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Inter Mailand Esteban Cambiasso 20122006Getty Images

Esteban Cambiasso, l'Uomo Ombra entrato nella storia dell'Inter

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Per tutti è e sempre sarà el Cuchu, riferimento a un comico argentino in voga qualche decennio prima. Ma Esteban Cambiasso, volendo, potrebbe essere accostato anche all'Uomo Ombra, sorta di precursore di Batman. Uno che si vede poco, magari, ma che si sente. Eccome. E i 10 anni di Inter, dal 2004 al 2014, tra Scudetti e la Champions League del Triplete, sono lì a testimoniarlo.

Guarda l'episodio di "The Outsiders" dedicato a Cambiasso su Inter Tv

"Qualcuno pensava che fossi venuto qua in vacanza. Durante la conferenza di presentazione la domanda più ottimista era 'Pensi di giocare qualche minuto?'. All'inizio la situazione non era facile".

Così parlava Cambiasso qualche anno fa, ricordando i suoi primi passi all'Inter. Normale: nelle sue stagioni al Real Madrid viene considerato una specie di ultima scelta. È il Real dei Galacticos: di Zidane, di Beckham, di Figo, del Fenomeno Ronaldo. Un fuoriclasse all'anno preso sul mercato. Mentre lui, allora ventiquattrenne, pare solo un onesto centrale di centrocampo, nascosto tra le pieghe di una rosa stellare. E così, ecco la separazione a parametro zero nell'estate del 2004. Senza rimpianti.

Esteban Cambiasso Barcelona Real Madrid 23112002Getty Images

Al primo anno in panchina di Roberto Mancini, poi, Massimo Moratti regala al proprio pupillo (anche da calciatore) due pezzi da novanta in mezzo al campo: Juan Sebastian Veron ed Edgar Davids. Per Cambiasso, arrivato in sordina e senza clamore, lo spazio sembra insomma essere ridotto alla cruna di un ago. Ma l'ex juventino fatica a inserirsi nei meccanismi del Mancio, che decide di puntare sull'argentino. Venendone ripagato.

3 ottobre 2004, Roma-Inter 3-3. I nerazzurri vanno sul 3-1 all'Olimpico, poi si fanno riprendere. E una delle reti la segna proprio il Cuchu, che di testa da cross di Recoba supera Pelizzoli. Un segno del destino: altro goal alla Roma nella finale di ritorno della Coppa Italia 2006, con uno strepitoso sinistro al volo che fa tremare le fondamenta di San Siro.

"Se si parla di trofei più belli sì, c'è Madrid. Ma per il resto credo che quella Coppa Italia sia stata la più importante, perché siamo riusciti a cambiare rotta: da perdenti a vincenti".

Altri frammenti di Cambiasso: le lacrime agli occhi dopo la doppietta di Firenze alla prima giornata del 2006/07, pochi giorni dopo la morte di Giacinto Facchetti, poi l'assist e la rete decisiva nel derby vinto, in rimonta per 2-1, un paio di giorni prima di Natale 2007. Ma anche l'inedita gara da centrale difensivo contro la Reggina al primo anno di Mourinho. Inedita? Mica tanto, come ricordato ancora dal Cuchu.

"Il fatto che sia stato schierato in difesa lo reputo normale, perché è il ruolo in cui ho iniziato a giocare".

L'anno in cui tutti i sogni diventano realtà, però, è il 2009/10. La stagione del Triplete. Anche Cambiasso lascia la propria traccia, tramortendo Cech e il Chelsea nell'ottavo d'andata. E poi, assieme alla squadra, vola verso Madrid, verso il Bernabeu, verso il Bayern, verso la doppietta di Diego Milito. Verso la Champions League.

Cambiasso. Ganó la Champions con Inter en 2010.

Dopo il Triplete arriva l'anno di Benitez/Leonardo, il migliore di Cambiasso dal punto di vista realizzativo: 7 reti in campionato. La stagione successiva è la più tribolata, tra cambi d'allenatore (Gasperini, Ranieri, Stramaccioni) e addirittura qualche fischio di San Siro per il Cuchu in un Inter-Catania 2-2. Tutto dimenticato in fretta. Fino alle lacrime del Bentegodi, 18 maggio 2014, il giorno in cui salutano in un colpo solo lui, Milito, Zanetti e Samuel. Mamma mia.

Un po' di numeri all'Inter? 10 stagioni, 350 presenze con 43 reti, 15 trofei. E un posto imperituro nella galleria dei più grandi di sempre della storia nerazzurra. Non male per uno scaricato senza troppi problemi dal Real Madrid. Uno su cui in pochi, all'inizio, avrebbero scommesso. Un Uomo Ombra diventato dominatore del centrocampo.

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