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Pellegrini Manchester United Roma Europa LeagueGetty

Disastro Roma, serve una super rimonta: come nel 2018 col Barcellona

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Le premesse alla vigilia non erano tutte rose e fiori, ma nemmeno catastrofiche come il risultato di ieri sera farebbe pensare: il 6-2 subìto dalla Roma a 'Old Trafford' è figlio di tanti padri e tante madri, a cominciare dalla fragilità di una squadra provata pesantemente dalle tre sostituzioni obbligate nel primo tempo, che hanno precluso ogni eventuale mossa nella ripresa.

La possibilità negata di non poter fare altre sostituzioni ha pesato nel morale della truppa di Fonseca ma, da sola, non è una valida spiegazione per motivare un crollo con pochi eguali: 5 reti al passivo in 38 minuti sono oggettivamente troppe e l'accostamento al termine 'disastro' giunge in modo spontaneo.

Nel match di ritorno di giovedì prossimo all'Olimpico servirà una di quelle notti europee da sogno, destinate ad entrare nella leggenda: Roma in finale solo grazie ad un successo con almeno quattro reti di scarto, impresa titanica che però racchiude - in un precedente in particolare - tutte le speranze di realizzazione.

La mente va subito alla serata magica del 10 aprile 2018, al ritorno dei quarti di Champions League col Barcellona: allora servivano tre goal di scarto per passare il turno e il 3-0 finale sancì la clamorosa rimonta che, ancora oggi, riempie d'orgoglio i tifosi romanisti.

Replicare una simile prestazione contro il Manchester United resta tremendamente complicato, soprattutto per le probabili assenze che Fonseca dovrà affrontare: da valutare le effettive condizioni fisiche di Veretout, Pau Lopez e Spinazzola, tutti ko nella prima frazione della sfida d'andata e a forte rischio forfait per il secondo atto.

All'Olimpico si rivedrà Mancini, al rientro dopo aver scontato un turno di squalifica, ma per scrivere di nuovo la storia potrebbe non bastare: a Pellegrini e compagni l'onere di salvare quantomeno la faccia con una prestazione di tutt'altro stampo rispetto a quella andata in scena in Inghilterra, per chiudere la stagione in modo dignitoso e voltare definitivamente pagina.

Sullo sfondo si intravede la sagoma di Sarri, il favorito numero uno per dare vita ad un nuovo ciclo: prima, però, fuori l'orgoglio per vivere un'altra di quelle sere da incorniciare e neutralizzare ogni sorta di rimpianto. Perché si può anche andare a casa, sì, ma a testa rigorosamente alta.

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