Nacional.
Una carriera a dir poco istrionica, quella di Fideleff. Sì, perché dopo il Paraguay faranno seguito scelte ai limiti dell'immaginabile: un animo caliente come quello che può avere un argentino, nel 2018 decide di continuare a giocare a calcio... in Islanda. Si tratta del primo calciatore albiceleste a misurarsi in quel campionato: l'idillio, però, dura soltanto 4 mesi.
Ignacio firma con l'IBV Vestmannaeyjar, club della cittadina di Heimaey (circa 4.500 anime), posta su un'isola del Paese scandinavo. Ed è proprio questo l'aspetto che condiziona e mette subito fine alla liaison tra Fideleff e la sua nuova squadra. La moglie incinta, i servizi di prima necessità situati fuori dall'isola, il freddo polare: tutto troppo eccessivo.
"Purtroppo mi sono reso conto che non era il mio momento né quello della mia famiglia per essere in un posto del genere - ha raccontato ad 'InfoBae' - Mia moglie voleva che restassimo, ma ho cominciato a valutare se non stessi facendo pagare ai miei cari un costo altissimo".
L'avventura lampo in Islanda termina ma lo fa restare in Scandinavia, perché Fideleff sposa la causa dei finlandesi del Palloseura Kemi Kings. Carriera istrionica, dicevamo: la conferma arriva dall'ultima tappa calcistica di Nacho, che lascia il Nord Europa e vola a Malta dove milita per meno di un anno nel Santa Lucia.
L'argentino ha 30 anni, qualcosa da dare ci sarebbe ancora, invece i guai fisici lo tormentano e nella primavera del 2020 annuncia prematuramente il ritiro dal prato verde.
"Ci pensavo da tempo a causa del dolore al ginocchio - confesserà a 'La Capital' - Mi hanno operato tante volte, ma la soluzione definitiva non è mai arrivata. Se le cose fossero migliorate avrei potuto continuare, ma non è successo. Quando sei abituato a giocare ad alti livelli e lo abbassi non sei a tuo agio con te stesso. Tutto implicava uno sforzo enorme, usura di ogni tipo e niente di buono: non aveva senso allungare la carriera".
"A Napoli sono ricordato soprattutto per l'errore commesso contro il Chievo in campionato - rimarcherà inoltre in una diretta Instagram di aprile 2020 a 'Fuoridicoppa' - Ma il calore di quella città è unico al mondo. Nemmeno in Argentina si raggiunge quel livello. Ciò che accade a Fuorigrotta è un qualcosa di davvero magico".
Il sipario sulla carriera di Fideleff così cala, col rammarico di non essersi riuscito ad imporre in Italia quando il Napoli gli ha offerto il treno su cui salire per spiccare il volo nel calcio che conta.


