GOALQuante vite in una sola vita ha vissuto Gigi Buffon? Tante, tantissime. La vita da sbarbatello che ne combinava di ogni colore, la vita da bambino prodigio del calcio, la vita da portiere più pagato della storia del calcio. E ancora: la vita da campione del Mondo, da bandiera della Juventus e, ormai da anni, da icona amata e ammirata in tutto il pianeta (anche il Parma).
Oggi Buffon ha 45 anni, è un uomo fatto e finito nella vita e nel calcio, tanto da ritornare al Parma dopo aver accettato con serenità - lui che da tanti viene considerato il miglior esemplare di portiere della storia del pallone - il ruolo di vice Szczesny. Eppure, qualche anno fa esisteva anche un altro Buffon. Talento a chili in campo, qualche questione fuori. Più alcune scelte numerologicamente piuttosto discutibili.
Per l'ultima stagione alla Juve Buffon ha scelto il 77, perché "l'avevo utilizzato a Parma e mi aveva portato fortuna, visto che poi mi ero trasferito alla Juventus". Tutto bene. Ma ricordate quando Gigi si era impuntato per giocare con lo 00, e poi con l'88, scatenando un putiferio? Pare una vita fa, a ripensarci oggi.
Estate 2000. Buffon ha appena perso il treno per gli Europei per un infortunio rimediato in amichevole contro la Norvegia. Il grande eroe della spedizione azzurra in Belgio e Olanda è stato Francesco Toldo, nonostante la finale persa amaramente contro la Francia. E così Gigi pensa a un modo simbolico per rialzare la testa: cambiare numero, appunto. Via il classico 1, ecco... lo 00, che oltre ad essere regolarmente utilizzato in NBA è una cifra che rappresenta le "palle", gli attributi, quelli che Buffon ritiene di avere dopo la delusione di qualche settimana prima. Ma c'è un problema: il numero non è previsto nei regolamenti della FIGC.
Bene, pensa Buffon. Non posso avere lo 00? Ripiego sull'88. Quattro palle, anziché due. Ma la toppa, seppur involontariamente, diventa peggio del buco: la comunità ebraica insorge, sostenendo che in ambiti neonazisti quell'88 significa "Heil Hitler", visto che l'ottava lettera dell'alfabeto è proprio l'acca.
ImagoL'eco delle proteste, e le polemiche che ne seguono nei giorni seguenti, è talmente grande che Buffon deve rendere pubblicamente conto della propria scelta:
"Volevo lo 00, come in NBA, oppure lo 01, ma sono vietati. Il 99 era di Guardalben, col 69 qualcuno si sarebbe offeso, col 66 se la sarebbe presa il Vaticano. Così restava solo l'88, che per me è il numero della forza. Il nazismo? Nulla di più lontano da me. La mia famiglia mi ha sempre spiegato cosa fosse l'olocausto".
Anche la comunità ebraica, attraverso il proprio presidente Leone Paserman (eletto proprio qualche mese prima), si scusa:
"Uno spiacevole equivoco, ma è meglio che Buffon stia maggiormente attento: aveva già indossato una maglietta con la scritta 'Boia chi molla'...".
Sarà anche "uno spiacevole equivoco", ma sta di fatto che alla fine Buffon deve rinunciare ai propri propositi simbolici: niente 00, niente 88, spazio alla numero 77 che, almeno questa, non trova ostacoli sulla propria strada. È così che Supergigi affronta il suo ultimo campionato a Parma, il 2000/2001, prima di trasferirsi alla Juve 12 mesi più tardi. Poi sarà un proliferare di numeri 1, con una spruzzata di 18 (al PSG) e di nuovo l'1 al Parma.




