GOALRipensi a Diego Tristan e lo associ ad un mix tra vecchio e nuovo: fisico da centravanti, tecnica da '9' moderno. Allo spagnolo un talento simile avrebbe potuto riservare gioie ancora maggiori, ma la discontinuità e qualche passaggio a vuoto lo hanno lasciato ad una spanna dal grandissimo salto.
Soddisfazioni, però, Tristan col pallone attaccato ai piedi se l'è comunque tolte: in particolare indossando la maglia del Deportivo La Coruna, club che ha contribuito a rendere 'Super' ad inizio anni 2000 e che, allo stesso tempo, ha regalato a Tristan i momenti più felici.
Dall'Andalusia alla Galizia, con primi passi mossi nelle giovanili del Betis e la svolta vissuta trasferendosi a Maiorca, isola felice (è proprio il caso di dirlo) dell'ex bomber nativo di La Algaba. La prima stagione nella Liga vale a Tristan la palma di gioiello, perché 24 goal tra campionato e coppe non sono roba da poco.
GettyVentiquattro come i suoi anni, con Diego che registra la propria maturazione calcistica e col Depor che ne apprezza le qualità decidendo di inserirlo in rosa. Tristan approda a La Coruna, ma esiste un pre-contratto firmato col Real Madrid che grida ancora vendetta: a chiudergli le porte del 'Bernabeu' è Florentino Perez in persona, il quale raccoglie il testimone di Lorenzo Sanz alla presidenza dei Blancos e decide di strappare l'accordo raggiunto tra Real e Maiorca. Motivo? Fresco di elezione, Perez preferisce presentarsi in grande stile puntando tutto sull'acquisto di Figo dal Barcellona. Ecco perché Tristan in quella rovente estate del 2000 vede sfumare la possibilità di indossare una delle 'camisete' più prestigiose al mondo, ritrovandosi al 'Riazor' al servizio di un Deportivo comunque in clamorosa ascesa e tra i migliori club spagnoli del momento.
Roy Makaay, Djalminha, Fran, Valeron, Pandiani: Tristan si unisce alla festa e proietta i galiziani nell'olimpo del calcio anche al di fuori dei confini iberici: oltre alle due Supercoppe di Spagna (battuto in finale il Real e vendicata la bocciatura di Perez) e alla Coppa del Re messe in bacheca, durante le 6 stagioni vissute realizza la bellezza di oltre 100 goal e, nel 2001/2002, si laurea Pichichi della Liga grazie a 21 reti messe a segno soltanto in campionato.
Numeri importanti che gli valgono la convocazione per i Mondiali di Corea e Giappone - dove con la Nazionale di Camacho collezionerà 2 presenze e vedrà l'avventura della Roja concludersi ai quarti - nonchè rumors di mercato altisonanti (vedi l'interesse del Manchester United).
GettyNell'avventura nostalgica e fruttuosa di Tristan a La Coruna, impossibile non ricordare la meravigliosa cavalcata del 'Super Depor' in Champions League. Oltre alle imprese compiute nelle precedenti edizioni contro avversarie del calibro di Arsenal e Red Devils, nella campagna continentale del 2003/2004 a farne le spese sono Juventus e Milan. Bianconeri e rossoneri escono dal torneo per mano di Diego e compagni, che agli ottavi eliminano Madama con un doppio 1-0 e ai quarti disegnano una delle remuntade ancora oggi più clamorose dell'intera storia del calcio.
A San Siro, nel match d'andata, il Deportivo viene travolto 4-1 dal maestoso Milan di Carlo Ancelotti e dell'astro nascente Kakà, però nel secondo round del 'Riazor' a sua volta annichilito dai galiziani. Il Depor ribalta pronostici e discorso qualificazione, batte 4-0 il Diavolo e stacca il pass per le semifinali di quella Champions, dove a spezzare i sogni di Tristan sarà Josè Mourinho che col suo Porto diventerà campione d'Europa.
Tristan in quella favola tocca il cielo con un dito ma non recita un ruolo da protagonista, dando il là ad una lenta discesa inaugurata dall'incapacità di raccogliere l'eredità di Makaay dopo la cessione dell'olandese al Bayern: tra un infortunio ed una notte brava di troppo, gli eventi travolgono l'ex attaccante e non gli consentono più di ritrovare il ritmo e la forma con cui aveva incantato la Spagna e l'Europa intera.
Javier Irureta, tecnico e suo mentore negli anni d'oro vissuti a La Coruna, a margine di una sfida col Real Madrid non gliele manderà a dire.
"Tristan è un ragazzo intelligente e possiede qualità calcistiche innate, ma sono preoccupato: non ho intenzione di trasformarmi in un poliziotto e controllare ogni sua mossa, però nessun giocatore dovrebbe uscire di notte 24 ore prima di una partita contro il Real. Questo in una mia squadra non può mai accadere".
L'inclinazione verso il divertimento fuori dal campo e i problemi fisici agevolano l'eclissi dell'andaluso, che nel 2006 saluta il Depor e torna al Maiorca per provare a ritrovarsi. Nulla da fare: zero goal e secondo addio al club col quale era esploso.
Statistiche e realtà dei fatti giocano a sfavore di Tristan, ma il suo nome vanta ancora un peso notevole nel panorama continentale: ecco perchè nel 2007 Aldo Spinelli confeziona il colpo ad effetto, facendo sognare i tifosi del Livorno tesserando lo spagnolo. Un modo per non far sentire troppo la cessione dell'idolo di sempre Cristiano Lucarelli, passato allo Shakhtar Donetsk per 8 milioni. Fuori il 'Luca', dentro Ciccio Tavano e Tristan, un tandem sulla carta di tutto rispetto.
"Ho grande ammirazione per Lucarelli - le parole dell'andaluso in conferenza - ma non sono venuto per sostituire nessuno, sono arrivato solo per fare bene per il Livorno. Una squadra, una società che mi ricorda molto il mio Deportivo. Ora ho la possibilità di dimostrare di essere un bomber anche in un campionato difficile come quello italiano".
GettyPeccato che Diego non sia quello ammirato tra Maiorca e i primi anni di La Coruna e la Serie A sia tutt'altro che un campionato agevole: risultato? La miseria di un goal in 22 presenze, rifilato alla Roma in un pomeriggio che sembrava ridare speranze salvezza ai labronici.
"Sono molto felice per la rete e per questo momento in cui finalmente posso giocare con continuità. Il goal? Ho fatto una finta che è nel mio repertorio e che utilizzo spesso, poi la cosa più bella ed emozionante è stata il coro dello stadio in mio onore".
Un semplice fuoco di paglia, perché al termine del 2007/2008 il Livorno retrocede mestamente in Serie B con un ruolino di marcia da dimenticare e Tristan fa le valigie destinazione Londra, dove vive un'altra esperienza sottotono tra le fila del West Ham.
GettyL'ultimo atto di una carriera partita col botto e conclusa in maniera sbiadita si chiama Cadice, in seconda serie spagnola: a 34 anni, nell'estate del 2010, Tristan dice basta e si ritira.
Nel 2016 l'ex Pichichi tornerà in campo per un'amichevole tra vecchie stelle andaluse nella sua La Algaba, mostrandosi in netto sovrappeso: un frame che sintetizza il Tristan calciatore, un potenziale fuoriclasse incapace di alzare definitivamente l'asticella.


