Estate 2000. Il Napoli torna a respirare e gioire dopo anni bui, ritrovando la Serie A trascinato da Schwoch e Novellino. L'arrivo in società di Giorgio Corbelli - che rilevò il 50% della società da Corrado Ferlaino e diede vita alla copresidenza - fece il resto, con denaro fresco pronto ad essere investito per garantire il rilancio del club.
Del campionato vinto in B nell'annata precedente ne rimasero in pochi, pochissimi: la proprietà decise per un profondo restyling, con cui furono rivoluzionate rosa e guida tecnica.
Via Novellino, dentro Zeman, via gran parte degli artefici del ritorno in A del Napoli e mercato estivo - almeno sulla carta - scoppiettante: nomi 'esotici' ed operazioni importanti, che accesero l'entusiasmo in città.
Corbelli volle fare le cose in grande stile, con acquisti per 20 milioni di euro: Husain (9) e David Sesa (7) i più costosi. Ma tra i vari Saber, Amauri (preso per 15mila euro!), Jankulovski, Nicola Amoruso, Fresi e Vidigal ci fu anche un difensore argentino (classe 1978) di 22 anni: Facundo Quiroga.
Quiroga arrivò in prestito dal Portogallo, più precisamente dallo Sporting, come una scommessa da vincere: un nome sconosciuto in Italia, che nei primi mesi all'ombra del Vesuvio non fu subito protagonista.
Protagonista, già, perché il 2000/2001 per il Napoli - a fronte di promesse e campagna trasferimenti pirotecnica - si rivelò un fallimento: sconfitte pesanti, cambio di allenatore (da Zeman a Mondonico), il colpo Edmundo a gennaio più per i flash che per il campo. Tutto culminato col mesto ritorno in B, fattto di 36 punti in 34 giornate e penultimo posto finale.
Ma torniamo al 'protagonista', ossia Quiroga, capace di risultare uno dei pochissimi a salvarsi nell'annus horribilis dei partenopei: in panchina nelle prime 5 partite di campionato, poi titolare indiscusso.
GettyIl suo esordio in Perugia-Napoli 1-1 alla sesta fu l'ultima gara con Zeman al timone: il boemo, visti i soli 2 punti conquistati, fu esonerato e al suo posto la coppia Corbelli-Ferlaino scelse Mondonico.
Un radicale cambiamento, anche tattico: dal 4-3-3 spregiudicato di Zeman, si passò al 3-5-2 accorto del 'Mondo'. Ma per Quiroga, l'avvicendamento si rivelò una manna dal cielo.
Mondonico schierò l'argentino da libero nel pacchetto arretrato, affidandogli l'avvio dell'azione: ebbene, mettendo in mostra eleganza palla al piede e nelle movenze, Facundo vide quel ruolo l'abito perfetto per farsi apprezzare nell'unica stagione italiana.
Alla fine le presenze di Quiroga con la maglia del Napoli furono 28 e, nonostante la retrocessione, il suo bilancio in azzurro fu positivo. Prestazioni di buon livello, però, non gli valsero la rinconferma.
La discesa in B del Napoli diede vita ad un 'terremoto' tecnico e societario, con conseguenti ripercussioni a livello economico che imposero una revisione di parco giocatori e tetto ingaggi: impossibile, per il club, investire sul cartellino di Quiroga.
Il quale tornò così allo Sporting, da cui andò nuovamente via - stavolta a titolo definitivo - al termine di un biennio (2001-2004) direzione Wolfsburg: fino al 2008 in Germania, poi il ritorno in patria tra River Plate, Huracan e All Boys prima del ritiro.
Carriera, quella di Quiroga, impreziosita anche da 16 presenze con la Nazionale Argentina, due Primeira Liga, una Coppa e una Supercoppa del Portogallo vinte. Nel mezzo la parentesi di Napoli, fondamentale per spiccare il volo.


