Di ritorno alla Roma, dal PSG, le prospettive di Alessandro Florenzi erano difficili da interpretare: aveva appena vinto gli Europei con l'Italia, ma le ultime esperienze, tra Valencia, in Spagna, e Francia avevano lasciato qualche dubbio.
Il Milan ha senz'altro rappresentato un'opportunità importante per il suo rilancio, effettivamente avvenuto nella stagione passata e culminato con la conquista dello Scudetto con i rossoneri.
"Il Milan ha avuto fiducia in me quando pochi l’avrebbero fatto, anche se mi aveva già cercato".
Intervenuto a "La Gazzetta dello Sport", Florenzi ha ricostruito i passaggi del suo trasferimento a Milano, e dunque dell'inizio della sua avventura, svelando alcuni retroscena.
"Quando c'era Boban, a gennaio 2020, potevao andare al Milan, ma avevo dato la mia parola al Valencia: Boban mi ha chiamato dicendomi 'Non è che cambieresti aereo?', e io ho detto a Massara 'Ricky, ti voglio bene, ma ho dato la mia parola: se poi dovrà essere, sarà".
Ed effettivamente è stato vincendo uno Scudetto che al Milan mancava da undici anni: merito di Stefano Pioli che, però, ha detto ai suoi di non abbassare la guardia.
"Il mister ci ha detto una frase: “Il successo cambia le persone”. Dobbiamo far sì che a noi non avvenga. Il mister in questo è molto bravo".
La lotta Scudetto, comunque, per Florenzi coinvolgerà sia la Juventus che l'Inter, con i bianconeri leggermente avanti rispetto ai nerazzurri.
"So di fare un torto all’Inter, ma la Juve si è rafforzata di più. Di Maria è il più forte che abbia mai giocato sulla mia fascia: anche meglio anche di Salah, che alla Roma non era ancora esploso".
Infine un'investitura importante e pesante, quella per Rafael Leao, protagonista della conquista del tricolore.
"In Rafael Leao rivedo Mbappé, con una differenza: Kylian sotto porta non sbaglia mai. Rafa però è lì. Rafa è un giocatore vero, ma non diteglielo".