Dopo una crisi nera col suo culmine a dicembre con le quattro sconfitte consecutive in Liga, l'Atletico Madrid si è rimesso in corsa per le zone altissime della classifica: se il titolo sembra ormai un affare limitato al solo Real Madrid, per la qualificazione in Champions è tutto aperto e la lotta con Barcellona, Siviglia e Betis è apertissima.
Nella massima competizione europea, peraltro, è arrivato un sofferto accesso ai quarti di finale, merito del blitz dell'Old Trafford firmato Renan Lodi: ottima prova anche per Rodrigo De Paul, finalmente a suo agio nei meccanismi della squadra allenata da Diego Simeone. Intervistato dai nostri microfoni, l'ex Udinese si è detto soddisfatto del momento attuale.
"L'Atletico Madrid è un club molto grande, la passione dei tanti tifosi è la cosa più bella. La verità è che sono molto contento di questi primi mesi passati qui".
"Quando le cose vanno bene, le virtù di ognuno vengono esaltate. Quando invece vanno male, tutto appare negativo. Personalmente sono sempre stato chiaro a riguardo. La squadra ha le idee chiare e io mi sento meglio, ho sempre saputo che dipende tutto da me. C'erano due possibilità: unirsi o dividersi. Il gruppo si è unito".
Le critiche al 'Cholo' non stanno né in cielo né in terra secondo De Paul.
"Dubitare di Simeone è da pazzi. È uno dei migliori allenatori al mondo, ha le idee molto chiare. Le responsabilità sono di tutti sia nel bene che nel male. Simeone è il leader della squadra, il capitano della nave su cui siamo tutti imbarcati. Crediamo molto in quello che dice, anche e soprattutto per il modo in cui lo trasmette".
Argentina inserita nel gruppo C con Messico, Polonia e Arabia Saudita ai Mondiali in Qatar.
"In un Mondiale ci sono i migliori, il girone è difficile. Affronteremo tre squadre con tre stili diversi, dovremo adattarci di continuo. C'è tanta emozione, dopo il 2018 le cose sono andate bene con Scaloni: abbiamo vinto una Copa America, 31 partite senza sconfitte. L'illusione è moderata, le pretendenti al titolo saranno 7-8, ma siamo speranzosi, sapendo che solo una squadra vincerà".
Quelli in programma a fine anno potrebbero essere gli ultimi Mondiali di Lionel Messi.
"Messi non deve dimostrare altro, ha già fatto il necessario per essere al top. Non conosco bene le dinamiche parigine, ma posso raccontare ciò che vedo in nazionale: lì è felice, noi come squadra lo seguiamo. Sicuramente ci darà molti consigli, sarà il suo quinto Mondiale e l'esperienza in questi casi conta molto: vedremo se sarà anche l'ultimo, sarà lui a decidere. Potrà davvero continuare a giocare finché vorrà perché è di un altro livello, la sua testa lavora più velocemente di qualsiasi essere umano. Cercheremo tutti di fargli godere questo Mondiale e, se dovessimo arrivare fino alla fine, ancor meglio".
Nessuna promessa, per ora, in caso di trionfo dell'Argentina.
"Farei un sacco di cose pazze, ma preferisco non dirle. Noi come giocatori dobbiamo far capire alla gente che vincere un Mondiale non è facile. Ci saranno squadre molto forti. Farei un errore se iniziassi qui a parlare di promesse su cosa farò se diventassi campione. Sì, non vediamo l'ora, daremo tutto per raggiungere l'obiettivo, ma dobbiamo essere cauti, pensare ad un passo alla volta".


