“Rossi sei grande”, recita uno striscione sulle tribune del “Giants Stadium” di New York, mentre le immagini scorrono in diretta in una calda notte italiana del 1982. L’ennesima, dal punto di vista calcistico. Anche perché il sogno dei Mondiali in Spagna non era mica svanito: forse è per questo motivo che i cori dei presenti sono tutti rivolti agli Azzurri campioni, scesi in campo in altre vesti.
In questo piano temporale che unisce passato, presente e futuro, ritorniamo un attimo a quanto accaduto a inizio giugno scorso: il concetto è simile. La “Finalissima” in realtà un trofeo in palio lo ha avuto, sollevato al cielo di Wembley da Lionel Messi, mentre l’Italia calcistica si interrogava sull’ennesima frenata della Nazionale allenata da Roberto Mancini, con il sapore amaro di chi, a differenza del 1982, il Mondiale lo vedrà seduto sul divano, ferito nell’orgoglio dalla conclusione di Aleksandar Trajkovski. Uno che dalle parti del Renzo Barbera era passato da calciatore di club, ma che gli italiani avevano fatto in fretta a dimenticare.
In un certo senso, se si vuole, il “Where’s your World Cup?” domandato da un tifoso a Lorenzo Insigne, appena approdato in MLS, suona beffardo, ma crudele e concreto: a differenza di 40 anni fa, l’estate italiana è semplicemente piatta e dal retrogusto triste, se rapportata a quella vissuta dai reduci della spedizione in Spagna.
Che no, non si fermarono semplicemente ai festeggiamenti di ritorno dal Santiago Bernabeu: meno di un mese dopo dalla famosissima partita tra Bearzot, Causio, Zoff e Pertini gli Azzurri, o almeno, alcuni di essi erano già in campo, a New York. Lì, dove ad attenderli c’erano striscioni e cori personalizzati. Una cornice assolutamente straordinaria: “Giants Stadium”, con i “giants”, i giganti, in campo.
Piccolo passo indietro, giusto per contestualizzare: è il 1963 quando alla FIFA viene in mente un’idea destinata a cambiare momentaneamente le dinamiche del calcio internazionale, almeno fino al 2002. Nasce il “Resto del Mondo”. In senso calcistico, chiaramente: una rappresentativa di giocatori pronti a scendere in campo insieme contro una o l’altra squadra, a iniziare dall’Inghilterra, nello stesso anno.
Qui va spiegata, la cosa: e, in un certo senso, è destinata anche a far sorridere. Non si trattò solo di una gara evento, no: si trattò soprattutto della sfida tra la FA, la Federazione inglese, e la FIFA. Guanto lanciato a mo’ di sfida per la “partita del secolo”, nell’anno del centenario della fondazione della stessa Federcalcio britannica. Centomila persone stipate a Wembley nell’ottobre del 1983 a vedere gli inglesi di Gordon Banks, Bobby Moore, Bobby Charlton e gli altri affrontare Yashin, Di Stefano, Eusebio e Puskas. Giusto due nomi così, buttati lì. Ah, per la cronaca: vinceranno gli inglesi per 2-1.
Saranno diverse, comunque, le sfide tra le Nazionali e il “Resto del Mondo”: giusto per elencarle, nel 1967 toccò alla Spagna, nel 1968 e nel 1996 al Brasile, nel 1979 all’Argentina, nel 1991 alla Germania, nel 1997 alla Russia, nel 1998 alla Turchia e all’Italia. Nel 2002 al Real Madrid: in formazione Figo, Raul, Zidane e Ronaldo. Qualcosa da aggiungere?
Fatto sta che nel 1982, comunque, coi Mondiali appena finiti la colonia italiana presente a New York si spostò in massa al “Giants Stadium” a tifare gli azzurri presenti tra le fila dell’Europa: perché tocco a una rappresentativa di giocatori europei sfidare il “Resto del Mondo”.
La formazione allenata da Derwall, della Germania dell’Ovest, era così composta: Zoff in porta, Humbert, Pezzey, Krol e Stojkovic in difesa. Tardelli, Beckenbauer e Antognoni in mediana: Boniek, Rossi e Blokhin in attacco. Nella ripresa entrerà anche Platini, tra gli altri.
Il “Resto del Mondo” allenato dal brasiliano Tele Santana schierava N’Kono tra i pali, Duarte, Oscar, Romero, Junior in difesa, Falcao, Socrates e Zico, tutti brasiliani ovviamente a centrocampo, Belloumi, Chinaglia e Sanchez in attacco.
Dopo 35’ il “Resto del Mondo” è già avanti per 0-2 con le reti di Zico e Belloumi, in un clima di festa generale. La partita, di agonistico, ha ben poco: si tratta di un evento voluto dall’UNICEF, con scopi assolutamente benefici e tra i sorrisi di tutti.
Poi sale in cattedra l’Europa: segna Keegan, subentrato a Blokhin, poi Pezzey: a due minuti dalla fine la rete del definitivo 3-2 è di Giancarlo Antognoni, con un destro da fuori che slancia i tifosi presenti in una standing ovation. E qui bisogna aprire una parentesi: quella fu anche la partita che segnò il prosieguo di alcune polemiche relative al duello simbolico-calcistico tra il centrocampista della Fiorentina e Michelle Platini. “Le Roi”, qualche anno più tardi, al momento dell’inserimento nella Hall of Fame del calcio italiano ha tradito un po’ di invidia per la vittoria Azzurra dei Mondiali del 1982.
“Se non fossi nato in Francia forse non avrei vinto questo premio, ma sarei diventato Campione del Mondo”.
La realtà dei fatti, comunque, è che in quell’Italia di Enzo Bearzot Antognoni era semplicemente insostituibile. E infatti a New York, a differenza di Platini, parte titolare, decidendo la sfida: il Guerin Sportivo titolerà “Antognoni re a New York”. Altro che “Le Roi”.
Un’altra gara tra l’Europa e il “Resto del Mondo” andrà in scena nel dicembre del 1998, in occasione dei sorteggi per la fase finale dei Mondiali in Francia: segnerà Zidane, per gli europei, insieme a Lacatus. Il “Resto del Mondo” è davvero troppo forte: Nakata, Batistuta, Ronaldo. Bastano questi.
Anni e anni fa, un’epoca che sembra lontanissima rispetto al presente: a fine gara, comunque, al “Giants Stadium” sfileranno Zoff e Pelé (non in campo perché già ritirato da anni), abbracciati: in una caldissima notte italiana che passerà alla storia per le ore di fuso orario bruciate dalla curiosità di vedere ancora una volta in campo i Campioni del Mondo in una sfida leggendaria ed eterna.
IL TABELLINO
EUROPA-RESTO DEL MONDO 3-2
Marcatori: 29’ Zico (R), 35’ Belloumi (R), 58’ Keegan (E), 79’ Pezzey (E), 88’ Antognoni (E)
EUROPA (4-3-3): Zoff (Italia, 46’ Schumacher, Germania Ovest); Humbert (Portogallo), Pezzey (Austria), Krol (Olanda), Stojkovic (Jugoslavia); Tardelli (Italia), Beckenbauer (Germania Ovest, 62’ Platini, Francia), Antognoni (Italia); Boniek (Polonia, 46’ Neeskens, Olanda), Rossi (Italia), Blokhin (URSS, 46’ Keegan, Inghilterra). All. Derwall (Germania Ovest)
RESTO DEL MONDO (4-3-3): N’Kono (Camerun); Duarte (Perù, 63’ Davis, USA), Oscar (Brasile), Romero (Colombia), Junior (Brasile); Falcao (Brasile), Socrates (Brasile), Zico (Brasile); Belloumi (Algeria), Chinaglia (USA, 46’ Al Dakheel, Kuwait), Sanchez (Messico). All. Tele Santana (Brasile)
