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Morgan De Sanctis GFXGoal

De Sanctis tra i pali: Scudetto alla Juve, al top con Udinese e Napoli

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Dalla Majella alla Champions, fino ad indossare giacca e cravatta a Trigoria. Morgan De Sanctis col pallone si costruisce un'autentica favola, fatta di sacrifici e giornate che gli svoltano la carriera.

"Fin da piccolo mi sono sentito attratto dai guantoni - racconta in un'intervista ai canali ufficiali della Roma - Ricordo come fosse ieri il primo giorno in cui mi sono messo in porta all’età di 6 anni. Mi sono messo i guantoni nel campo dei frati a due passi da casa, il centro della porta mi sembrò il centro del mio universo, ero nato lì in fondo. Tra i pali provai subito un senso di serenità e adeguatezza".

De Sanctis lascia Guardiagrele, un piccolo comune del chietino, diventa il custode della porta del Pescara Primavera e ha in Christian Vieri l'uomo da cui partire per spiccare il volo. Pescara-Venezia, 16 ottobre 1994, Morgan non è ancora maggiorenne e si ritrova titolare in B tra i pali biancazzurri per il contemporaneo forfait di Cusin e Spagnulo. Non si gioca nemmeno all'Adriatico bensì nel piccolo stadio di Francavilla al Mare, perchè a De Sanctis le cose banali non piacciono.

De Sanctis Vieri Pescara Venezia 1994YouTube

Rigore per il Venezia, sul dischetto si presenta Bobo e l'allora 17enne portierino del Pescara gli dice no. Un pomeriggio 'improvvisato' si rivela il pomeriggio dei sogni, 90 minuti che consegnano in pianta stabile le chiavi della porta abruzzese a De Sanctis.

"Quel giorno, sul campo neutro del San Camillo a Mare, il destino volle che parai un rigore al futuro attaccante della Nazionale: piedi a terra e cuore oltre l’ostacolo. La favola cominciava e io già capivo che per alimentare certi sogni non bisognava smarrire l’umiltà".

E' da qui che si sviluppa la sua carriera tra i pali, il cui primo prestigioso step si chiama Juventus: i bianconeri, vedendolo all'opera in cadetteria balzare da un angolo all'altro, a 20 anni decidono che è il momento di regalargli la chance della vita. Ciao Pescara, De Sanctis approda da Madama diventando il ventiduesimo dietro Angelo Peruzzi e Michelangelo Rampulla. Non proprio gente qualunque, per intenderci.

La prima stagione di De Sanctis ha del paradossale: zero presenze, ma Morgan vince una Supercoppa Italiana, sul petto gli viene cucito il tricolore e per poco - seppur da gregario - non alza la Champions '97/98 persa in finale dalla Juve ad Amsterdam contro il Real Madrid.

Il secondo anno con la Signora, a dispetto di una bacheca stavolta rimasta vuota, gli regala la gioia del debutto in bianconero: accade il 6 dicembre 1998, esattamente come avvenne nell'esordio assoluto a Francavilla: Peruzzi e Rampulla out e, in Juventus-Lazio, Marcello Lippi gli affida la porta. De Sanctis ha 21 anni e in quel '98/99 inanella altre 3 presenze (2 in campionato, una in Coppa Italia).

Dura imporsi alla Juve con quei colossi davanti, ecco perchè cambia bianconero: De Sanctis sposa il progetto dei Pozzo firmando per l'Udinese, dove in seguito ad un paio di annate da riserva esplode definitivamente ergendosi ad uno dei migliori portieri d'Italia. Già, l'Italia: in azzurro compie tutta la trafila giovanile (Europeo U21 vinto alle spalle di Abbiati) fino a collezionare gettoni con la Nazionale dei 'grandi', sia da secondo che terzo portiere, prendendo parte alla spedizione di Euro 2008 e 2012, della Confederations Cup 2009 e dei Mondiali 2010.

Morgan De Sanctis UdineseGettyMorgan De Sanctis UdineseGetty

In Friuli cinque stagioni di alto profilo, durante le quali - a suon di prodezze - nel 2004 diventa anche protagonista del caotico Udinese-Brescia sfociato in parapiglia.Gli exploit gli valgonouna nuova avventura, all'estero: nel 2007 lo vuole il Siviglia, fresco vincitore della Coppa UEFA. Morgan non sta nella pelle, ma dai friulani si separa nel modo meno immaginabile.

De Sanctis si avvale all'articolo 17 del Regolamento FIFA per lo Status e il Trasferimento dei Calciatori, grazie al quale un calciatore può rescindere prima della naturale scadenza del contratto in essere col proprio club a patto che: abbia più di 28 anni e ne abbia rispettati almeno due dell'accordo siglato; oppure ne abbia meno di 28 e ne abbia rispettati almeno tre. All'epoca, il portiere abruzzese di primavere ne aveva 30 ed era all'Udinese dal 1999.

Un addio tumultuoso dunque, di fronte al quale i Pozzo non rimane a guardare e - pur perdendo uno dei suoi pilastri - presentando ricorso al TAS vengono risarciti.

Morgan De Sanctis SevillaGettyde-sanctis-galatasaray

Le strade con De Sanctis così si separano: il numero uno vola in Andalusia, dove però fa il dodicesimo e non vive proprio ciò che si attendeva. Ecco spiegato il prestito al Galatasaray, una parentesi in cui l'abruzzese torna ad essere protagonista. Come? Sfruttando una dote chiamata carisma.

"Tante maglie per un luogo comune: il cuore dello spogliatoio, dove ho sempre cercato di entrare con rispetto nei confronti dei miei compagni, ricevendone altrettanto".

"In molti mi accreditano di essere un leader. Questa strana parola chiama in gioco tante forze. Ricordatevi sempre che un leader non è il più bullo, né quello che detta le regole. Essere leader significa anteporre gli interessi del gruppo ai propri, significa difendere un compagno in difficoltà e, più in generale, la squadra all’esterno quando le cose non vanno come dovrebbero".

A Siviglia gli spazi restano ridotti, Morgan rientra in Italia e sposa il progetto Napoli. Per lui inizia una sorta di carriera 2.0, perchè tra i pali azzurri diventa uno dei capisaldi della scalata al vertice del club di De Laurentiis. Quattro stagioni da titolare inamovibile sotto la deludente gestione-lampo Donadoni e nel ciclo felice di Walter Mazzarri, con tanto di record di imbattibilità, Coppa Italia alzata al cielo nel 2012 e il sogno Champions infranto agli ottavi dal Chelsea di Drogba, Terry e Lampard.

Didier Drogba Morgan De Sanctis Chelsea Napoli 2012Getty

Eppure, come ricordato dallo stesso De Sanctis a 'Il Centro', l'impatto con Napoli non si rivela proprio dei migliori.

"Inter-Napoli, stagione 2009. Ero appena arrivato e il presidente con il suo modo vulcanico manifestò malcontento rispetto alle prove mie e della squadra. Entrò nello spogliatoio di San Siro, stavamo perdendo. E cominciò a prendere di mira alcuni giocatori: 'Pierpaolo, che portiere mi hai preso?', chiese al dg Marino. Mai potevo immaginare che ce l’avesse con me".

"Non mi sentivo sotto accusa. Ero troppo sicuro delle mie qualità e della mia forza. Fu un episodio, dopodiché per quattro anni solo complimenti. E quando gli ho detto che andavo via, ha cercato di trattenermi. A Napoli ho lasciato un ottimo ricordo".

Se i guantoni al chiodo vengono appesi a 40 anni con la Ligue 1 vinta da dodicesimo al Monaco, il triennio 2013-2016 vissuto alla Roma gli apre le porte per un post-carriera da dirigente. De Sanctis - prima team manager, poi direttore sportivo, infine responsabile del settore giovanile - dal 2017 al 2022 si è seduto dietro la scrivania negli uffici della Lupa, difesa 84 volte da calciatore.

Poi l'addio dopo cinque anni, il 28 febbraio 2022:

"Ho ritenuto fosse giunto il momento di uscire dal Club, ma nel mio cuore la Roma occuperà sempre un posto speciale - ha affermato Morgan De Sanctis -. Ho vissuto visceralmente la Roma sin dalla prima stagione da calciatore giallorosso e oggi voglio ringraziare tutti coloro che hanno accompagnato il mio percorso in Società, dentro e fuori dal campo: rivolgo per questo un pensiero ai tifosi, alle proprietà, ai dirigenti, ai dipendenti, agli allenatori, agli staff tecnici e ai calciatori con cui ho avuto il privilegio di vivere questa esperienza”.

Una sorta di predestinato anche fuori dal campo, poichè durante gli anni da estremo difensore De Sanctis si contraddistingue per correttezza e si adopera in prima linea nelle vicende extra-campo: lo dimostrano i 13 anni da consigliere e vicepresidente dell'Associazione Italiana Calciatori (2004-2017), oltre al 'Pallone d'Argento' consegnatogli nel 2010 in quanto "portiere di valore e professionista impeccabile, attento ai problemi della categoria, apprezzato per il suo fair play in campo e bell’esempio in un calcio sempre più rissoso".

Morgan De Sanctis Roma Sports DirectorGetty

Un viaggio da Guardiagrele ai piani alti della Roma, passato per Pescara, la Torino bianconera, Udine, Siviglia, Istanbul, Napoli, Montecarlo, i pali giallorossi e le presenze con l'Italia: De Sanctis, di tempo per annoiarsi ne ha avuto poco.

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