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Pierre-Emerick Aubameyang Arsenal 2021-22Getty Images

Il declino di Aubameyang: da star e capitano ai margini dell'Arsenal

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Da star a intoccabile, da intoccabile a capitano. Da capitano a epurato. Il rapporto tra Pierre-Emerick Aubameyang e l’Arsenal vive la fase più critica e decisiva. Una lenta parabola discendente dopo il crescendo dei primi anni. Una crisi probabilmente senza via d’uscita che porterà probabilmente ad una separazione. Nella maniera più inattesa, mentre il gabonese aveva al braccio la fascia di capitano, che ora gli è stata revocata.

Poco più di un anno fa, nel settembre 2020, in piena pandemia, i Gunners avevano convinto Auba a - detta nello slang - “sign da ting”, “firmare quella cosa”, intesa come il contratto. L’accordo precedente scadeva nell’estate 2021, si parlava di partenza a zero verso altri lidi. Il timore dell’Arsenal di rivivere lo scenario del 2017/18 con Alexis Sanchez, poi svenduto al Manchester United a gennaio in extremis.

Tutto cancellato da una firma, festeggiata come una vittoria. Aubameyang era stato simbolo e capitano, protagonista del successo in FA Cup che aveva rilanciato le ambizioni della squadra di Mikel Arteta. La fascia se l’era messa al braccio dopo che nell’autunno 2019 era stata tolta a GranitXhaka in seguito allo screzio con la tifoseria, con la maglia lanciata a terra al momento della sostituzione contro il Crystal Palace. Volontà di Unai Emery, ma soprattutto volontà della piazza, che in Auba - a Londra dal gennaio 2018 e già con una lunga serie di record realizzativi battuti - vedevano la nuova speranza.

Pierre-Emerick Aubameyang Arsenal 2021-22Getty Images

70 goal in due stagioni e mezzo, poi il tanto agognato rinnovo fino al 2023. E il crollo. Da lì, 22 reti soltanto in un anno e mezzo. Un calo drastico, una media quasi dimezzata. Le aspettative più alte, le critiche più feroci. Soprattutto quelle per gli errori sotto porta e un atteggiamento che molti hanno definito indolente.

Nella stagione in corso, il rendimento in PremierLeague è di 4 goal in 14 partite. Qualcosa, però, è cambiato. In un Arsenal che volava da settembre sulle ali dell’entusiasmo con il talento giovane di Saka e Smith-Rowe, Aubameyang era il punto di domanda. Il finalizzatore con un ruolo marginale. Che peraltro non riusciva più a finalizzare come prima. Clamoroso, ad esempio, un suo errore a porta vuota da due passi contro il Newcastle.

Ai soli 5 minuti di utilizzo con l’Everton è seguita la non convocazione con il Southampton, con successiva revoca della fascia di capitano, attualmente ancora senza un padrone in pianta stabile. Il motivo è disciplinare. Ha infranto il codice. E non sembra la prima volta in cui si creano situazioni di disagio o di tensione.

“Ci aspettiamo che tutti i giocatori, il capitano in particolare, lavorino rispettando gli standard che tutti abbiamo stabilito”, ha chiarito l’Arsenal in un comunicato ufficiale.

Peraltro, da quel momento in avanti i Gunners hanno sempre vinto tutte le partite che hanno giocato. Senza Aubameyang, che ancora non è stato reintegrato. Non sono chiare le intenzioni del club, ma con il mercato che incombe un addio è tutt’altro che impensabile.

Arteta, AubameyangGetty
“Non sono dittatoriale, chiedo solo una cosa: rispetto e dedizione alla causa - ha tuonato Arteta in conferenza stampa - Se e a questo livello non ci sono questi presupposti, allora faccio le valigie e vado da qualche altra parte. Mi aspetto questo da tutti coloro che lavorano dal club. Prima di tutto per me stesso. Per avere successo nel rappresentare un club così grande ci vuole passione”.

Un’altra bordata verso il 32enne, che tra 18 mesi vedrà scadere il suo contratto, ma la sensazione è che con l’Arsenal il termine del rapporto sia più prossimo. Vuoi per un calo di forma personale, vuoi per lo scarso rendimento della squadra nella scorsa stagione, Aubameyang non è più sembrato quello dei primi 30 mesi. Imboccando la fase calante. Perdendo anche il vizio del goal, a differenza di quanto era successo negli ultimi mesi col Borussia Dortmund, prima della rottura definitiva che ha portato alla cessone. In una situazione, comunque, ben opposta.

Da risorsa a capitano, da capitano a problema. Per ora, a giudicare da ciò che filtra dall’ambiente, forse risolto. Con i numeri di Saka e Smith-Rowe, la rinascita di Lacazette - peraltro amico e partner d’attacco storico del gabonese - e anche l’impatto del giovanissimo Charlie Patino, con goal all’esordio in EFL Cup. Aubameyang e l’Arsenal si lasceranno sicuramente a gennaio almeno per la Coppa d'Africa, in attesa del mercato, ma di sicuro non sono mai stati così lontani.

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