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Ibrahimovic si ritira: "E' il momento di dire ciao al calcio, non al Milan"

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Si chiude un'era calcistica: in Italia e nel mondo. Si ritira una delle icone dello sport, in generale: Zlatan Ibrahimovic dà l'addio al calcio.

A ufficializzarlo è lui stesso al termine di Milan-Verona a San Siro, con il microfono in mano e la voce tremolante, emozionato come mai davanti alle telecamere.

"La prima volta che siamo arrivato al Milan mi avete dato la felicità, la seconda volta mi avete dato amore. Dal mio cuore voglio ringraziare voi tifosi".

C'era ancora qualche dubbio relativo al suo futuro, alimentato dalle voci sulle offerte anche in Italia, ma lo svedese ha deciso.

"Mi avete ricevuto con le braccia aperte, mi avete fatto sentire a casa: sarò milanista per tutta la vita. E' arrivato il momento di dire ciao al calcio, non a voi".

Lo svedese è intervenuto anche in conferenza stampa.

"Una giornata molto speciale per me, questa cosa di lasciare il calcio l’ho tenuta dentro di me, non l’ho detto a nessuno, la società non lo sapeva. Da domani sono uomo libero da questo mondo, è stata una carriera lunga. Oggi è l’ultima giornata da professionista, voglio ringraziare il Milan e tutte le squadre in cui ho giocato. Futuro? Adesso arriva il prossimo capitolo della mia vita.
Quando mi sono svegliato pioveva, ho detto 'pure Dio è triste'. Emozione è troppo forte, sembravo uno zombie che andava in giro. Se questo era 3 mesi fa ero in panico. Oggi accetto e sono pronto, un po’ triste ovvio, calcio mi ha fatto diventare uomo.
Tutti i calciatori sono ‘programmati’. Panico è quando ti svegli e non sai cosa fare più. Mi mancherà lo spogliatoio, è una casa per noi giocatori, siamo protetti dentro lo spogliatoio. Adesso purtroppo devo dividere con mia moglie a casa…".
"Se resto nel mondo del calcio? Per il momento mi prendo tempo e mi godo quel che ho fatto. Non è giusto prendere una decisione così in fretta, c'è troppa emozione e farò una scelta quest'estate. Allenatore o direttore sportivo? C'è una grande responsabilità, non posso venire in Ferrari se faccio l'allenatore.Bisogna pensare bene: non penso di lasciare il calcio in generale, il campo di sicuro".
"Leao un piccolo Zlatan? Ci sarà un solo Zlatan, per mio ego non credo. Chiunque verrà dopo di me, sarà un altro giocatore con un'altra storia. Io venivo paragonato a Van Basten, ma non è giusto fare dei confronti del genere".
"Tutto quello che ho fatto l'ho fatto con Mino (Raiola, n.d.r.). Ero solo e non avevo nessuno al mio fianco, sono una persona molto riservata. Fosse stato per lui, avrei continuato a giocare a calcio perché avrebbe preso la sua commissione: scusa Mino, ma è la verità".
"Il momento arriva quando accetti la situazione, ma deve arrivare solo da me. Se ho ricevuto offerte? Sì, ma non erano interessanti: se uno decide di non continuare, le offerte non contano più".

Anche Stefano Pioli, intervenuto in conferenza stampa, ha parlato del "domani" di Ibrahimovic, che a questo punto volta pagina.

"È stato emozionante, Zlatan non aveva annunciato del tutto le sue intenzioni. Ibrahimovic nel mio staff? Con lui ho parlato tempo fa e non si vedeva allenatore".

Ha iniziato nel Malmo, per poi sfondare all'Ajax: la Juve, l'Inter e il trasferimento al Barcellona, prima di ritornare in Serie A, al Milan. E' diventato un'icona del PSG, poi del Manchester United. Ha segnato tutti in USA, coi LA Galaxy e ha riportato lo Scudetto in rossonero. L'era Ibra finisce qui.

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