Giocare con il passato e un po’ coi sentimenti: lo stai facendo nel modo giusto. Probabilmente è ciò che ha pensato DomenicoTedesco quando dall’urna del sorteggio dei quarti di finale dell’Europa League 2021/22 il suo RB Lipsia ha pescato l’Atalanta. Lui italiano di Germania, nato a RossanoCalabro e trasferitosi a due anni con la famiglia, non ha mai affrontato in gare ufficiali una squadra proveniente dal suo paese d’origine. E pensare che agli ottavi avrebbe dovuto sfidare lo SpartakMosca, ovvero la squadra che ha guidato dall’ottobre 2019 fino al termine della scorsa stagione, prima che le note cause di forza maggiore facessero propendere l’UEFA per l’assegnazione vittoria a tavolino ai tedeschi.
Tutto questo, a 36 anni. Con diverse esperienze già nel bagaglio. E pensare che fino al 2013 il dottor Domenico Tedesco studiava da allenatore, sì, ma lavorava soprattutto per la Daimler, fornitore esterno della Mercedes. Con la sua laurea in ingegneria industriale aveva intrapreso un percorso che ha abbandonato quando è arrivata la chiamata dello Stoccarda: un posto nel settore giovanile.
“Non ci ho pensato due volte - ha raccontato alla ‘Gazzetta dello Sport’ - lavorare da ingegnere era bello, ma la mia passione più grande era ed è ancora il calcio. Per me non è stato un rischio, ma una possibilità gigantesca. Non mi sono mai pentito della mia decisione nemmeno per un secondo”.
Getty ImagesFrequentava i corsi alla Hennes-Weisweiler-Akademie insieme a JulianNagelsmann, con cui tuttora coltiva un rapporto di amicizia: fu addirittura tra i migliori della sua classe in termini di voti. Ha superato anche Nagelsmann. Con il quale si è trovato a lavorare all’Hoffenheim dal 2015, sempre a livello giovanile. I suoi progressi con l’Under-19 nella stagione 2016/17 furono talmente notevoli che arrivò la chiamata dell’Erzgebirge Aue, squadra di 2. Bundesliga, ultimo in classifica e alla ricerca di disperati stimoli per evitare la caduta in 3. Liga.
Aveva vinto solo 4 partite nelle prime 23 giornate. Con Tedesco alla guida ne ha vinte 6 nelle 11 rimanenti, più un paio di pareggi. 20 punti in 11 partite, bottino sufficiente per mantenere la categoria e per mettere Aue, cittadina di tradizione mineraria che si trova al confine con la Repubblica Ceca nelle vicinanze dei Monti Metalliferi, sulla mappa del calcio tedesco. Soprattutto, però, sulla mappa si è messo l’allenatore: cercato da mezza Bundesliga, ha accettato la chiamata dello Schalke 04. E non è andata male.
Al primo anno, ha portato i Knappen al secondo posto, dietro soltanto al Bayern Monaco, lasciandosi alle spalle - tra gli altri - il suo amico Julian Nagelsmann con l’Hoffenheim. Si è tolto persino la soddisfazione di rimontare il Borussia Dortmund al Westfalenstadion da 4-0 a 4-4 nel sentitissimo derby. Un’impresa destinata a rimanere nella storia del club. Il secondo anno è stato meno fortunato, complice l’impegno in Champions League: a marzo è arrivata la separazione, seguente al 7-1 incassato dal Manchester City negli ottavi.
Getty ImagesTedesco ha scelto di ripartire da Mosca, accettando la chiamata dello Spartak a campionato in corso a ottobre e rimanendovi fino all’estate scorsa, quando ha deciso di chiudere il suo rapporto e di aggiornarsi. Ha viaggiato, è stato anche in Italia, ospite della Juventus e di Massimiliano Allegri, con un passaggio anche da Bergamo per studiare l’Atalanta, ancora prima di sedersi sulla panchina del Lipsia. Sempre a proposito di scherzi del destino.
“Sono stato a vedere due volte l’Atalanta in casa. Hanno un bellissimo stadio in costruzione, dietro una porta c’è una tribuna fantastica, c’è una grande atmosfera. Ho anche mangiato un panino con la salamella, anche se erano solo le 11.30…”.
La chiamata dagli uffici RedBull è arrivata a inizio dicembre. Il club viaggiava nella parte destra della classifica, la sconfitta contro l’Union Berlino lo aveva fatto precipitare all’11° posto. Dopo il licenziamento di Jesse Marsch, con un bilancio di 18 punti in 14 partite, c’era bisogno di rinnovamento. Lo ha portato Tedesco, con un calcio “più simile a quello che giocavamo prima, con Nagelsmann”, ha spiegato il difensore Wili Orban qualche mese fa.
Iniziando il mese di aprile, i Roten Bullen sono al quarto posto solitario, sono la miglior squadra della Bundesliga nel 2022, sopra anche al Bayern di Nagelsmann (rieccoci), che però è stata l’unica squadra in grado di batterlo, con un sofferto 3-2. Sono ai quarti di Europa League e hanno anche all’orizzonte una semifinale di DFB-Pokal proprio contro l’UnionBerlino. Corsi e ricorsi, incroci del destino, con Domenico Tedesco al centro: neanche 37 anni, ma già protagonista in un club che della gioventù e della precocità ha fatto uno stile di vita. E punta al primo trofeo della propria storia.


