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Giampaolo GFXGoal

Giampaolo contro il suo passato: l'allenatore del Torino ed il flop al Milan

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Guardando il Milan capolista che gioca bene, vince a raffica ed è soltanto all'inizio di un nuovo esaltante progetto, sembra impossibile pensare che una stagione fa, la squadra rossonera faticava da matti e cambiava allenatore in corsa dopo appena due mesi dall'inizio di campionato.

Marco Giampaolo veniva annunciato dal Milan nell'estate del 2019, a giugno, con una scelta a sorpresa di Maldini e Boban, che puntavano tutto sull'ex allenatore della Sampdoria, reduce proprio da grandi cose fatte intravedere con la squadra blucerchiata. Recitava così il comunicato del Diavolo, pregno di belle speranze:

"AC Milan comunica che, a partire dal 1° luglio 2019, affiderà la conduzione tecnica della Prima Squadra a Marco Giampaolo, attraverso un contratto con il Club rossonero fino al 30 giugno 2021, con un’opzione per il rinnovo fino al 30 giugno 2022".

Giampaolo alla Sampdoria aveva fatto vedere un gioco brillante, un gioco che ricordava molto quello di Maurizio Sarri fatto a Napoli ed Empoli (tanto che il club toscano aveva scelto proprio Giampaolo per sostituire Sarri).

Aveva le stigmate del 'Maestro di calcio' e il Milan aveva deciso di far partire il nuovo ciclo proprio dal gioco, dal pallone, dalle idee di questo nuovo allenatore. Risultato: un fallimento, una terribile partenza stagionale per il Diavolo, che però porterà Maldini e la società alla scelta di affidare la panchina a Stefano Pioli in autunno. Non tutto il male viene per nuocere...

"La storia del Milan racconta di un club che ha sempre ricercato la bellezza e l'estetica, oltre al risultato. O meglio, raggiungere il risultato attraverso il gioco. Il Milan ha la cultura del gioco, ha vinto titoli proponendo calcio. La mission è questa, vogliamo giocare un calcio appetibile e affascinante e, attraverso questo, vincere le partite. In quanto a cultura, penso di essere in un club dove c'è conoscenza di cosa significa giocare a calcio".

Partiamo dall'inizio. Giampaolo impone sùbito le sue idee, da allenatore un po' integralista: vuole schierare il Milan con il 4-3-1-2, suo classico modulo. Ma in quel momento il migliore giocatore della squadra è Suso, autentico esterno destro offensivo in un attacco a tre.

Un equivoco che si trascinerà con il tempo. Suso giocherà da trequartista, ma non renderà mai ai suoi livelli del passato. In attacco non si riesce a trovare una coppia che possa ripetere quanto fatto vedere alla Sampdoria da Quagliarella e Schick.

La squadra soltanto a tratti fa vedere un gioco pregevole, ma quello che viene a mancare sicuramente sono le vittorie, i risultati. Il suo Milan sarà ricordato soprattutto per mancanza di carattere e personalità.

Esordisce in Serie A sulla panchina dei rossoneri il 25 agosto, nella sconfitta per 0-1 contro l'Udinese. Raccoglie altre tre sconfitte nelle successive cinque giornate, diventando il secondo allenatore a perdere quattro delle prime sei partite alla guida del Milan, dopo Italo Galbiati nel 1982, e il primo a perderne quattro delle prime sei in campionato da 81 anni a quella parte.

Nelle sole sette partite disputate di Serie A (la sua avventurà durerà appena 112 giorni) vincerà solo tre partite, contro il Brescia, il Verona ed il Genoa (partita che gli costerà tra l'altro l'esonero nonostante i tre punti).

"Volevo che la squadra uscisse a testa alta. Aspetto di vedere giocare meglio questa squadra a calcio quando avrà più leggerezza, ora volevo altre caratteristiche. Bisogna raschiare il fondo del barile sul piano temperamentale, mi è piaciuto come abbiamo sofferto ma anche la sofferenza deve essere più razionale".

Questa la dichiarazione di Marco Giampaolo nel post-partita di Genoa-Milan. Il tecnico evidentemente vedeva ancora un futuro alla guida della squadra rossonera, anche se la società non era dello stesso preavviso.

In mezzo le sconfitte contro Udinese, Inter, Fiorentina e proprio il Torino, squadra di cui adesso è allenatore e con cui cerca di lottare nelle basse posizioni della classifica. Anche stavolta, come una stagione fa, l'avventura di Giampaolo è partita tutt'altro che bene.

Tantissime sconfitte nelle prime giornate, una posizione sempre in bilico, ritiri, ma con un presidente che stavolta si è esposto più volte pubblicamente per confermare la posizione del suo allenatore. Urbano Cairo anche nei momenti più difficili ha infatti sempre stimato Giampaolo.

Non si può certo dire che adesso la situazione sia esaltante o che la classifica sorrida ai granata, ma la squadra ha cominciato a rosicchiare qualche punto, a portarsi al quart'ultimo posto. Contro il Milan, Giampaolo potrebbe togliersi qualche sassolino dalla scarpa, anche per una questione personale, oltre ad una situazione generale che impone la necessità di collezionare altri punti.

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