Gareth Bale Real Madrid GetafeGetty

Gareth Bale e il Real Madrid: l'amore mai sbocciato tra il robot e i Galacticos

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Un robot. Più volte Gareth Bale si è beccato questo accostamento, volto ad evidenziarne le movenze, ordinate e decise, ma anche l’aspetto fisico ed un volto che, durante i 90 minuti, sembrava non lasciar trasparire alcuna emozione.

Fisico da centometrista, scatto supersonico, progressione da urlo: Gareth Bale era la classica forza della natura che, per definizione, è talmente straripante da poter far bene in qualsiasi ruolo. Così, per lo meno, si è soliti dire quando un ragazzino, nel settore giovanile, sovrasta per struttura fisica i compagni.

Se tale equazione vale però anche nel calcio “dei grandi”, vuol dire che sei una star. E Gareth Bale lo è stato, seppur molto meno di quanto sarebbe potuto diventarlo.

I calciatori capaci di nascere terzini ed arrivare a giocare come centravanti, per di più con addosso una maglia come quella del Real Madrid, si contano sulle dita di una mano. Una trasformazione tattica e fisica che ha reso il gallese uno dei giocatori più pagati nella storia del calcio. “Troppo”, secondo qualcuno. Forse sì, tenuto conto della resa avuta con addosso la maglia dei ‘Galacticos’, ma probabilmente la scintilla tra Bale e il Real non è mai scoccata e ciò ne ha influenzato inevitabilmente l’ascesa.

100 milioni di euro: mai nessuno, prima di lui, era stato pagato così tanto. Nemmeno Cristiano Ronaldo, nonostante il Real Madrid in un primo momento avesse lasciato trapelare una cifra diversa (91 milioni di euro) che avrebbe permesso a CR7 di conservare la corona del “più pagato di sempre”.

Tottenham Bale Champions League 2010

È l’estate del 2013 quando il giocatore più ambito sul mercato lascia il Tottenham per firmare col Real Madrid, alla disperata ricerca della Decima. E Decima sarà alla fine di quella stagione, anche grazie al determinante contributo di Bale, autore di 6 goal in Champions League, uno dei quali determinante in finale contro l’Atletico Madrid: proprio quello del 2-1 valso il sorpasso ai supplementari.

Insomma, definire Bale un “flop” appare alquanto fuori luogo. Tuttavia, dal calciatore più pagato di sempre (almeno fino a quel momento)  era lecito attendersi di più. Gli infortuni, però, non l’hanno mai lasciato in pace così come l’ombra di Cristiano Ronaldo, idolo assoluto al Bernabeu, che non gli ha mai permesso di brillare di luce propria.

Nemmeno l’addio di CR7 ha consegnato a Bale la ribalta: nella stessa estate del trasferimento di Ronaldo alla Juve, infatti, anche il gallese – fresco eroe della finalissima contro il Liverpool con una doppietta indimenticabile – avrebbe dovuto lasciare il Real come il portoghese, salvo poi rimanere alla corte di Lopetegui, poi rimpiazzato da Zidane.

Il rapporto col club, però, non tornerà mai a livelli accettabili. L’apice, probabilmente, fu raggiunto nel novembre 2019 quando, una volta conquistato l’accesso ai prossimi Europei con la propria Nazionale, Bale mostrò uno striscione che non ebbe bisogno di molte spiegazioni: “Galles. Golf. Real Madrid. In quest’ordine”. Apriti cielo.

Gareth Bale Wales flag - Wales Golf Madrid in that order

Negli ultimi anni ha fatto del fisico la sua arma migliore, ma la velocità che lo ha reso famoso (e costoso) non l’ha certo persa, sebbene probabilmente non sia più devastante come ad inizio carriera.

Come dimenticare il suo autentico show a San Siro con la maglia del Tottenham contro l’Inter fresca di Triplete? I nerazzurri dominano il match, portandosi addirittura sul 4-0, ma il punteggio finale sarà di 4-3. E i tre goal degli ‘Spurs’ portano tutti la stessa firma, quella di Gareth Bale. Tre goal in fotocopia, tre accelerazioni incredibili sotto il naso di Maicon e Javier Zanetti, non proprio gli ultimi arrivati.

E al ritorno, se possibile, a Maicon andrà ancora peggio. A White Hart Lane il Tottenham travolge l’Inter, il punteggio finale è di 3-1. Stavolta Bale non segna, ma trasforma la serata del brasiliano in una notte infernale: il brasiliano non lo prende davvero mai e nel corso della ripresa dagli spalti parte il coro “Taxi for Maicon”, a sottolineare lo strapotere del gallese in velocità.

Strapotere che in un’altra delle immagini più iconiche della sua carriera, Gareth Bale ha dimostrato anche con la maglia del Real Madrid, in occasione di un sentito match contro i rivali del Barcellona: in palio al ‘Mestalla’ di Valencia c’è la Coppa del Re e proprio quando la gara sembra pronta per scivola ai tempi supplementari, ecco arrivare Gareth Bale. Sul punteggio di 1-1, il gallese riceve palla e con un’accelerazione impossibile da spiegare, prova a lasciare sul posto Bartra, ma per aggirarlo opta per una traiettoria più lunga, varcando addirittura la linea laterale e passando per l’area tecnica. Fa comunque prima del difensore blaugrana, riprende il pallone e segna, regalando il trofeo ai Galacticos e a tutti noi un goal difficile da dimenticare, sebbene siano passati quasi sette anni.


Bale non è mai andato vicino al Pallone d’Oro, ottenendo come miglior piazzamento il 6° posto nel 2016. Non troppo bene per un calciatore che, ha avuto addosso la scomoda etichetta del “più pagato di sempre”.  Ma il peso specifico dei 106 goal realizzati con la maglia dei Merengues, a conti fatti, è valso molto più dell’investimento. Seppur tra tanti rimpianti per ciò che poteva essere. 

Archiviato il lungo capitolo Real Madrid, con un prestito al Tottenham in mezzo, il fuoriclasse gallese ha intrapreso un'altra avventura negli Stati Uniti, dove ha firmato col Los Angeles FC, nuova squadra anche di Giorgio Chiellini con cui ha vinto la MLS: un taglio netto col calcio europeo, nel tentativo di riacquistare la pura gioia di giocare a calcio che in questi anni si è vista in pochissime occasioni. Fino al ritiro, annunciato a sorpresa subito dopo i deludenti Mondiali in Qatar giocati col suo Galles.

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