Primi barlumi di normalità in Inghilterra: le società hanno approvato, all'unanimità, il ritorno agli allenamenti in gruppo con contatto in vista di una sempre più probabile ripartenza della Premier League, che potrebbe avvenire il prossimo 12 giugno.
Anche Troy Deeney, che in un primo momento si era rifiutato di allenarsi per non mettere a rischio la salute del figlio di cinque mesi nato prematuro e con problemi respiratori, tornerà a lavorare insieme ai compagni del Watford dopo aver ricevuto rassicurazioni in merito dal vice Chief Medical Officer del Governo inglese, Jonathan Van-Tam.
Ai microfoni di 'CNN Sport', il capitano degli 'Hornets' ha però rivelato di aver ricevuto minacce e insulti a causa del suo iniziale rifiuto: nel mirino degli haters proprio il figlioletto.
"In alcuni messaggi auguravano a mio figlio di contrarre il Coronavirus".
Parole incredibili che rispecchiano la paura di Deeney, ora parzialmente superata ma pur sempre latente e pronta a venire fuori nuovamente.
"Viviamo in un periodo in cui si parla di salute mentale e siamo spinti a discutere dei problemi che ci affliggono. Io e Danny Rose lo facciamo e veniamo massacrati. A questo punto è naturale che i calciatori pensino 'ok, meglio stare zitti e non dire nulla'".


