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Mainz collageGetty Images

Dalle rovine al quarto posto in Bundesliga: il pazzo 2021 del Mainz

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Nel dicembre del 2020, in fondo alla classifica della Bundesliga non c’era soltanto il derelitto Schalke 04. Gli faceva compagnia il Mainz, reduce dalla peggior partenza nella storia del campionato tedesco a girone unico con 6 sconfitte nelle prime 6 giornate. Era stato un inizio da incubo, sia in campo che fuori, con uno sciopero dei giocatori dopo la decisione della dirigenza di mettere fuori squadra Adam Szalai, uno degli uomini più rappresentativi e apprezzati nello spogliatoio. Un episodio che era costato l’esonero ad Achim Beierlorzer.

Dopo tre mesi di instabilità, le cose sono cambiate. E nove mesi dopo quella pessima partenza, il Mainz oggi è la quinta miglior squadra della Bundesliga dell’anno solare 2021 ed occupa il quarto posto in classifica nella stagione in corso.

Da una partenza con 6 punti in 14 partite a una con 9 punti in 4 partite il passo non è breve. Affatto. E nemmeno per il Mainz lo è stato. La svolta è arrivata verso la fine dello scorso dicembre, quando nella città della Renania-Palatinato sono tornati dietro la scrivania due degli uomini che hanno scritto la storia del club: Christian Heidel, attuale CEO della parte sportiva, era già stato direttore sportivo dal 1992 al 2016. Martin Schmidt, attuale DS, è stato allenatore della seconda squadra dal 2010 al 2015 e poi della prima squadra nel biennio successivo, portandola fino all’Europa League.

La svolta è stata immediata. Dopo l’interregno di Lichte e di Siewert, in panchina è stato scelto Bo Svensson, un altro pezzo di storia del Mainz: giocatore dal 2007 al 2014, allenatore nelle giovanili fino al 2019. Il danese era sulla panchina del Liefering, la seconda squadra del Salisburgo, allenava solo nella seconda serie austriaca.

Bo Svensson Mainz 05 2021Getty Images

In molti hanno storto il naso. Invece a Mainz ci avevano visto giusto. In effetti non c’è da stupirsi, pensando che Heidel è stato anche l’uomo che negli anni ‘90 ha offerto la panchina a Wolfgang Frank, l’allenatore che insieme a Rangnick ha cambiato il modo di vedere il calcio in Germania, abolendo la figura (quasi istituzionale) del libero.

Su quella panchina, sempre per volontà di Heidel, si sono seduti anche JürgenKlopp - giocatore dal 1990 al 2001, poi allenatore fino al 2008 - e a ThomasTuchel - alla guida del club dal 2009 al 2014 - la sorpresa sulle doti di Svensson dovrebbe essere solo relativa.

La scorsa salvezza è stata raggiunta con 6 punti di vantaggio sulla zona retrocessione. 33 punti in 20 partite, una media punti da piena zona Europa. Se aggiungiamo anche i 9 raccolti quest’anno, il totale fa 42. Soltanto Eintracht Francoforte, Wolfsburg, Borussia Dortmund e Bayern Monaco hanno fatto meglio in quest’arco di tempo.

1. FSV Mainz 05 Bundesliga VfL WolfsburgGetty Images

Il Lipsia, per dirne una, è dietro. Proprio quel Lipsia con cui il Mainz ha vinto la prima partite dell’anno, 3-2 con doppietta di Niakhaté, difensore e capitano. Lo stesso Lipsia che il Mainz ha battuto anche all’inizio di questa stagione, nella prima giornata: 1-0, stesso marcatore. Con un dettaglio: più di mezza rosa in quarantena fiduciaria dopo un tampone positivo nel gruppo squadra.

Non è una squadra che sforna talenti - anche se si segnalano il centrocampista Barreiro e l’attaccante Burkardt, entrambi classe 2000 - e nemmeno piena di stelle. Semplicemente (ma forse non così tanto) è una squadra che sa fare le scelte giuste. Si ritrova al quarto posto solitario, dietro soltanto a Wolfsburg, Bayern e Dortmund, cosciente di essere oltre la propria dimensione, al di sopra delle proprie possibilità.

A Mainz però sanno realizzare i sogni. Chiedete a Klopp, che ha definito “la più grande impresa” la promozione del 2004 dopo due cocenti delusioni negli anni precedenti, con il salto di categoria già in pugno sfumato all’ultima giornata. Oppure chiedete a Tuchel, che ha centrato un quinto posto nel 2011, miglior risultato di sempre nella storia del club. Ora è il momento di Bo Svensson. Mainz sogna con lui.

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