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Antonio Conte Inter 2021Getty Images

Gazzetta dello Sport - Conte-Inter, sarà divorzio: si tratta per la buonuscita

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C'era grande attesa per il summit di fine stagione tra Antonio Conte e Steven Zhang, decisivo per mettere a punto le strategie future: un rinvio dopo l'altro ha fatto germogliare il seme del dubbio, fino alle ultime clamorose indiscrezioni riportate da 'La Gazzetta dello Sport'.

L'incontro tra allenatore e presidente dell' Inter, se ci sarà, servirà solo per stringersi la mano e dirsi addio: sembra essere proprio agli sgoccioli l'avventura milanese di Conte, che pare non aver accettato di buon grado il ridimensionamento proposto dalla società per contenere i costi che la pandemia ha reso sempre meno gestibili, tanto da rendere necessario un finanziamento da parte del fondo Oaktree per la cifra di 275 milioni di euro.

Il tecnico salentino temerebbe l'eventuale indebolimento che potrebbe interessare la squadra sul mercato e, allo stesso tempo, sarebbe fortemente dispiaciuto all'idea di non dare continuità ad un progetto ben avviato, che domenica ha raggiunto il suo apice con la festa per uno Scudetto aspettato per ben 11 anni.

Conte si è confrontato con i dirigenti che gli hanno prospettato lo scenario di austerity  invocato dalla società: c'è la necessità di chiudere il mercato estivo con un forte attivo (100 milioni) e l'obiettivo sarebbe raggiunto solo grazie a qualche sacrificio in uscita, che si tratti di un big o comunque di qualche giocatore titolare. L'altro paletto fissato riguarda l'abbattimento dei costi del monte ingaggi per il 15-20% attraverso il mercato: all'addio di Kolarov (che guadagna 3 milioni), ad esempio, corrisponderebbe il ritorno di Dimarco che ha uno stipendio annuo di un milione. Si farà di tutto per continuare a competere per lo Scudetto ma, alla luce di questi paletti, dovrà essere l'abilità dei dirigenti in sede di mercato a preservare il tasso qualitativo della rosa pur con spese più ridotte.

Steven Zhang è dispiaciuto all'idea di doversi separare da Conte, pur consapevole che affrontare un'altra stagione con questi costi e senza dei ricavi adeguati sarebbe un bagno di sangue: l'ufficialità dell'addio potrebbe arrivare già entro le prossime 48 ore e all'allenatore sarà riconosciuta una cifra per il lavoro svolto in queste due stagioni, che comunque non dovrebbe essere inferiore ai 6 milioni, ossia alla metà dei 12 netti di stipendio percepiti a Milano.

Ma chi prenderebbe il posto di Conte? Il quotidiano milanese fa quattro nomi: il primo è quello di Allegri, nel mirino anche della Juventus e probabilmente l'unico che lenirebbe in maniera decisa il dolore per la separazione dal salentino; più defilato è Sarri, anche se in tal caso sussisterebbero delle perplessità sull'adattabilità dell'attuale rosa nerazzurra allo stile di calcio caro all'ex Napoli, abituato prima di tutto a far divertire con una fitta trama di passaggi.

Presenti anche le suggestioni Mihajlovic e Simone Inzaghi: il serbo è un ex in quanto ha militato a Milano dal 2004 al 2006, prima di intraprendere l'avventura in panchina come secondo di Roberto Mancini; il secondo potrebbe lasciare la Lazio al termine del contratto in scadenza il 30 giugno e non va messo da parte.

Con l'addio di Conte - il Tottenham sarebbe affascinato all'idea di averlo in panchina, come riferito dal 'Corriere della Sera' - anche alcuni giocatori molto legati a lui potrebbero decidere di fare le valigie: il primo pensiero va ad Hakimi che, per sua stessa ammissione, ha rivelato di aver scelto il progetto interista perché convinto dall'allenatore. La società dovrà presentare argomenti e rassicurazioni importanti per evitare una diaspora che avrebbe un effetto catastrofico sulle ambizioni di tornare ai vertici anche in Europa, dopo aver raggiunto l'obiettivo sul territorio italiano: a quanto pare, senza Conte al timone.

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