
Oggi compie 34 anni ed è senza squadra. Abbastanza per etichettarlo come (l'ennesima) promessa mancata uscita da La Masia del Barcellona: fabbrica di sogni e illusioni, campioni e meteore.
Iago Falque sta sulla via di mezzo. Grande giocatore da 'provinciale', mai capace di lasciare davvero il segno nei top club. Dal Barcellona al Tottenham, passando per la Juventus fino alla Roma. In mezzo due isole felici: Genova (sponda rossoblù) e la Torino granata.
IL BARCELLONA LO STRAPPA AL REAL MADRID
Nato a Vigo, Iago Falque è figlio di una famiglia dell'alta borghesia: il padre fa il professore di matematica, mentre la mamma è una stimata rappresentante del PSOE (Partito Socialista Spagnolo). Nelle vene del piccolo Iago però, come raccontato proprio dalla madre a 'gianlucadimarzio.com', al posto di numeri e politica scorre da sempre il calcio.
"Mio marito era il portiere di una squadra di Vigo e anche il padrino di Iago, mio cognato, è stato un giocatore di grande qualità, cresciuto nel vivaio del Celta Vigo. Penso che mio figlio abbia preso a calci un pallone prim’ancora di imparare a parlare. E lo dico seriamente. Fin da bambino mostrava capacità da atleta. Andava all’asilo, aveva 3 anni, e un giorno l’insegnante mi disse che il bambino aveva una capacità spettacolare con la gamba sinistra. Il maestro lo vedeva spostare la palla in modo stupefacente, anche se era così piccolo. Un altro ricordo mi riporta a quando Iago aveva 6 anni. Eravamo in campeggio e andò a giocare per ore a palla, nonostante il caldo terribile. Avevo paura potesse disidratarsi...".
La scintilla scocca dopo un paio di tornei giovanili giocati col Real Madrid quando a notarlo è il Barcellona, la squadra per cui Iago fa il tifo e dove giocava il suo idolo.
“Il primo giocatore che ho ammirato è stato Rivaldo. E’ stato quello che guardavo quando ero piccolino. Ogni volta che calciava prendeva la porta. Secondo me per tutto quello che ha fatto in carriera è stato un giocatore sottovalutato”.
Sembra il coronamento di un sogno, sarà solo una grande illusione. In blaugrana infatti non riesce mai a debuttare in Prima Squadra giocando a lungo con la selezione B insieme a tanti di coloro che invece diventeranno idoli del 'Camp Nou'.
" Ho passato otto anni fondamentali. Andavo a scuola con Messi. Eravamo 50 o 60 ragazzi che venivano da fuori, prendevamo un pullman. Leo era un ragazzo tranquillo, timido, non parlava tanto, come adesso. Ma si vedeva che aveva qualcosa di diverso a giocare. Sono cresciuto con Iniesta, Busquets e Pedro. Giocatori che hanno fatto una carriera incredibile. Il Barcellona è un sogno per un ragazzo. Ma alla squadra B è arrivato Luis Enrique. Ero troppo giovane per lui...".
LUIS ENRIQUE, LA JUVENTUS E IL FLOP AL TOTTENHAM
Getty ImagesIl tecnico qualche mese dopo cambierà idea, Iago Falque però ha ormai deciso di lasciare Barcellona e la Spagna per tentare l'avventura in Italia dove a scommettere su di lui è la Juventus che lo gira subito in prestito al Bari con cui gioca per sei mesi nella Primavera. Quindi ecco il ritorno in patria nel Villarreal B prima della cessione al Tottenham, che lo riscatta versando 1 milione di euro ai bianconeri.
"Calcisticamente mi sento tanto italiano. L’Italia mi ha dato tutto: in Spagna c’è la mia famiglia, appena posso torno, mi manca molto. Vigo è una città di mare come Genova, si mangia il pesce".
L'unico ricordo della breve avventura di Iago Falque con la Juventus resta l'apparizione nel Trofeo Berlusconi dell'agosto 2009, quando Ciro Ferrara lo manda in campo al posto del brasiliano Diego con la maglia di....Tiago. In panchina infatti non c'è quella del giovane spagnolo, così lo staff bianconero copre la T con lo scotch bianco e trasforma lo 0 del numero 30 in un 8. Peccato che proprio Iago sbagli il primo rigore della serie e qualche settimana dopo come detto venga girato senza troppi rimpianti al Bari.
Nonostante questo lo spagnolo rivive con piacere l'esperienza in bianconero, ritenuta evidentemente formativa per la sua crescita. Esperienza durante cui realizza ben 17 goal con la formazione Primavera e conquista due Tornei di Viareggio.
"E’ una parte della mia vita. Felice. Mi ha accolto, fatto crescere e questo mi ha aiutato per la vita".
Molto diverso è il giudizio di Iago Falque sull'avventura al Tottenham, con gli Spurs che lo girano in prestito ad Almeria e Rayo Vallecano prima del ritorno in Italia, nelle file del Genoa.
"E' stata la scelta sbagliata. Ho cercato i soldi e non la sfida sportiva. Ho visto la parte più brutta del gioco: ero solo un numero, zero considerazione".
IL FEELING CON GASP, LA ROMA E GLI ANNI D'ORO AL TORINO
In rossoblù invece finalmente Iago Falque trova la sua isola felice anche grazie a Gianpiero Gasperini, allora tecnico del Genoa, che gli concede fiducia come esterno del suo 3-4-3 tanto da chiudere la stagione con 13 goal in 32 presenze e meritarsi al termine della stagione la chiamata della Roma. Quella giallorossa però si rivela l'ennesima occasione mancata di una carriera mai del tutto decollata.
In realtà le cose nella Capitale iniziano bene: Iago Falque regala a Dzeko l'assist per il suo primo goal in Serie A contro la Juventus e debutta pure in Champions League, ma a gennaio sulla panchina della Roma arriva Luciano Spalletti e lo spagnolo complice anche qualche problema fisico viene utilizzato sempre meno.
"A Roma è stata un'esperienza bellissima, nella squadra più importante nella quale ho giocato. Mi sono potuto misurare con la Champions League e avevamo una squadra impressionante. Peccato che non siamo riusciti a vincere, ma avevamo un potenziale pazzesco".
Al termine della stagione le strade si separano, con Iago Falque che torna a Torino ma stavolta sulla sponda granata del Po dove vivrà gli anni migliori della sua carriera: 108 presenze, 32 goal e 21 assist in quattro anni .
"A Torino ho trovato la mia casa, la mia stabilità. Entrare in questo stadio, mettere questa maglia è diventato qualcosa di speciale per me. Non è come le altre squadre, qua sento che è la mia squadra”.
Getty ImagesIL RITORNO AL GENOA E LA SCOMMESSA BENEVENTO
Qualcosa però col tempo si rompe e così Iago Falque decide di ripartire dal Genoa, senza troppo fortuna. Lo spagnolo di Vigo quindi rientra al Torino ma non nei piani del nuovo tecnico Giampaolo, tanto che i granata la scorsa estate lo girano nuovamente in prestito, stavolta al Benevento.
"Il nostro obiettivo è la salvezza, ma siamo una squadra che vuole crescere. Mi hanno colpito molto la voglia di migliorare del club e lo sforzo che ha fatto la società per portarmi qui. Anche se siamo neopromossi vogliamo giocare un calcio offensivo, con giocatori di qualità, e tutte queste cose insieme mi hanno convinto ad accettare questo bel progetto. Se faremo le cose nel modo giusto, potremo far divertire la gente".
L'avventura alla corte di Pippo Inzaghi è a dir poco deludente anche a causa di continui problemi fisici che hanno permesso a Iago Falque di collezionare appena 11 presenze e un goal. Quindi la rottura e la lunga attesa di una nuova casa dove mostrare quel talento solo intravisto ai tempi de La Masia. Casa poi trovata lontano dall'Europa e dal calcio che conta. D'altronde ormai è chiaro, Iago Falque non è mai stato Messi ma il suo mancino a certi livelli era capace di fare la differenza. Chiedere per informazioni a Gasperini e Mazzarri.
