Il 1976 per la storia della musica è tradizionalmente riconosciuto come l’anno della definitiva consacrazione degli ABBA, quasi in contemporanea con l’affermazione di Ashra, della sua musica “trascendentale” e delle diverse correnti culturali che si rifanno al concetto di “New Age”: insomma, il mondo si divide, spinto da un lato dalla voglia di godere appieno di una vita freneticamente votata al divertimento e ai piaceri e dall’altro da uno spiritualismo che avrebbe voluto fondare, in maniera concreta, un nuovo mondo. Dale Vince sceglie la seconda via: a 15 anni lascia la scuola e diventa un “New Age traveller”, uno di quei viaggiatori con zaino in spalla e un van come casa. Sono scelte.
Vi chiederete cosa c’entri il buon Dale con il mondo del calcio, ma ci arriviamo, chiaramente: premettiamo, comunque, che fino al 2010 per tutti era solo il titolare di Ecotricity, compagnia elettrica, e uno dei principali imprenditori legati al settore delle energie rinnovabili. Nulla più. Nello stesso anno, invece, il Forest Green Rovers è ancora bianconero, il suo stemma era una chiara citazione a quello del Barcellona e al New Lawn, lo stadio della squadra, possono essere consumati pasti a base di carne. Ancora per poco.
Oggi il Forest Green milita in Football League One: è un traguardo storico per un club che non era mai riuscito ad andare oltre la Football League Two. L’ha raggiunto vincendo il campionato con due giornate d’anticipo, nella passata stagione. Le cose, dal punto di vista calcistico, non vanno poi così bene: è reduce dal pareggio contro il Charlton e ne ha vinta solo una, contro l’Accrington, grazie alle reti di Brown e March. Festa grande al New Lawn: è una squadra, comunque, molto diversa da quella del 2011.
Che, poi, è l’anno in cui Dale Vince attua la sua “rivoluzione” calcistica: cambia, innanzitutto, il logo. Non più quello “rubato” al Barcellona, ma una composizione circolare con un leone e un unicorno. Dalla stagione successiva modifica i colori sociali. Non più il bianco e il nero, ma il “lime” e il nero. “Lime”, sì: un verde chiaro, ovviamente simbolo della missione “New Age” di Vince.
“New Age” perché la sostenibilità e il rapporto con la natura e con l’ambiente sono diventati i principali aspetti del progetto del Forest Green: Vince vieta la carne rossa dalla dieta dei calciatori, poi toglie la carne dal menu dei chioschi presenti al New Lawn. Addio hot dog. Si mangia vegetariano.
Getty“Another Way”, un’altra via, è il nome del progetto legato alla sostenibilità: lo stadio del Forest Green muta, vengono installati diversi pannelli a energia solare (180 i primi), che permettono di produrre il 20% (circa) dell’energia richiesta annualmente dall’impianto, persino i pannelli luminosi si autoricaricano con l’energia solare. Il manto erboso? Totalmente organico, irrigato con le acque raccolte dalle piogge. Anche il tagliaerba è rivoluzionario: “Etesia” usa la tecnologia GPS per muoversi da solo per il campo.
Certo, non mancano gli aspetti controversi: nell’aprile del 2022 Dale Vince ha annunciato di voler vendere Ecotricity per entrare in politica, ammettendo di aver finanziato, in parte, la protesta “Just Stop Oil” culminata con le invasioni di campo e con i ragazzi “legati” ai pali delle porte di Premier League. Sul fondo del retro della maglia del Forest Green è presente il logo di "Sea Shepherd", l’organizzazione senza scopo di lucro che si occupa della salvaguardia della fauna ittica e degli ambienti marini, al centro di diverse controversie. Pazienza.
GettyDal punto di vista calcistico, ma nutrizionale, sia la dieta dei giocatori in trasferta che i pasti serviti al New Lawn sono diventati ormai totalmente vegani, tanto da far guadagnare al Forest Green il titolo di “club più ‘verde’ del mondo”, assegnato dalla FIFA. Ma ci mancherebbe: a completare il progetto di Vince, nel dicembre del 2019 è stato approvato il progetto per la costruzione del nuovo stadio, l’Eco Park, ideato da Zaha Hadid e con una capienza iniziale di 5mila posti (espandibile). Ma, soprattutto, totalmente in legno.
Sorgerà a Eastington, nella contea del Gloucestershire, a meno di 20 minuti in auto da Nailsworth, la città originaria del Forest Green che, intanto, guidata da Ian Burchnall prova ad aggrapparsi alla Football League One, dopo averla conquistata con fatica e orgoglio. Ah, sì: sfoggiando il bianconero sul campo del Mansfield, nella festa dopo l’ultima partita della scorsa stagione. Perché va bene tutto, ma le radici non possono essere estirpate. Nel caso dei “Green Devils” in tutti i sensi, simbolico e ideologico.


