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Dino Fava Passaro UdineseGetty Images

Dino Fava e il libro de 'Lo Stato Sociale': galeotti i goal promozione col Bologna

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Se oggi digiti su Google Lo Stato Sociale ti vien fuori in primis 'Combat Pop', il singolo portato a Sanremo 2021 sul palco dell'Ariston nella più famosa e prestigiosa kermesse canora italiana. La band indie con Bologna e il Bologna nel sangue, però, qualche anno fa si è data anche alla scrittura, rendendo omaggio... a Dino Fava.

Lo Stato Sociale Sanremo 2021Getty

Fava in Emilia transita soltanto per una stagione, quella 2007/2008, ma tanto basta per entrare nel cuore del gruppo musicale emiliano. Nel 2016 Lo Stato Sociale se ne ricorda quando posa chitarre e microfono ed impugna la penna, producendo 'Il movimento è fermo' (a cui, nel 2019, farà seguito 'Sesso, droga e lavorare').

"Nonostante siano due linguaggi molto diversi - spiegò uno dei componenti della band Alberto Cazzola, in arte Albi, in un'intervista concessa a 'Musicultura' durante la promozione del romanzo - musica e scrittura sono delle forme espressive che servono a trasmettere quello che si vuole dire: tramite una canzone il messaggio arriva in un certo modo, mentre scrivendo un libro si ha forse più spazio per approfondire e spiegarsi meglio".

"La canzone è più libera all’interpretazione: è una cosa che si può scrivere in dieci minuti e durare secoli, se fatta bene. Un libro richiede più tempo, più ragionamento, e appartiene ad una dimensione più intima, anche di chi la fruisce. La musica, al contrario, spesso viene fruita collettivamente, ad un concerto. Sono due cose diverse, ma che appartengono alla stessa voglia di comunicare".

'Il movimento è fermo' tratta una storia fatta di amicizie, contrasti, incognite future e sogni inseguiti, dove a fare la differenza alla fine è l'amore. Un quotidiano impreziosito dai sentimenti per intenderci, all'interno del quale Lo Stato Sociale trova il modo di incastonare e sbandierare la propria fede calcistica: quella per il Bologna naturalmente, squadra della propria città, dedicando a Fava un intero capitolo dell'opera.

Più precisamente il numero 34 (intitolato appunto 'Fava'), quello in cui il circa trentenne Zeno - uno dei due protagonisti principali del libro insieme all'amico di sempre Genio - dopo anni infelici e tormentati vede la luce. Da disoccupato e scrittore a tempo perso, con la bellissima e ammaliante Eleonora che gli svolta la vita riaccendendogli fuoco, ambizioni e - soprattutto - emozioni. Dalla sfiga alla gioia dunque, il tutto tradotto in posto di lavoro, fidanzata e dulcis in fundo un bel cagnolone, che il buon Zeno chiamerà... Dinofava!

Perchè tutto ciò, vi chiederete? Perchè Lo Stato Sociale butta giù le righe del capitolo 34 de 'Il movimento è fermo' pensando all'attaccante laziale, paragonando le vicissitudini di Zeno alla stagione di Fava con addosso la maglia del Bologna.

Fava arriva da Treviso, ancor prima ha giocato in Europa con l'Udinese ed è a caccia di riscatto dopo aver toccato il cielo con un dito alla corte dei Pozzo, cui ha fatto seguito qualche passo indietro in Veneto. Ecco perchè patron Cazzola investe su di lui, acquisendone il 50% del cartellino con la formula della comproprietà. Ma purtroppo per il ragazzo e per l'universo felsineo, per mesi le premesse non collimano col rendimento sul campo.

Zero goal in 27 partite, poi però accade un qualcosa che assume i contorni di un film. O meglio dire... di un libro! I rossoblù - guidati in panchina da Daniele Arrigoni - lottano per tornare in Serie A, si giocano le prime due posizioni che valgono la promozione diretta spalla a spalla con Chievo, Lecce e con un super Albinoleffe, ma Fava cerca la via della rete senza riuscirci.

Un digiuno che si protrae fino al 17 maggio 2008, ossia alla terzultima giornata di campionato: un Messina già salvo si presenta al 'Dall'Ara' senza grosse pretese e diventa l'antidoto che sblocca Fava. La pozione magica, l'amuleto che rompe il ghiaccio di un'annata clamorosamente complicata, per sè stesso e per un Bologna in lotta serrata per salire in A.

Dino rileva Cristian Bucchi dopo appena dieci minuti e si piazza accanto a Marazzina, togliendosi un macigno da dosso al 54': 3-0 del Bologna e primo goal stagionale di Fava, che difficilmente avrebbe immaginato di diventare fonte d'ispirazione nella stesura di un libro.

Tutto qua? No, perchè Fava ci prende gusto e otto giorni più tardi si ripete: Mantova-Bologna 0-1, contro i lombardi il match-winner è proprio lui. Arrigoni stavolta gli consegna una maglia da titolare e la punta di Formia non delude, regalando tre punti decisivi nella corsa promozione dei felsinei.

L'ultimo ostacolo prima di poter stappare lo champagne si chiama Pisa, il 1 giugno: il Bologna ormai è guidato da sogni ed adrenalina proprio come accade a Zeno nel libro, batte di misura i toscani e festeggia il ritorno in massima serie, chiudendo al secondo posto alle spalle del Chievo ma un punto avanti al Lecce. Città in festa, Fava pure, Lo Stato Sociale non ti dico: musica e fede calcistica diventano un unicum sfociato in fogli bianchi da riempire: avviene nel 2016, anno in cui online e tra gli scaffali fa capolino 'Il movimento è fermo'.

Dal niente a tutto: Zeno si ritrova ricco dentro e realizzato fuori, Fava dopo un campionato a secco esce dal letargo nel momento più importante e spedisce in A il Bologna. Due goal in 30 partite: pochissimo, ma tantissimo ai fini della classifica e dell'obiettivo da raggiungere.

Curioso notare come tutto ciò sia figlio di una delle parentesi meno esaltanti della carriera di Fava, che oggi a 45 anni calca ancora i campi da calcio in Serie D con la maglia dell'Afragolese e che i picchi più alti se li regala ad Udine.

In Friuli tra il 2003 e il 2005 trascina i bianconeri alla prima storica qualificazione in Champions League al termine di due stagioni da sogno, impreziosite da un goal in Coppa UEFA. Lui che, fino a quel momento, aveva giocato e segnato soltanto in Serie B e nelle categorie inferiori (in particolare con Varese e Triestina).

"Giocammo il primo turno contro il Salisburgo in Austria - ricorda Fava a 'Gianlucadimarzio.com' - Eravamo in ritiro e la sera prima della gara Spalletti (allora tecnico dell'Udinese, ndr) bussa alla porta della mia stanza. 'Ehi giovanotto, voglio proprio vedere che sai fare. Domani giochi dall’inizio'. In rigoroso accento toscano. Alla fine segnai e vincemmo la partita".

"Sono arrivato in Friuli dopo tanta gavetta nelle serie minori. Avevamo una grande squadra. Di Natale era un fenomeno, mi fermavo spesso a osservarlo in allenamento. Rimanevo a bocca aperta".

Sacrifici, magic moments, l'epilogo romanzesco (in tutti i sensi) di Bologna e capitolo 'over 30' della carriera che lo vede fare il pendolo tra il suo Lazio e quella Campania in cui si è formato, grazie all'apprendistato nelle giovanili del Napoli.

Tra le altre Terracina, Sessana, Portici, Savoia, Giugliano, Afragolese, Maddalonese e oggi Sessana, isola felice di un Fava guidato ancora dall'entusiasmo e dalla voglia di un ragazzino.

"Non ho segreti. Il calcio è la mia vita. Non mi risparmio mai, neanche in allenamento. Futuro? Mi piacerebbe aprire una scuola calcio nel mio paese, per insegnare ai più piccoli i sani valori di questo sport".

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