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Edwin van der Sar JuventusGetty Images

Edwin van der Sar, dagli errori in Serie A al riscatto in Premier League

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Edwin van der Sar in Italia è troppo spesso ricordato come un portiere 'bidone', solo ed esclusivamente per quei due anni trascorsi alla Juventus. Ma l'estremo difensore olandese è stato molto di più, anche se l'avventura in Italia (e successivamente contro l'Italia) non è stata certo idilliaca.

Prima di tutto, è giusto ricordare che van der Sar è tutt'ora il secondo calciatore con il maggior numero di presenze nella nazionale olandese con 130 gettoni, dietro soltanto a Wesley Sneijder.

Poi, tanto per ricordare qualche dato e qualche trofeo vinto da van der Sar: 2 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale, 1 Mondiale per Club, 4 Premier League e tantissimi altri trofei, nazionali ed internazionali.

Ecco, forse adesso, avendo più chiaro il blasone e l'identità del portiere olandese, possiamo anche scandagliare in rassegna gli episodi meno felici della sua carriera, a cavallo con l'avventura in Italia alla Juventus.

Edwin Van der Sar Juventus 1999Getty

Arriva a Torino nel 1999 per la cifra di 17 miliardi di lire, dopo nove brillanti anni trascorsi all'Ajax, casa sua da sempre e tutt'ora (visto che ricopre il ruolo di Direttore Generale del club olandese).

Ah, il suo arrivo a Torino parte già con una curiosità mica da ridere: è stato il primo portiere straniero della storia della Juventus. Quindi un'eredità sulle spalle che non è certo banale.

La prima stagione passa anche abbastanza bene, con una Coppa Intertoto vinta. Ma è il secondo anno alla Juventus che risulta davvero 'horror' per van der Sar. Tra i suoi errori più celebri c'è sicuramente quello contro la Roma, proprio nella stagione 2000/2001.

La Juventus vinceva per 2-1 il big match per lo Scudetto, poi van der Sar non trattiene e respinge in malo modo un tiro di Nakata, la palla arriva docile docile a Montella che scaraventa in fondo al sacco. Ricordiamo che i giallorossi vinceranno poi quel campionato con due punti di vantaggio sulla Juventus.

Ma di errori ce ne sono anche altri: come quello su Salas in una sfida contro la Lazio e quello su una punizione di Paulo Sousa in Champions League contro il Panathīnaïkos. Insomma, un'avventura da dimenticare.

Ma che l'Italia non fosse proprio il suo paese fortunato, lo si evince anche dalla famosa semifinale dell'Europeo del 2000 tra Italia e Olanda. Suo malgrado, van der Sar diventa protagonista di uno dei goal più famosi della nostra storia: il cucchiaio su rigore di Francesco Totti che lo lascia di stucco.

Chiusa la parentesi alla Juventus, parte alla volta del Fulham, dove per quattro anni la sua carriera continua tra alti e bassi. Ma poi la svolta, alla veneranda età di 35 anni, Sir Alex Ferguson decide di puntare su di lui e gli affida la porta del Manchester United.

Sarà uno dei pilastri di quella squadra per ben sei anni, fino a 41 anni, quando smetterà con il calcio giocato. Qui, a Manchester, van der Sar si prende la sua personale rivincita. Quattro Premier League, come già detto, e tanti altri trofei.

Ma il successo più bello e importante è sicuramente quello del 2008, quando vince la Champions League da assoluto protagonista contro il Chelsea. La partita finì ai rigori e l'olandese sbarrò la porta al calcio rigore decisivo di Nicolas Anelka, laureando i Red Devils campioni d'Europa.

Il 3 agosto 2011 si giocò la sua partita d'addio all'Amsterdam Arena, un'amichevole tra l'Ajax e il Dream Team di van der Sar guidato da Alex Ferguson, suo allenatore a Manchester.

Ma, non sazio, nel 2016 e quindi all'età di 46 anni, ritorna a giocare nel  VV Noordwijk per una sola e unica partita, dove si dimostra decisivo parando l'ennesimo calcio di rigore della sua carriera. Quello fu il suo canto del cigno...

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