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Jamal Musiala Germany JapanGetty

La Germania sulle spalle di Musiala: la star 19enne del Bayern Monaco che non sente la pressione

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Con 12 goal e 10 assist, Jamal Musiala ha raggiunto la sua prima doppia doppia stagionale in carriera. Dettaglio: lo ha fatto dopo un terzo di stagione, e non ha ancora compiuto 20 anni. Lo farà il prossimo febbraio. Il regalo di compleanno spera di farselo in anticipo, in Qatar, magari per la precisione il 18 dicembre, giorno della finalissima. Già esserci per lui è in qualche modo un successo.

Classe 2003 e non sentirla. La maturità con cui il numero 42 veste la maglia del Bayern Monaco è quella dei grandissimi, tanto che i paragoni addirittura con Messi sono già scattati. Ci ha pensato Lothar Matthäus, che in passato aveva detto di rivedersi in lui.

“Per me è un onore enorme” ha detto Jamal in conferenza stampa dal ritiro tedesco, “ma penso che sia molto difficile paragonarsi a uno come lui, è stato al top per tutta la sua carriera. E poi io voglio fare il meglio come Jamal, non pensando a Leo”.
Jamal Musiala Germany 2022Getty Images

Il ragazzo avrebbe tutti i motivi per sentire la pressione e viverla come un freno: un contratto milionario firmato pochi giorni dopo la maggiore età, la scelta eternamente contesa tra l’Inghilterra (dove è cresciuto e di cui ha indossato la maglia a livello giovanile, insieme a Bellingham tra l'altro) e la Germania (paese della mamma dove è nato). Ha scelto di rappresentare la Mannschaft e ne è già un trascinatore. Con lui in campo succedono cose che senza di lui non capitano. Un po’ come nel Bayern.

Eppure, in tutto questo, lui sembra sempre imperturbabile, sicuro di sé, delle sue giocate, concentrato. Ha tutte le doti che si riconoscono ai fenomeni dello sport.

“La pressione non la sento molto, in generale. Penso più alle mie prestazioni e alle cose che io posso influenzare. Sono già molto auto-critico e raramente son soddisfatto al 100% del mio rendimento: vedo sempre miglioramenti”, ha ammesso a GOAL e Spox.

L’unica volta in cui si è sentito veramente soddisfatto è stato dopo il 4-0 rifilato dal Bayern al Leverkusen lo scorso 30 settembre, in cui ha segnato un goal e servito due assist ai compagni. In 39 minuti totali. Eppure da fuori di partite in cui è stato il migliore in campo se ne contano svariate. Si è persino costruito la sua ‘signature move’, il tiro all’angolino basso con precisione chirurgica.

La forza di Musiala è tecnica prima, mentale poi. L’ha costruita nel corso dei suoi anni adolescenziali e anche tutti’ora: leggeva molti libri, soprattutto quelli di allenatori di basket, come quello di Tim Grover, ex allenatore personale di Michael Jordan e Kobe Bryant, e quelli del grande Phil Jackson.

“Quando voglio staccare un po’ guardo la NBA, gioco a basket o alla PlayStation, con cui riesco anche a stare in contatto con i miei amici in Inghilterra”.

Distrazioni che valorizzano il tempo in cui si concentra sui sui obiettivi, quelli che ha chiari da sempre. Non ha paura di ammettere che punta a vincere il Pallone d’Oro, il Mondiale, la Champions League. Vuole arrivare al top e non sente la pressione di doverci arrivare. Quella fase l’ha già superata.

“La sentiva già a nove anni quando giocava nei derby con l’Arsenal, erano partite che sentiva molto, ma già da piccolo si ispirava a frasi di grandi atleti”, racconta a GOAL e Spox un membro della sua famiglia.

Tutti ingredienti che ne fanno oggi un ragazzo quasi prodigio, assoluto centro di gravità del primo Bayer Monaco post Lewandowski e probabilmente anche della Germania. Più di Müller, più di Sané e Gnabry, di Havertz e degli altri. L’attacco tedesco è sulle spalle del ragazzo che il Bayern ha soffiato al Chelsea nel 2019 — e la Germania all’Inghilterra. Facendo probabilmente il miglior affare di sempre.

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