Alcuni momenti ti segnano per la vita, specie nel calcio, specie nei tempi moderni in cui basta un video virale per guadagnarsi il famoso quarto d’ora di fama teorizzato da Andy Warhol. MarkFlekken il suo primo l’ha avuto il 24 febbraio 2018, quando era il portiere del Duisburg e giocava in 2.Bundesliga: mentre si dissetava convinto che la sua squadra avesse segnato un goal poi annullato, Kutschke, attaccante dell’Ingolstadt, segnava il più facile dei tap-in. Come un bug di FIFA nella vita reale.
“Ho visto tutti i miei compagni che esultavano, non ho presto attenzione al guardalinee, così mi sono girato per bere. Penso sia l’ultima volta in cui mi porto la borraccia in porta”.
Borraccia finta all’asta per beneficienza, ma che rimarrà anche nella sua memoria. Anche se 4 anni dopo di Flekken non si parla più come “quello della papera”. Anzi: è uno dei migliori portieri della Bundesliga con il Friburgo ed è entrato anche nel giro della nazionale olandese, ha giocato da titolare nelle ultime due uscite e probabilmente andrà a giocare i Mondiali. Altro che “quello della papera”.
Già nell’estate 2018 il Friburgo aveva deciso di investire su di lui una paio di milioni di euro per tenerlo come secondo di Alexander Schwolow, ruolo ricoperto onorevolmente. Dopo la dipartita di quest’ultimo direzione Berlino nell’estate 2020, Streich aveva deciso di dare la maglia da titolare proprio a Flekken, che però nella fase di preparazione della stagione ha rimediato la frattura del gomito in allenamento.
Il club è corso ai ripari prendendo Florian Müller (attuale numero uno dello Stoccarda) in prestito, ma era deciso ad aspettare Flekken, che sarebbe tornato in primavera e che avrebbe tenuto i gradi di titolare anche nella stagione seguente — ovvero, quella in corso. Scelta decisamente oculata e che ha portato i suoi frutti.
Quest’anno Flekken si è imposto come uno dei migliori portieri della Bundesliga: record di clean sheet con Neuer e Zentner, la percentuale di parate più alta tra i titolari della lega. Il ‘kicker’ nei suoi ranking lo ha inserito tra i portieri di “classe internazionale” della lega insieme a Neuer, Kobel e Sommer.
(C)Getty ImagesA riprova che quella papera, che peraltro non costò nemmeno un punto e arrivò dopo un rigore parato, fu un neo in una stagione di altissimo profilo, come era stata anche la precedente in 3.Liga sempre con le Zebre. E il Friburgo ci aveva visto giusto. Così come ci aveva visto giusto Flekken, nato a Kerkrade, città di confine tra Olanda e Germania, a lasciare il Roda scegliere l’Alemannia Aachen e il calcio tedesco per iniziare il suo percorso.
Non ha più passato il confine a livello di club, ma lo ha fatto lo scorso ottobre per vestire la maglia della nazionale olandese, convocato da Louis van Gaal. Lo scorso marzo ha persino giocato da titolare contro Danimarca e Germania le prime due partite in Oranje. Non era mai stato preso in considerazione nemmeno a livello giovanile.
“Non me l’aspettavo, specialmente per come è arrivata. Dal momento in cui il CT ha pronunciato il mio nome a quello in cui sono arrivato in ritiro è successo tutto molto velocemente. Non ho parole, è fantastico. Un sogno che si realizza”.
L’obiettivo di Flekken è ora quello di arrivare a giocarsi il Mondiale in Qatar da titolare. Prima, però, ne ha altri due da centrare con il Friburgo: un posto nella prossima Champions League, prima volta per la storia del club, e la DFB-Pokal, dopo aver raggiunto la finale.
“Me l’avessero detto a inizio anno avrei detto che era da pazzi pensarlo”, ha detto dopo l’1-3 sul campo dell’Amburgo in semifinale. A 28 anni, Flekken vive il suo vero momento di gloria. Ben più di un quarto d’ora.


