Spagna-Ucraina sarà una partita di grandi firme. In panchina addirittura più che in campo. Luis Enrique, una colonna della Roja, contro Andriy Shevchenko, forse il calciatore ucraino più importante e iconico. Soprattutto, però, Luis Enrique contro Mauro Tassotti. L’uno di fronte all’altro per la quarta volta. Uno da capo allenatore, l'altro da vice di Sheva. Le prime due, nella stagione di Serie A 2011/12, quando Lucho allenava la Roma e Tassotti era il vice di Allegri. L’ultima, poco più di un mese fa in un 4-0 tra Spagna e Ucraina. Uno da capo allenatore, l’altro da assistente. 26 anni dopo un episodio che ha fatto la storia: la gomitata del Mondiale 1994.
Quarti di finale, Foxboro Stadium, una trentina di km da Boston. Nella casa dei New England Patriots Italia e Spagna si danno battaglia per un posto in semifinale. Ad attenderle in semifinale l’outsider Bulgaria. Quando si entra nel recupero, il punteggio è di 2-1 per gli uomini di Sacchi. Firmato Baggio: prima Dino, poi Roberto. In mezzo un goal di Caminero reso vano. Gli azzurri vedono lo striscione del traguardo, ma devono difendersi dagli assalti ai pali di Pagliuca. Il tempo corre, la tensione è alle stelle. E Mauro Tassotti, terzino destro degli azzurri, la sente più degli altri.
Dall’alto della sua esperienza, compie un gesto che può costare caro a tutta la squadra. La palla è sulla destra, sta per piovere un cross sul secondo palo. Il difensore del Milan rifila una gomitata in faccia a Luis Enrique, che sta entrando in area ed è pronto a tuffarsi sul pallone. Tassotti apre il braccio, lo stende. La palla passa attraverso l’area. Quando l’azione termina, monta la protesta spagnola. Luis Enrique si butta a terra davanti all’arbitro, l’ungherese Puhl. Ha il volto insanguinato, entra anche la barella. Gli azzurri parlano con Tassotti, evidentemente scosso, conscio di aver compiuto un errore. Gravissimo.
Getty ImagesL’arbitro, però, decide di lasciare correre. Incredibilmente. Tra lo sgomento generale spagnolo e un po’ la sorpresa degli azzurri. Non si fermano le tensioni, Costacurta va testa a testa con un avversario. Il triplice fischio manda l’Italia in semifinale tra le polemiche. Che ovviamente non sono destinate a placarsi. La prova tv, la prima nella storia, fa luce. Le immagini video sono evidenti. Otto turni di squalifica a Tassotti. Fuori per la semifinale, fuori per la finale. Dopo Baresi, alle prese con problemi fisici, Sacchi perde un altro pilastro della sua difesa. L’avventura statunitense degli azzurri si concluderà sulla costa occidentale come tutti ormai conoscono. Peraltro, finale arbitrata proprio da Phil. Che Tassotti vede soltanto dalle tribune di Pasadena.
“Mi presi otto giornate di squalifica che, di fatto, segnarono la fine della mia avventura in maglia azzurra. A 34 anni, per me fu la fine. Mi giocai l’opportunità di disputare una semifinale e una finale mondiale, un disastro. Ho commesso un errore e il destino mi ha presentato il conto. Me ne pento ancora. Non fu un gesto volontario o premeditato. Fu semplicemente un gesto istintivo di cui mi sono pentito un minuto dopo”.
In seguito, Tassotti si è scusato con Luis Enrique. Entrambi ci hanno messo una pietra sopra e quando si rivedranno di nuovo si stringeranno la mano. Come è sempre accaduto. Perché il tempo passa.
