
Pelle chiara, capello biondo: insomma, chiari tratti scandinavi. Erik Huseklepp però di norvegese ha poco, mostrando un'indole simil-latina che favorisce un inatteso feeling con Bari.
Un binomio sulla carta stridente ma che invece regala piacevoli emozioni, soprattutto se si considera che la stagione è 'horribilis': 2010/2011, per i tifosi dei galletti un autentico incubo, perchè si retrocede in B in maniera disastrosa. Ultimo posto e tanti equivoci, ma dalla patria dei fiordi il mercato fa atterrare un nuovo attaccante nel profondo Sud.
I pugliesi navigano in cattivissime acque e a gennaio provano a rattoppare le falle di un ruolino flop: sul gong ecco il 27enne Huseklepp, lungagnone ma nel contempo agile e rapido, abile in campo aperto e dotato di tanto spirito di sacrificio. Erik, tra l'altro, è da tempo nel giro della propria Nazionale.
GettyFirma fino al 2013 e operazione a titolo definitivo col Brann, squadra di cui è tifosissimo anche per via dei trascorsi di fine anni '70 da calciatore di papà Ingvald, apprezzato attaccante le cui orme prova a seguirle il figlio: voglia di imporsi ed entusiasmo, non mancano.
"Arrivare a calcare i campi della serie A era il mio sogno - afferma Huseklepp nel giorno della presentazione - Prima di arrivare ho parlato con Riise, il quale mi ha spiegato quanto importante possa essere per me quest'opportunità. So che il Bari è ultimo in classifica ed anche per questo voglio dare il mio contributo".
Gian Piero Ventura - che lascerà la panchina dopo un paio di settimane facendo posto a Bortolo Mutti - lo getta nella mischia per la prima volta a 3 giorni dal suo sbarco in Serie A contro l'Inter, regalandogli l'ovazione del 'San Nicola': Huseklepp si cala subito nel mood, incitando i neo compagni non appena messo piede sul prato verde. I nerazzurri vincono 3-0, ma a Bari sembra essere scoppiata la Erik-mania.
Mutti gli dà fiducia, lo impiega come attaccante esterno o punta e - nonostante la stagione sia ormai ampiamente compromessa - il popolo biancorosso apprezza le qualità del norvegese. I goal da lì al termine del campionato saranno soltanto 2, un bottino magro caratterizzato però da impegno e qualità interessanti. Il resto lo fa il DNA poco scandinavo, quasi da meridionale mancato (A uno che risponde "In Norvegia mangio senza problemi la pasta con il sugo e non con la marmellata" , cosa vuoi dire?).
Huseklepp, in Puglia da soli 2 mesi, sapeva già come districarsi: a fronte dei rumors che lo vorrebbero prossimo alla cessione estiva in Russia, Inghilterra o Danimarca, lui giurava fedeltà dicendosi pronto a restare anche in B. Apriti cielo: tifosi impazziti sui forum e, consci di aver trovato qualche valido motivo per cui sorridere, dispensano messaggi d'amore al ragazzo.
GettyUn'altra dimostrazione sono le parole proferite dopo aver rotto il ghiaccio contro la Roma (siamo a maggio, ma meglio tardi che mai), quando in un pirotecnico 2-3 Huseklepp fa esplodere il 'San Nicola' realizzando il 2-1 di testa con un pregevole avvitamento: all'orizzonte, seppur con la squadra già condannata alla retrocessione, c'è una partita speciale.
"Il mio obiettivo primario è segnare nelle prossime tre partite ed in particolare contro il Lecce. Il derby è molto sentito e so che i tifosi ci tengono".
Huseklepp coi salentini resterà all'asciutto, ma mentre i punti interrogativi sul suo futuro a Bari aumentano si regala un'ultima giornata di campionato da incorniciare. Bologna-Bari 0-4, domenica in cui il baby Grandolfo realizza una tripletta: il quarto goal è di Erik, che nel frattempo aveva sfornato ben 3 assist mandando in rete il compagno.
Vittoria tanto bella quanto inutile, che però rinsalda la sintonia scoppiata tra questo norvegese atipico e l'ambiente biancorosso. Gli scenari non ne favoriscono la permanenza, perchè la società ribalta la rosa e si prepara a ripartire dalla cadetteria. Huseklepp, apprezzato dagli addetti ai lavori nel semestre vissuto in Italia, si trasferisce in Championship sposando la causa del Portsmouth per circa 2,5 milioni di euro.
Un divorzio inevitabile che non cancella il feeling tra Bari e Huseklepp, il quale attraverso il sito del club si congeda con frasi al miele.
"Ringrazio la società per l'accoglienza avuta quando sono arrivato. Ringrazio i tifosi per avermi sempre sorriso ed essere stati sempre gentili con me. Ho apprezzato il tempo trascorso qui a Bari. Ha dei grandi sostenitori. E' stato molto divertente giocare al San Nicola. Ringrazio Guido Angelozzi per avermi portato qui e essere sempre stato gentile e professionale con me. Ringrazio il Segretario generale, il Team Manager e tutto lo staff del club per avermi aiutato quando ne avevo bisogno da quando sono arrivato. Ringrazio tutti. Saluti, Erik Huseklepp".
Se Bari rappresenta un'isola felicissima, il destino lo lega incofutabilmente al Brann: già, perchè Huseklepp in Inghilterra dura appena un anno - bocciatura al Portsmouth ("Non so quante cose gli chiedessero i suoi precedenti club, ma deve mantenere la concentrazione per 90 minuti" , le parole del tecnico Michael Appleton) con prestito al Birmingham - e nell'estate del 2012 fa le valigie per tornare in patria per indossare di nuovo la maglia del club di cui è tifoso.
"Il Brann è la squadra del mio cuore".
Dopo le avventure con Haugesund e Asane oggi Huseklepp milita nella terza serie locale col Fyllingsdalen, dove a 38 anni regala gioie e sa ancora segnare.
"E' un livello amatoriale, lo faccio per divertirmi - spiega in un'intervista a 'TuttoBari' - Lavoro come opinionista in tv e anche in un giornale".
Beniamino a Bergen, una carriera consumata prevalentemente in patria, ma toccata e fuga in Puglia rappresentano il più alto picco emozionale del percorso di Erik.
"E' stato bellissimo poter giocare nel Bari. Era un periodo difficilissimo perché stavamo retrocedendo, ma ho apprezzato tutto il tempo trascorso lì. Ho amato giocare al 'San Nicola'. I tifosi erano sempre carini con me, anche io li ricordo con piacere. Penso di aver giocato alcune belle partite, sono ancora triste nel pensare che siamo retrocessi. Mi sarebbe piaciuto restare, ma la situazione non era bella e la società decise di cambiare tutta la squadra".
"Segnai alla Roma, uno dei goal più belli della mia carriera. Ma ricordo anche il pareggio fuori casa a San Siro col Milan e la vittoria nell'ultima giornata a Bologna per 4-0".
"Ringrazio tutti i tifosi per il loro supporto nel mio periodo a Bari. Sono incredibili, mi sono divertito molto in quei mesi. Come detto, spero che il Bari diventi un grande club di Serie A. Lo meritano. La Puglia è una regione così bella e grande che merita di avere un club all'altezza".


