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Eupremio Carruezzo GFX

Eupremio Carruezzo, il bomber di scorta dai goal pesanti diventato detective in una serie di racconti noir

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"Per la mia squadra, facendo i dovuti paragoni, io ero come Ibrahimovic per il Milan: facevo quel tipo di lavoro: tutto era finalizzato a crearmi l’azione per gonfiare la rete" - Eupremio Carruezzo a 'Valdinievole Oggi' nel 2011

Capelli folti e lunghi che gli scendevano lungo la schiena, la fronte spessa con l'immancabile elastico e quel volto da duro che era l'emblema degli attaccanti di un tempo, pronti a battagliare con i difensori per trovare il goal.

Ma Eupremio Carruezzo, con quel nome che immancabilmente attirava la curiosità dei bambini che collezionavo le figurine dei calciatori, sotto una scorza apparentemente ruvida sapeva farsi voler bene da tutti con la generosità che lo caratterizzava in campo e fuori.

Nella sua lunga carriera ha indossato le maglie di 13 squadre diverse, ricoprendo per larga parte della sua avventura calcistica il ruolo di attaccante di scorta affidabile, e nel momento più importante del suo percorso, quando ha raggiunto la Serie A con la maglia del Cagliari, è stato frenato da infortuni e dal 'Cuore d'atleta'.

Nella parte conclusiva si afferma però da titolare inamovibile dellaLucchese in Serie C1, indossa la maglia rossonera per 6 anni e diventa una leggenda del club toscano, prima di ritirarsi all'età di 38 anni dopo una stagione con San Marino.

ATTACCANTE ITINERANTE E IL TITOLO DI CAPOCANNONIERE DELLA C1

Nato a Brindisi il 9 dicembre 1969, Carruezzo si forma calcisticamente nella squadra della sua città e brucia le tappe: ad appena 16 anni è aggregato alla Prima squadra e nella stagione 1986/87 fa il suo debutto fra i professionisti in Serie C1.

A 17 anni, nel 1987/88 è già un titolare e colleziona 32 presenze senza goal sempre nel Girone A di Serie C1. Nell'estate del 1988 il nuovo Direttore sportivo del Cagliari, Carmine Longo, lo cerca per portarlo in Sardegna agli ordini di Claudio Ranieri. Ma qualcosa non va nel verso giusto.

"A 18 anni il mio trasferimento al Cagliari sembrava cosa fatta - racconterà l'attaccante pugliese quando si trasferirà in Sardegna nell'autunno del 1996 -. Era stato l'allora direttore sportivo rossoblù Carmine Longo a volermi. Purtroppo un infortunio alla caviglia ha fatto saltare l'affare".

Niente viaggio in Sardegna, dunque, per Eupremio, che invece resta in Puglia ma approda in Serie B con il Barletta. Gioca fra gli altri con nomi celebri come Vincenzi e soprattutto Beccalossi, e con i biancorossi nel 1988/89 colleziona 17 presenze e 2 goal. Il debutto nel campionato cadetto avviene l'11 settembre 1988 in casa contro la Cremonese (2-2), mentre le due reti sono il frutto di una doppietta che il centravanti firma il 25 marzo 1989 al Rigamonti contro il Brescia (2-2).

Eupremio in quel periodo ha i capelli corti. E siccome il suo è un nome particolare e difficile da tenere a mente, un compagno di squadra gli affida il soprannome di 'Tony'.

"Me lo mise il mio compagno di squadra Mauro Nardini, che poi giocherà anche con il Cagliari- ricorderàl'attaccante pugliesein un'intervista a 'L'Unione Sarda' del 2011 -.Lo fece per abbreviare il nome, poi diceva che somigliavo ad Antonio Banderas. Da allora sono diventato Tony Carruezzo anche per mia madre".

Il Barletta arriva 12°, ma nel 1989 Carruezzo deve ancora cambiare casacca e passa alla Salernitana di nuovo in Serie C1. Purtroppo però un grave infortunio lo tiene a lungo lontano dai campi. Quando torna, con 11 presenze e 3 goal dà il suo contributo per la promozione dei campani in Serie B, campionato dal quale mancano 23 anni.

Resta in granata una seconda stagione, nella quale segna 5 reti in 35 partite di Serie B. Il finale di campionato è però amaro, perché Carruezzo e compagni retrocedono in Serie C1 dopo aver perso lo spareggio salvezza con il Cosenza (1-0 per i Lupi della Sila con rete di Marulla).

La Salernitana retrocede ma 'Tony' resta in B trasferendosi all'Ancona nel 1991/92. Nelle Marche fa 21 presenze e 2 reti più 4 apparizioni in Coppa Italia e contribuisce da attaccante di scorta di Tovalieri e Bertarelli alla promozione dei biancorossi in Serie A grazie al 3° posto finale.

Nelle successive 2 stagioni, tutte in B, l'attaccante pugliese sembra uscirne ridimensionato: sempre da punta di riserva veste le maglie di Monza (15 presenze e un goal), di nuovo Ancona fino al mercato autunnale (una presenza), Venezia (15 presenze e 5 goal), prima di tornare per la terza volta ad Ancona (una presenza in Coppa Italia, per complessive 27 presenze e 2 goal).

Carruezzo vuole rilanciarsi e così nell'agosto 1994 scende di categoria e accetta di fare ritorno vicino a casa al Barletta, che milita nel Girone B di Serie C1. Gioca da titolare con un nuovo look, i capelli lunghi che gli scendono dalle spalle, e dimostra di poter essere un bomber per la categoria: realizza 10 reti in 30 presenze, non sufficienti comunque a consentire ai biancorossi di lottare per le prime posizioni (11° posto finale).

Seguono due anni a Torre Annunziata con il Savoia (Serie C1 girone B) di Francesco D'Arrigo. Nel 1995/96 il centravanti va a segno 9 volte in 30 partite, ma è nel 1996/97 che si supera firmando ben 18 reti in 35 gare fra stagione regolare e playoff.

I campani dopo il 3° posto finale, sono ammessi agli spareggi e arrivano fino alla finale, persa con l'Ancona. 'Tony', invece, a 27 anni raggiunge di fatto l'apice della sua carriera e si laurea capocannoniere del campionato.

"I due anni trascorsi al Savoia sono stati in assoluto i due anni più belli della mia carriera- assicurerà Carruezzo in un'intervista a 'Nuovevoci Network' - perché ho avuto la fortuna di riuscire a creare un rapporto incredibile con la tifoseria. Il secondo anno vinsi anche la classifica dei capocannonieri ma purtroppo non ci fu la ciliegina sulla torta, peccato per la finale persa contro l’Ancona. Da allora in poi ho lasciato tanti amici a Torre e tutt’ora mi sento, mi scrivo e resto in contatto".

IL CAGLIARI E LA GRANDE OCCASIONE

L'exploit con il Savoia (26 goal in 65 partite) vale al centravanti pugliese l'ingaggio della Reggiana e il ritorno in Serie B. Qui torna a fare il centravanti di scorta e fino al mese di ottobre del 1997 mette insieme 8 presenze e 2 reti (5 presenze e un goal in campionato, 3 presenze e una rete in Coppa Italia).

Ma in autunno, un po' inaspettatamente, arriva per lui quella che rappresenterà la grande occasione della sua carriera, il treno che non puoi permetterti di perdere. Nove anni dopo aver mancato il primo appuntamento per un infortunio.

Proprio il Cagliari, passato nel frattempo nelle mani di Massimo Cellino e reduce da un'amara retrocessione in B dopo lo spareggio di Napoli perso con il Piacenza, infatti, lo vorrebbe per rinforzare il reparto offensivo. Il suo nome spunta fuori e il tecnico Gian Piero Ventura, che di lui nutre grande stima, fatica non poco per placare le voci.

"Carruezzo un mio pupillo? È vero, ho avuto un rapporto sessuale con lui quando allenavo il Venezia - risponde sarcastico a un giornalista l'allenatore ligure - . Se lo sa mia moglie…".

Poi succede che il Cagliari incappi in una sconfitta fuoricasa con il Verona (2-1) e in un pareggio casalingo con il Foggia (1-1), risultati che sembrano ridimensionare le ambizioni di pronto ritorno in massima divisione dei rossoblù e mandano su tutte le furie il vulcanico patron dei sardi. Cellino individua in Giacomo Banchelli il capro espiatorio del momento negativo.

Così, dopo una trattativa lampo, in due settimane, l'11 ottobre, imbastisce uno scambio di calciomercato con la Reggiana: Banchelli in Emilia e Carruezzo in Sardegna a fare la riserva di Muzzi e Dario Silva. Ai tifosi isolani quel nome così particolare suscita subito simpatia, anche se le possibilità di vedere il campo sembrano in un primo momento molto limitate per 'Tony', chiuso da due giocatori importanti.

Invece lavorando con umiltà e dedizione, il centravanti pugliese riesce a ritagliarsi i suoi spazi e a collezionare 27 presenze e 3 goal. Dopo aver messo la firma nelle vittorie casalinghe con Fidelis Andria e Ancona (due 3-0 per gli isolani), Carruezzo riesce a segnare il goal che dà la certezza della promozione il 24 maggio 1998 al Sant'Elia contro il Padova (2-1), anche se la matematica arriverà soltanto all'ultima giornata grazie al pareggio interno con il Chievo (2-2).

IL 'CUORE D'ATLETA' E GLI INFORTUNI

Il Cagliari è terzo e ritrova la Serie A. Carruezzo, centravanti generoso ed efficace, è diventato un beniamino dei tifosi e viene regolarmente confermato dalla società per la stagione 1998/99, la prima in Serie A nella carriera del centravanti brindisino.

Sembra il preludio di un'annata avvincente per 'Tony', che non vede l'ora di calcare i campi della massima Serie, invece ecco, del tutto inaspettata, la prima pesante tegola.

"In ritiro, a Brunico, mi viene riscontrata un'anomalia cardiaca, poi per fortuna rientrata", racconterà a 'L'Unione Sarda'.

Inizialmente però c'è tanta paura. La carriera del centravanti, messo prudenzialmente fuori rosa, appare improvvisamente a rischio. Carruezzo si sottopone ad accertamenti dal professor Carù e per fortuna gli esami scongiurano qualsiasi disfunzione: 'Tony' ha soltanto il cuore più sviluppato della norma, il cosiddetto 'Cuore d'atleta'. Gli viene così concessa l'abilitazione agonistica e può tornare in gruppo con i compagni.

Disputa uno spezzone di partita nell'andata del Secondo turno di Coppa Italia contro il Venezia (0-0), poi fa finalmente il debutto in Serie A da titolare al Delle Alpi nella 2ª giornata contro la Juventus, il 20 settembre (1-0 per i bianconeri). Quindi un altro spezzone di gara nel ritorno di Coppa a Venezia (sconfitta 2-1) e 8 minuti in campionato con la Sampdoria.

La sfortuna, tuttavia, perseguita Eupremio.

"In allenamento salta fuori l'ernia inguinale - ricorderà -. Vengo così operato, brucio le tappe e rientro dopo 20 giorni contro il Milan (vittoria per 1-0 dei sardi con goal di De Patre, ndr)".

Ma non è finita. Ventura lo rimanda in campo nella giornata seguente nel finale diCagliari-Barial posto di Kallon, lui sfiora l'incrocio in quello che poteva essere il goal della vittoria dei sardi (finirà 3-3) e nel recupero il suo ginocchio fa crack.

"La settimana successiva, contro il Bari, il nuovo patatrac: rottura del crociato anteriore del ginocchio destro. Stagione finita e arrivederci Cagliari".

Lo sfortunato 1998/99 di Carruezzo si chiude così con 6 presenze, di cui 4 in Serie A e 2 in Coppa Italia. L'avventura nell'isola è di fatto finita per Tony, con un bilancio personale complessivo di 33 partite e 3 goal, sufficienti comunque a lasciare un ricordo indelebile nel cuore dei suoi tifosi.

"Mi sono stati accanto nel momento più difficile della mia carriera - dirà sempre Carruezzo -, e quando qualche anno fa sono atterrato ad Elmas per andare in vacanza a Villasimius mi hanno fatto venire la pelle d'oca. Forse mi vogliono bene perché ero un giocatore generoso".

E non manca un aneddoto relativo ai suoi capelli.

"Me li tagliai proprio pochi giorni prima del grave infortunio al ginocchio - rivelerà a 'L'Unione Sarda' -. Un po' come Sansone: persi i capelli, persi anche la forza".

DI NUOVO SU E GIÙ PER LA PENISOLA

Appena assaggiata la Serie A, Carruezzo deve ricalibrare la sua carriera. Ancora una volta la Serie C1 appare il campionato ideale per dimostrare il suo valore.

"Il serio infortunio a Cagliari mi ha costretto a tornare in Serie C", ammetterà a 'Nuovevoci Network'.

Su di lui punta infatti il Livorno di Aldo Spinelli, e 'Tony' torna ancora una volta bomber in provincia: 12 reti, fra cui due pesanti nei derby regionali con il Pisa, e 30 presenze. Gli amaranto chiudono al 7° posto nel girone A, ma nell'estate del 2000 il cartellino del centravanti brindisino passa al Como di Enrico Preziosi, che versa un miliardo di Lire nelle casse dei toscani al termine di una lunga e controversa trattativa di mercato.

"Se la sfortuna non mi avesse colpito in quel momento - afferma il giorno della presentazione con i lariani - sarei diventato un titolare del Cagliari in Serie A. Purtroppo non è successo e mi resta il dubbio di come sarebbe potuta andare. Un dubbio che vorrei togliermi qui a Como. Starò qui tre anni, fate pure i conti...".

Ma anche in riva al lago nel 2000/01 le cose non vanno esattamente come 'Tony' aveva previsto: gli infortuni, infatti, limitano le sue apparizioni in campo. Alla fine il centravanti riesce a collezionare soltanto 23 presenze fra stagione regolare e playoff, ma mette a segno 8 goal che contribuiscono in modo decisivo alla promozione del Como in Serie B.

La squadra, giunta 2ª alla fine del campionato, vince la finale playoff a spese del Livorno (con Carruezzo nei panni del grande ex) e stacca il biglietto per la categoria superiore. Eupremio però non ci tornerà: ha firmato un triennale ma dopo appena un anno è ceduto, sempre in Serie C1, alla Lucchese.

BOMBER E LEGGENDA DELLA LUCCHESE

A Lucca il centravanti brindisino ritrova quel Francesco D'Arrigo che così bene lo aveva valorizzato ai tempi del Savoia. Ormai 'Tony' non è più un giovincello, ha 31 anni, ma la voglia di giocare e di fare goal è rimasta la stessa di quando era giovane.

Fra squadra e centravanti nasce così un binomio entusiasmante, che durerà sei stagioni e darà reciproche soddisfazioni. Carruezzo diventa un pilastro dei rossoneri. Per 5 volte va in doppia cifra in Serie C1, segna la bellezza di 21 reti in 34 presenze nella prima stagione, il 2001/02, suo massimo bottino stagionale in carriera, e in due occasioni trascina la squadra ai playoff promozione (2001/02 e 2003/04).

Nel 2002 la Lucchese arriva fino alla finale promozione, ma la perde contro la Triestina (0-2 a Trieste e pareggio 3-3 a Lucca). In 6 anni con la maglia rossonera cucita sulle spalle 'Tony', diventato un beniamino della piazza e capitano della squadra, totalizza 89 goal in 184 presenze fra campionato, spareggi e Coppa Italia. Con 79 centri in campionato diventa anche il secondo bomber più prolifico di sempre della storia della Lucchese dopo Roberto Paci.

"Per me sono sempre stati più importanti i rapporti umani e la Lucchese è la squadra dove sono stato più a lungo, a cui sono legati i ricordi sportivi e familiari più belli ed intensi - ammetterà 'Tony' nel 2019 a 'Il Tirreno' -. A Lucca sono nati anche i miei figli Nicolò, Fabian e Lorenzo, ho vissuto momenti stupendi e altrettanti credo di averli regalati ai tifosi rossoneri che mi hanno eletto come un loro idolo".

IL RITIRO E LE ESPERIENZE DA ALLENATORE

A 37 anni Carruezzo ha ancora voglia di giocare e così accetta la proposta del San Marino in Serie C2. Realizza 7 reti in 29 partite, prima di appendere definitivamente le scarpette al chiodo ponendo fine ad una carriera lunga e avvincente in cui ha realizzato oltre 180 reti, diverse importanti, pur ricoprendo spesso il ruolo di attaccante di scorta.

"Spesso il mio goal era costruito, cercato, insomma, mai banale - dirà -, del resto quattro promozioni con Salernitana, Ancona, Como e Cagliari non sono certo poche…".

Dopo il ritiro nel 2010 diventa un agente FIFA, quattro anni più tardi riveste l'incarico di Direttore sportivo del Savoia. Poi, invece, decide di allenare: da luglio ad ottobre 2016 eccolo a guidare il Ponsacco, in Serie D, quindi nel giugno 2017 accetta l'incarico di fare l'allenatore dell'Argentina Arma in Liguria. Anche in questo caso però l'esperienza è breve, e Carruezzo è esonerato a fine settembre.

Di recente nella stagione 2019/20 ha ricoperto il ruolo di vice di Francesco Monaco alla Lucchese, la società in cui da calciatore era diventato una leggenda. Dal 2020 'Tony' guida la formazione Primavera e dal 2022/23 anche la formazione femminile dei rossoneri.

COMMISSARIO IN UNA SERIE DI RACCONTI NOIR

Oltre ad essere rimasto nel mondo del calcio in altri ruoli, Eupremio Carruezzo dal 2000 è sbarcato nel mondo della letteratura. Uno storico e scrittore sardo, Luciano Marroccu, ha dato infatti il nome dell'ex centravanti del Cagliari ad un commissario, fra i protagonisti dei suoi racconti noir ambientati nel ventennio fascista.

Nelle storie narrate da Marroccu, il detective Carruezzo si ritrova così spesso a condurre spinose indagini insieme al suo collega e sottoposto, l'ispettore Luciano Serra.

"L'ho scoperto anch'io - ha rivelato l'ex attaccante a 'Valdinievole oggi' -, uno scrittore sardo ha dato i nomi del mio Cagliari ai protagonisti dei suoi racconti. Certamente il mio nome Eupremio e il mio cognome Carruezzo non potevano passare inosservati…".
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