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GudjohsenGetty Goal

Gudjohnsen, dinastia del calcio islandese: dal mito di Eidur alle nuove leve

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Tra presenze simboliche e rappresentanze forti, in Europa esistono 12 paesi che contano la monarchia come forma di governo. Generazioni e generazioni di reali che hanno continuato a guidare il proprio paese nel bene e nel male, da lla Spagna al Lussemburgo. Nei paesi nordici, Re e Regina sono presenti in Danimarca? Sì. In Norvegia? Sì. In Svezia? Sì. In Islanda? No. Anche se la generazione presente per molti è quasi reale, troppo grande e potente nel corso del tempo per non essere definita tale. Non scava nella politica, ma rappresenta il popolo. 350.000 abitanti, una Nazionale calcistica capace di giocre i Mondiali russi e una dinastia praticamente monarchica, che dagli anni '80 al secondo decennio del nuovo milleniofa parlare di sè. I Gudjohnsen, reali d'Islanda.

C'era un tempo in cui pensare ad un giocatore islandese significava fare i conti con una sola risposta: Eidur Gudjohnsen. Del resto in una nazione così piccola i calciatori non crescono sugli alberi ai lati del verdi terreni di gioco di Reykjavik, Akureyri o Kopavogur. Gli amanti del calcio internazionale più disparato, oltre le classiche rotte aeree e marittime, potevano nominare altri giocatori provenienti dall'Isola del Ghiaccio, ma per il grande pubblico Islanda ha sempre fatto rima con Eidur. Del resto, la sua storia parla per lui.

La storia però racconta una realtà divera. Identica, ma differente. Perchè Gudjohnsen è stato il primo grande giocatore islandese, in un mondo calcistico che non conosceva nè Sigurdsson, nè Bjarnason, ma il suo nome era Arnor. Arnor Gudjohnsen, per molti più grande di Eidur, massima rappresentanza del calcio isolano. Il padre, dell'ex Chelsea.

Da lui è iniziata la dinastia dei Gudjohnsen, divenuta leggenda locale, e non solo, grazie al classe 1978, unico giocatore d'Islanda capace di vincere la Champions League. Il papà, però, ha cominciato a muovere i primi passi del movimento locale e famigliare, imbastendo un'idea in stile Avengers.

Un gruppo di islandesi eccezionali, provenienti dal suo DNA e non solo. Ha mostrato ai suoi concittadini e connazionali che anche la nazione nordica poteva avere successo nel calcio, tanto da diventare capocannoniere nel campionato belga, durante gli anni '80.

Arnor Gudjohnsen Eidur GudjohnsenWikipedia

Arnor giocherà 73 gare con la Nazionale islandese, segnando 14 goal. Qualcosa di dimenticato e perso nel buffo mondo delle rappresentative meno iconiche del pianeta, prima che la sua Nazione diventasse sospresa e icona, in senso positivo, nel mondo del calcio. Non solo Arnor diventa un idolo all'Anderlecht, ma riesce ad avere un'esperienza di buon livello nonostante la retrocessione al primo anno, con seguente immediato ritorno nella massima serie, in un campionato di più alto livello come quello francese, in maglia Bordeaux.

In Francia, Arnor gioca con futuri idoli di Francia come Deschamps, Dugarry e Lizarazu: tutti loro affronteranno la retrocessione, ma loro carriera non verrà inficiata da questo evento. Un discorso che accomuna anche l'era del più antico dei Gudjohnsen. Sarà il rappresentante del calcio locale, simbolo in giro per l'Europa e nel mondo. Nel 1978, quando ha appena 17 anni, la compagna dà alla luce Eidur. Vista la giovanissima età del padre, il piccolo crescerà letteralmente nei campi di calcio di tutta Europa.

Nel 1984 Eidur proverà a consolare Arnor, dopo il decisivo errore dal dischetto nella finale di Europa League (allora Coppa UEFA) tra l'Anderlecht e il Tottenham: coppa agli Spurs in seguito all'ultimo rigore sbagliato dai belgi, proprio causa conclusione intercettata al 23enne Gudjohnsen.

Eidur comincerà la sua carriera al Valur, una delle ultime squadre del padre. Un predestinato, si dice, un predestinato, a posteriori. Lo era a priori, si è confermato tale. Il triplo salto mortale dall'Islanda all'Olanda, fino alla Premier League, non lo tocca minimamente. E' di ghiaccio, viene dal ghiaccio, glaciale temperamento di chi è nato nel pallone e ha saputo farlo sua, senza pressioni. Esulta con il Bolton, vince la Premier League con il Chelsea, alza la Coppa dei Campioni con il Barcellona. Diventa il massimo marcatore nella storia della Nazionale islandese, superando il padre.

Già, la Nazionale islandese. Quel luogo mistico in cui, per la prima volta nella storia del calcio internazionale, padre e figlio giocano nella stessa partita: è proprio Eidur a sostituire Arnor nel 1996, in Estonia: enorme dispiacere per non essersi riusciti a scambiare il pallone in partita dopo averlo fatto epr anni nel giardino di casa, ma soddisfazione per avercela fatta, entrambi.

Eidur supera di gran lunga la fama del padre, ma riuscendo a toccare vette che il padre aveva solamente sfiorato, riporta in auge anche il suo nome, suscitando interesse ed emozione. Del resto Gudjohnsen junior chiude la carriera con 200 goal da professionista, nei migliori tornei d'Europa, vincendo sedici trofei d'elite e lasciando il segno indelebile nel calcio del terzo millennio. La storia si chiude qui? Si chiude e si apre, fenice.

Perchè il ciclo è continuo, la dinastia è appena iniziata. Il fratellastro di Eidur, anch'esso chiamato Arnor (con Borg secondo cognome), come il padre, non trova fortuna come i due Gudjohnsen più noti, ma viene comunque osservato in virtù della parentela: ha vent'anni, gioca nella prima serie islandese (nel Fylkir) ed ha tutta una carriera davanti per provare a seguire le orme della famiglia. Non è riuscito a lasciare il segno nello Swansea, ma ha cominciato ad assaggiare il grande calcio e davanti ad un'allineamento di pianeti ed una storia futura favorevole, non è detto non possa essere il migliore dei Gud. Occhio, però, vista la fortissima concorrenza.

Sono i figli di Eidur, altri tre giovani Gudjohnsen, a far parlare maggiormente di sè. Su tutti, Andri Lucas. Se il padre ha vinto la Champions con il Barcellona, l'attaccante dal biondo capello e dal fisico statuario, ha militato nelle giovanili del Real Madrid ed è stato inserito nella lista Champions della prima squadra, sotto Carlo Ancelotti. Nell'estate del 2022 però è stato ceduto al IFK Norrkoping dove milita attualmente.

Il ragazzo ha solo 20 anni, è nato a Londra, gioca per la Nazionale islandese con cui è anche andato a segno. Un mix culturale fatto giocatore, su cui tutti gli osservatori non hanno dubbi: può essere il più grande Gud di sempre, molto più del padre Eidur e del nonno Arnor. Ha dalla sua i geni da letale bomber e di crescere in un calcio moderno in cui se hai tali attributi, tramite social e potenza delle big, puoi andare oltre ogni mito del passato.

Andri Lucas è il mentore di Daniel Tristan, che di anni ne ha 16 e come lui ha fatto parte delle squadre giovanili del Real Madrid prima di trasferirsi al Malmoe, ma ha meno esperienza del fratellone Sveinn Aron, il primo figlio di Eidur Gudjohsen. Attualmente all'IF Elfsborg, classe 1998, è stato tesserato dello Spezia, con il quale ha segnato due reti in Serie B nel 2019/2020. Non vuole essere solamente un figlio d'arte, vuole essere SAG, in stile premio cinematografico, Sveinn Aron Gudjohnsen e non solo Gud.

Andri Lucas, Daniel Tristan, Sveinn Aron e Anor Borg, sono i quattro Gudjohnsen in carriera nel 2022. Il padre è assistente nella Nazionale maggiore, tanto da poter mostrare il suo lato più caldo e meno di ghiaccio al momento dell'esordio nella rappresentativa maggiore da parte di Andri e Sveinn, incoraggiandoli e augurandogli buona fortuna con un bacio sulla guancia, da genitore. Il capofamiglia, Arnor, si gode il suo operato. Re, senza corona. Ancor meglio.

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