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Il mistero di Edu Vargas: flop col Napoli, idolo in Cile

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'Dottor Jekyll e Mister Hyde': in sintesi, Edu Vargas. In Cile parliamo di una bandiera, un modello per chi vuole diventare bomber, ma in quanto a club - ed in particolare fallendo la chance di Napoli - 'Turboman' ha fatto una fatica immane.

Parliamo di 40 goal in 104 partite con la Roja e due Coppe America vinte (in quella del 2016 da capocannoniere del torneo), di uno che in carriera avrebbe potuto e dovuto fare molto di più. Soprattutto per il biglietto da visita che a gennaio 2012 porta il Napoli a scommettere su di lui: assegno da 13 milioni e mezzo staccato in favore dell'Universidad de Chile, con cui Vargas esplode tra goal a raffica e trofei alzati al cielo a soli 22 anni. La nuova stella del calcio sudamericano è servita insomma, titoloni e osservatori europei lo apprezzano, ma a spuntarla è la società di De Laurentiis che regala a Mazzarri un'ulteriore freccia per l'attacco già forte della presenza di Lavezzi e Cavani.

Tutto molto bello, intrigante, che scatena curiosità: Edu atterra a Capodichino con un pedigree di rispetto e fogli bianchi su cui scrivere i passaggi più importanti, quelli legati al grande salto, figli dei saluti alla propria terra per misurarsi con Serie A e Champions League. Il Napoli lo presenta a Mergellina, sul Lungomare Caracciolo, in uno degli hotel più rinomati della città.

"Di Napoli la cosa che più mi ha colpito è stata l'accoglienza della gente. Molti club erano interessanti a me, ma io ho deciso di venire a giocare qui perché è la squadra che ha fatto più sforzi e poi questa è una bellissima citta".
"I paragoni con Alexis Sanchez? Non mi dà fastidio ma sono stanco, comincia a diventare noioso, perché siamo giocatori differenti. Ai tifosi voglio dire che vengo qui a cercare di ripetere quello che ho già fatto vedere e che hanno visto in tv".

Maglia numero 16 e treno della vita: Vargas si mette a disposizione di Mazzarri venendo inserito in una squadra già ben definita, dove trovare spazio risulta impresa quasi impossibile. Ed Edu lo capisce presto, perchè tra limiti tattici e difficoltà con la lingua fatica ad entrare nelle rotazioni.

L'allenatore livornese, tra l'altro, pochi giorni prima del suo acquisto aveva sfoderato sincerità cadendo quasi dalle nuvole.

"Non lo conosco, è un investimento voluto dalla società e mi fido dei nostri ottimi scout. Sono contento che arrivi, quando sarà a Napoli lo valuterò al meglio e lo allenerò con grosso piacere".

I primi 6 mesi di avventura napoletana si chiudono con 13 presenze (di cui molte da subentrato) senza riuscire mai a segnare. Un trend agli antipodi rispetto ai numeri 'boom' fatti registrare con l'U de Chile, figli di un contesto tecnico-tattico nel quale il cileno non riesce a sentirsi a proprio agio.

In molti preferiscono non emettere sentenze affrettate, dando a Vargas tempo e soprattutto concendogli l'opportunità di smentire gli scettici nella stagione seguente. Preparazione estiva, percorso col Napoli iniziato fin dal ritiro precampionato e una base più solida da cui partire per accelerare l'impatto sul calcio italiano.

A Mazzarri inoltre si accende la lampadina, perché in Trentino decide di schierare Edu Vargas 'alla Pato': è il periodo in cui il Papero del Milan trova la sua dimensione da punta centrale atipica, non dotato di un fisico da centravanti ma in grado di segnare e mandare in crisi le difese con velocità e dribbling. Proprio ciò su cui fa leva l'allenatore del Napoli, rivedendo nel cileno - fin lì sempre seconda punta o attaccante esterno - la possibilità di dar vita alla stessa metamorfosi del collega verdeoro in rossonero.

"Il ragazzo m'è piaciuto e si sta inserendo un po' alla volta, vedremo se uno tra lui e Insigne resterà o andrà in prestito".

Già, perché nel frattempo dal prestito al Pescara è tornato alla base un giovanissimo Lorenzo Insigne: l'annata monstre con Zeman gli fa guadagnare la permanenza in rosa, rendendo a Vargas ancor più complicate le cose.

Edu Vargas Napoli AIK Solna Europa LeagueGetty

Il 2012/2013 lo vede giocare spezzoni in campionato ed essere titolare in Europa League, torneo nel quale in un pomeriggio di fine settembre tutti pensano che la maledizione sia terminata. Napoli-AIK Solna 4-0 con tripletta di Edu, impiegato prima punta. Il ragazzo sorride prendendosi il 'San Paolo', critiche e enigmi sembrano alle spalle, invece così non è.

L'exploit con gli svedesi resterà l'unico lampo nel buio dell'esperienza partenopea del cileno, che in EL non segna più e in A rimane a guardare i compagni o gioca spezzoni di partita. Inevitabile che un investimento del genere debba essere tutelato e, per farlo, a gennaio 2013 il Napoli tenta di farlo ritrovare spedendolo in prestito secco al Gremio. In Brasile milita 12 mesi, non sfigura e riguadagna punti agli occhi dell'Europa: altro prestito, stavolta nella Liga, dove nel mercato invernale del 2014 ad accoglierlo è il Valencia.

In Spagna fa sicuramente meglio che a Napoli, disputa i Mondiali brasiliani col suo Cile - segnando un goal e arrivando fino agli ottavi - ma il cartellino è ancora di proprietà degli azzurri. E nel frattempo, in panchina è arrivato Rafa Benitez.

"Ho parlato con la dirigenza - dichiarerà il suo agente Cristian Ogalde ad 'Emol' ad inizio 2014/2015 - C'è un contratto vigente, lo considerano un loro giocatore e lo aspettano per il ritiro precampionato in Italia. Mi hanno detto che lo hanno seguito al Mondiale e che sono molto soddisfatti delle sue prestazioni. Ora le cose sono cambiate a Napoli. C'è un altro tecnico, conosco molto bene Benitez e ho già parlato con lui".

Purtroppo per Edu e per il suo procuratore, però, l'inerzia resta immutata: nemmeno nel nuovo corso c'è spazio e così, dopo Gremio e Valencia, Vargas viene spedito a Londra per rinforzare il QPR. Peccato che il calcio inglese gli risulti ancor meno adatto di quello italiano, di conseguenza il cileno gioca poco e come se non bastasse si infortuna anche al ginocchio in primavera, chiudendo anzitempo la stagione. Di male in peggio insomma, tanti segnali che portano il Napoli a smettere di crederci: l'estate del 2015 (durante la quale brilla in Copa America... Mistero!) sancisce l'addio definitivo di Vargas, ceduto per appena 6 milioni ai tedeschi dell'Hoffenheim. Una minusvalenza clamorosa, accompagnata dall'amarezza di aspettative totalmente deluse.

L'agente del calciatore, una volta chiusa l'operazione, spara a zero.

"A giudicare da quello che sta facendo con la Nazionale è evidente che a Napoli il problema non era lui - le parole di Olgade a 'Tuttomercatoweb' - Non ho mai capito cosa il Napoli pensasse di lui, cosa volesse. Non è mai stato trattato come un giocatore importante per la squadra. Cosa dicevano i dirigenti? E chi lo sa!? Edu non ha mai ricevuto una telefonata in questi anni dove ha girato in prestito. Mai nessuno che gli chiedesse come stava, come procedeva nelle squadre in cui stava giocando. De Laurentiis in questi anni l'avrò visto una sola volta".
"Con Mazzarri Edu avrà parlato il minimo necessario visto che era nel suo gruppo". Benitez invece devo dire che si interessava al ragazzo. Lo spagnolo lo ha sempre trattato con rispetto, sia come persona che come giocatore. Sarri invece non ha avuto contatti con Vargas, ma non poteva ormai fare nulla".

Un divorzio al veleno insomma, mentre Vargas dal canto suo si presenta così ad Hoffenheim.

"Ho accettato non solo per via dei tifosi, degli stadi e dell’atmosfera del campionato tedesco, ma anche e principalmente perchè ho la possibilità di mettere in mostra le mie doti ed il mio gioco offensivo in uno dei campionati migliori al mondo. Sono sicuro di poter crescere ancora in una squadra il cui stile di gioco mi è familiare dai tempi della nazionale cilena".
Edu Vargas Chile Copa America 2016Getty

Niente da fare, nemmeno la Bundesliga gli si addice: 18 mesi, 2 goal in 30 partite e - mentre alza un'altra Copa America da Scarpa d'Oro della manifestazione - dà l'addio all'Europa, coi messicani del Tigres che gli ridanno smalto e fiducia. Lì Edu segna e conquista titoli, mettendosi alle spalle i dolori di Napoli. Tre anni e Brasile 'bis', dove oggi Vargas è localizzato. Il presente a 33 anni dice Atletico Mineiro. 24 goal e 12 assist in 129 gare tra tutte le competizioni. Un'altra scommessa vinta nel continente americano.

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