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Gaetano Castrovilli FiorentinaGetty Images

La Fiorentina spera in Castrovilli: al 10 serve un salto di qualità

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Da talento dalle ottime qualità tecniche a elemento imprescindibile al quale aggrapparsi in una stagione estremamente delicata. Per Gaetano Castrovilli il mondo si è ribaltato nel giro di dodici mesi, ma agli onori legati ad un’esplosione tanto rapida quanto prepotente, si sono aggiunti anche gli oneri che sono propri di coloro che, essendo dotati in un qualcosa di speciale, sono poi chiamati a vestire i panni dei trascinatori in campo.

Che Castrovilli sia più forte di molti suoi compagni di squadra è cosa evidente e lo sanno bene anche alla Fiorentina, visto che in questa stagione non solo il suo status di titolare inamovibile non è mai stato messo in discussione, ma che gli è stata anche affidata una maglia che dalle parti dell’Artemio Franchi ha da sempre un valore diverso dalle altre: la numero 10.

Nel gioiello pugliese il club gigliato ha individuato uno degli uomini cardine di un progetto che in futuro dovrebbe riportare la Fiorentina dove meriterebbe di stare, ma intanto la strada che porta alla definitiva maturazione, soprattutto in un contesto non semplice, si sta forse rivelando un po’ più in salita del previsto. Se infatti sulle sue qualità non si possono avere dubbi, è altrettanto impossibile non costatare come, nel corso di questa stagione, il suo sia stato un rendimento troppo incostante.

L’INIZIO DELL’ASCESA

Gaetano Castrovilli FiorentinaGetty Images

Il primo a puntare realmente sulle qualità di Gaetano Castrovilli a Firenze è stato Vincenzo Montella. Quando nell’estate del 2019 il centrocampista è tornato in viola dopo due buone annate vissute in prestito alla Cremonese, sono stati in molti a considerarlo come un giocatore semplicemente di passaggio. Per lui si erano fatte avanti diverse squadre e si parlava anche di un potenziale ritorno in ‘grigiorosso’, ma ad impuntarsi e a spingere per la sua permanenza fu proprio l’allora tecnico viola.

Nel corso del ritiro era infatti stato colpito dalle qualità di quel ragazzo dai numeri e le movenze da trequartista, ma anche dalla fisicità della mezzala. Montella non si è limitato ad intravedere nel ragazzo qualcosa di speciale, ma è andato oltre affidandogli fin da subito una maglia da titolare nella sua mediana. Castrovilli, dal canto suo, ha ripagato la fiducia con prestazioni di alto livello e giocate di alta classe, che non solo l’hanno spinto sotto le luci dei riflettori, ma che hanno portato lo stesso tecnico ad azzardare un paragone più che impegnativo a Firenze.

“Gaetano è un giocatore dalle grandissime potenzialità. Se col tempo riuscirà anche a segnare qualche goal, avremo trovato il degno erede di Antognoni”.

La poca confidenza con la rete è in effetti sin qui stato il punto debole di un giocatore che spesso difetta in freddezza negli ultimi metri. Tuttavia, per quanto mostrato in campo, già nel novembre 2019 si è guadagnato l’ingesso del giro della Nazionale maggiore e proprio in Azzurro ha poi esordito subentrando ad Insigne nei minuti finali di una sfida contro la Bosnia ed Erzegovina valida per le qualificazioni ad Euro 2020.

A Castrovilli sono in definitiva bastati pochi mesi per dimostrare di essere pronto per la Serie A e per meritarsi, a 22 anni, un posto tra i più grandi prospetti proposti negli ultimi anni dal calcio italiano.

Anche dopo l’esonero di Vincenzo Montella (Castrovilli viene da molti considerato la più grande eredità da lui lasciata) per lui le cose in viola non sono cambiate. Iachini lo ha confermato perno nel suo 3-5-2 e, almeno fino a fine gennaio 2020, le performance del talento pugliese sono state di altissimo livello, poi qualcosa si è rotto. Un infortunio, il lungo stop imposto al campionato dal Coronavirus, il rientro dopo mesi lontano dai campi da gioco e la situazione di classifica di una Fiorentina impelagata fino a luglio inoltrato nella lotta per non retrocedere, hanno evidentemente contribuito a rendere il suo rendimento meno costante. La prima stagione in viola si è comunque conclusa con una salvezza conquistata, 33 presenze in campionato condite da 3 goal, ed un’esplosione quasi inaspettata.

LA 10 E LA DIFFICOLTA’ NEL CONFERMARSI

Quello che si è presentato ai blocchi di partenza della nuova stagione è stato un Castrovilli chiamato ad assumersi responsabilità ben diverse rispetto a quelle di dodici mesi prima. Se nella Fiorentina di Montella era infatti il talento di belle speranze da lanciare ad alti livelli, in quella della stagione 2020-2021 è uno dei leader tecnici della squadra e di conseguenza per lui le prospettive sono cambiate e non di poco.

La Fiorentina era partita per fare un campionato tranquillo, ma l’annata si sta rivelando addirittura più complicata di quella precedente. In termini puramente di goal, Castrovilli ha dato un contributo prezioso nelle prime giornate, visto che che nei primi cinque turni ha trovato ben quattro reti (decisive quelle contro Torino ed Udinese), ma di fatto si è fermato lì. Da quando Cesare Prandelli siede sulla panchina della squadra gigliata, il centrocampista pugliese non solo non ha più trovato la via del goal, ma è parso più in difficoltà anche solo nel proporsi in zona offensiva.

I numeri dicono che sin qui in stagione ha segnato esclusivamente dall’interno dell’area di rigore e che i tiri nello specchio in ben venti partite (diciannove delle quali da titolare) sono stati appena dieci. Troppo poco per un giocatore che dovrebbe garantire superiorità numerica grazie alla propria velocità e alla propria abilità nel dribbling.

Castrovilli, che è comunque il secondo miglior marcatore della Fiorentina, in fase offensiva è stato inghiottito dalle difficoltà di una squadra che ha il secondo peggior attacco del campionato (appena 22 goal segnati, solo il Parma con 14 ha fatto peggio). Tuttavia è proprio da elementi come lui che si attendono quelle giocate atte a dare un senso diverso a manovre offensive poco incisive.

Il numero 10 viola non è certamente uno dei ‘problemi’ della Fiorentina, quelli vanno cercati altrove, tuttavia l’ulteriore step tanto atteso dopo l’esplosione ad alti livelli non è stato ancora compiuto.

Lo stesso Cesare Prandelli, parlando di Castrovilli nelle scorse settimane, ha spiegato cosa gli manca ancora per il salto di qualità.

“Lui può giocare sia da trequartista che da mediano, ma deve ancora capire i tempi di gioco in base alla posizione. Parliamo di un ragazzo potenzialmente molto forte, ma deve trovare quella sicurezza e quella maturità che un giocatore che punta alla Nazionale deve avere”.

Gaetano Castrovilli Napoli FiorentinaGetty

L’EQUIVOCO TATTICO

Trequartista o centrocampista puro? E’ stato Castrovilli a rispondere recentemente alla domanda.

“Il mio ruolo? La mezzala, così posso rischiare di più il dribbling”.

Castrovilli ha effettivamente dimostrato di dare il meglio di sé quando ha più campo a disposizione, ma giocando da interno sinistro nel 3-5-2 viola, spesso trova molti degli spazi che ‘sulla lavagna’ sarebbero sui occupati da Ribery. Il fuoriclasse francese non è infatti una vera prima punta ed è istintivamente portato ad arretrare molto il suo raggio d’azione per tornare a prendere palla. Più che da attaccante agisce quindi da ‘regista’ offensivo, e la cosa si traduce spesso in una ‘invasione’ di quella porzione di campo sarebbe di Castrovilli. Si tratta di un problema di non poco conto, considerando che questa Fiorentina non può in nessun modo rinunciare alla classe né dell’uno né dell’altro.

Castrovilli inoltre, ha dimostrato di avere ‘un senso’ in una mediana a tre, meno in una a due. In quelle rare volte nelle quali si è tentato di cambiare qualcosa proponendo al centro solo lui ed Amrabat, la Fiorentina ha sofferto incredibilmente. Sebbene infatti sia anche un giocatore di gamba, spesso va in affanno proprio nella lettura delle azioni offensive delle squadre avversarie.

Un ultimo fattore da tenere in conto poi è la partenza di Federico Chiesa. Il neo-juventino, con i suoi strappi sulla destra, spesso richiamava su di sé l’attenzione di più avversari e comunque dava il tempo ai compagni di inserirsi com maggiore facilità all’interno dell’area. Venuto a mancare lui e con Caceres, Venuti ed il nuovo arrivato Malcuit che hanno caratteristiche decisamente diverse, per Castrovilli la strada che porta all’area avversaria si è fatta più in salita.

LE AMBIZIONI IN OTTICA EUROPEO

Castrovilli Italy trainingGetty

Se i Campionati Europei si fossero giocati dal 12 giugno al 12 luglio 2020, difficilmente Gaetano Castrovilli non sarebbe rientrato tra i 23 di Roberto Mancini. Nel corso della sua prima annata in Serie A aveva infatti dimostrato di meritare ampiamente una convocazione.

Qualità di palleggio, cambio di passo, corsa ed entusiasmo sarebbero state le armi che avrebbe messo a disposizione e alle quali difficilmente il commissario tecnico Azzurro avrebbe rinunciato.

Oggi le cose sembrano essere leggermente cambiate. Il fatto che le sue prestazioni si siano ‘appiattite’ nel corso degli ultimi mesi, potrebbe indurre qualche dubbio in più. Il Castrovilli degli ultimi mesi è un giocatore che ha alternato prestazioni positive ed altre deludenti ed il suo può essere definito un rendimento condito da troppi alti e bassi.

E’ impensabile immaginarlo al di fuori dei radar di Mancini, ma servirebbe un cambio di passo per garantirsi una chiamata.

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