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Dall'accordo col Porto al problema ai denti: Cissokho-Milan, storia di un matrimonio impossibile

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Di trattative saltate proprio sul più bello e nei modi più disparati il calciomercato ne è pieno, un'autentica collezione di contratti stracciati quando il lieto fine era pronto ad irrompere per rendere felici le parti in causa: ma, si sa, per concludere un'operazione serve che i due club in questione siano d'accordo, oltre ovviamente al giocatore protagonista del trasferimento. Nel caso del mancato approdo in Italia di Aly Cissokho, il motivo è da ricercare nell'intesa economica non raggiunta tra il Porto, sua squadra dell'epoca, e il Milan, la società acquirente: una fumata nera 'mascherata' da un intoppo riscontrato al momento delle visite mediche, come vedremo più avanti.

E' dunque bene fare ordine e contestualizzare il tutto: siamo nel giugno 2009 e il Milan ha appena tagliato i ponti con Carlo Ancelotti, leggendario condottiero che ha accettato la corte del Chelsea di Roman Abramovich per scrivere un'altra storia vincente dopo gli otto anni trascorsi in rossonero tra un trofeo e l'altro; il sostituto scelto dal presidente Silvio Berlusconi è quel Leonardo che, qualche stagione prima, ha deliziato il palato dei tifosi con giocate d'alta scuola sul terreno di gioco.

Il brasiliano è alla prima esperienza da allenatore e, sebbene la squadra possa contare su campioni del calibro di Ronaldinho, più di un intervento sul mercato è consigliabile: il Milan ha da poco perso il capitano Paolo Maldini, ritiratosi a quasi 41 anni, e soprattutto Kaká, ceduto al Real Madrid per poco più di 67 milioni di euro.

Gli obiettivi per puntellare la rosa sono essenzialmente due: un terzino di spinta e un attaccante prolifico, quest'ultimo individuato in Edin Dzeko del Wolfsburg. Il profilo scelto per rinforzare la fascia sinistra è invece un 21enne di belle speranze, reduce da sei mesi eccezionali al Porto con cui ha conquistato la Primeira Liga e la Coppa di Portogallo: Aly Cissokho viene valutato 15 milioni dai Dragões, storicamente una bottega abbastanza cara per chiunque si affacci alla scrivania di Pinto da Costa, cifra che almeno inizialmente sembra andare bene al Milan.

Cissokho Rooney Manchester United Porto

I negoziati sono brevi, complice la voglia del 'Diavolo' di colmare al più presto la lacuna sulla corsia mancina, e un comunicato emesso dal Porto il 14 giugno 2009 consegna alla trattativa i crismi dell'ufficialità.

"Futebol Clube do Porto informa di aver raggiunto un principio di accordo con il Milan per la cessione definitiva dei diritti alle prestazioni sportive del giocatore Aly Cissokho al prezzo di 15 milioni di euro. Si informa inoltre che l'accordo relativo a tale cessione sarà formalizzato non appena l'atleta completerà gli esami clinici a cui si sottoporrà, con il consenso del Futebol Clube do Porto".

La nota del club portoghese è la luce verde per Cissokho, che vola in Italia per sostenere il classico iter fatto di visite mediche e firma, propedeutico all'agognato annuncio ufficiale che però non avverrà mai. Sì, perché è dopo i consueti controlli medici svolti il 17 giugno che la trattativa per il passaggio del francese al Milan assume i contorni di un romanzo giallo: Cissokho supera brillantemente le visite, ma il colpo di scena è in agguato.

Anche l'ultimo step del nero dell'inchiostro sul bianco del contratto è andato a buon fine e per l'ufficialità è questione di momenti: non per il Milan, i cui dubbi finiscono per ripercuotersi sullo stato d'animo di Cissokho che, disperato, si chiude in una stanza in attesa di notizie confortanti. Il terzino non capisce, non si spiega questo improvviso cambio di rotta: d'altronde le visite hanno avuto successo e un dietrofront, a questo punto, sarebbe una beffa difficile da accettare per il prosieguo di una carriera in fase di definitivo decollo.

A giustificare le paure di Cissokho sono le voci su un presunto problema fisico emerso durante gli esami, fatte circolare con una sospetta insistenza: a frenare il Milan sarebbe una malformazione ai denti con ripercussioni sulla postura e possibili conseguenze di natura ossea e muscolare, il che agirebbe da mannaia su una trattativa di fatto conclusa.

La stabilità psichica di Cissokho è dunque messa a dura prova dallo spettro della fumata nera, un epilogo del tutto inatteso per lui, spiazzato da questa malformazione ai denti che non riesce ad accettare: a rompere il silenzio è l'amministratore delegato rossonero Adriano Galliani, le cui parole (riportate da 'La Gazzetta dello Sport') sono la conferma di quelle crepe in un primo istante soltanto accennate.

"Abbiamo proposto al Porto di prenderlo in prestito con diritto di riscatto. Lo teniamo qui un anno, lo curiamo, e poi vediamo. Il Porto ha accettato l'idea e anche il fatto che il costo finale dell'operazione sia lo stesso di quello che avevamo già concordato (15 milioni di euro, ndr). Ma al momento c'è troppa differenza tra noi e loro per quanto deve essere il costo del prestito e poi il riscatto".

Una differenza che si rivelerà insormontabile e porterà Galliani ad esporsi, stavolta con altri argomenti: il sogno Milan, per Cissokho, si è ufficialmente spezzato.

"Purtroppo la richiesta del Porto per il prestito è troppo elevata. Il trasferimento di Aly Cissokho è saltato".

Anche il Porto, il 18 giugno, rilascia un nuovo comunicato che di fatto smentisce in toto quello pubblicato soltanto quattro giorni prima.

"Futebol Clube do Porto, a seguito dell'annuncio fatto il 14 giugno, informa che il principio d'accordo raggiunto col Milan per la cessione a titolo definitivo di Aly Cissokho è da considerarsi nullo, in quanto il giocatore non ha soddisfatto i requisiti richiesti dallo staff medico del Milan".

PS Cissokho

Il più imprevedibile degli esiti che irrita e non poco il Porto, per nulla convinto dalla motivazione presentata dal Milan: il sospetto è che si sia trattato di una mossa atta a strappare una condizione economica più vantaggiosa, coincidente con il pensiero di Cissokho, il più esterrefatto da questa incredibile vicenda. In un'intervista concessa al sito dell'UEFA qualche settimana dopo il suo trasferimento al Lione, il giocatore respinge con forza la tesi del problema odontoiatrico.

"Non ho mai avuto un problema ai denti. I due club hanno ridiscusso l'accordo e sono sorte delle incongruenze tra domanda e offerta che hanno fatto saltare il trasferimento. Nulla è dipeso da me, poiché tutto è stato condotto in mia assenza".

Il Milan finisce per rinunciare anche a Dzeko e per Cissokho il ritorno in patria si rivela più che positivo: col Lione raggiunge addirittura la semifinale di Champions League nella stagione 2019/2010, quella portata a casa dall'Inter nella finalissima contro il Bayern Monaco, giustiziere dei transalpini. Una piccola rivincita nei confronti del Milan che, al contrario, vede terminare la propria corsa nell'Europa dei grandi agli ottavi di finale per mano del Manchester United di Sir Alex Ferguson e Wayne Rooney.

I colori rossoneri e Cissokho verranno nuovamente accostati nell'agosto 2012, pochi giorni prima del trasferimento in Spagna al Valencia: a spegnere sul nascere i rumours di mercato è il fratello ai microfoni di 'France Football', con parole di risentimento nei confronti del club lombardo.

"Noi non potremmo ricambiare un interessamento del Milan. Nel 2009 era tutto fatto e si inventarono un problema ai denti pur di annullare il trasferimento. Il nome della mia famiglia si terrà sempre ben lontano da quella società".

Cissokho Liverpool

Purtroppo per Cissokho, i buoni propositi per una carriera ad alti livelli scemano alla distanza col passare degli anni: sfortunate le esperienze al Liverpool e all'Aston Villa da dove, nel settembre 2014, non manca di ribadire il senso di frustratezza per quella trattativa che avrebbe potuto cambiargli la vita.

"Il Milan provò a cambiare le carte in tavola con il Porto e riteneva che avessi un problema ai denti: questa era solo una scusa, svolsi le visite mediche in due ore e senza alcun intoppo. Firmai anche il contratto, il Milan doveva soltanto inviare il denaro al presidente del Porto".

Andrà male anche un fugace ritorno al Porto in prestito, prima del fallimento turco targato Antalyaspor, dove scivola fuori rosa per una partita a causa della presunta incapacità di adeguarsi alla squadra e allo scarso livello delle prestazioni. Oggi, a 35 anni, Cissokho gioca in Thailandia per il Lamphun Warrior, dopo aver tentato di ritrovarsi nella sua Blois, cittadina francese di oltre 40mila abitanti: nonostante siano passati 12 anni, il dispiacere per non aver avuto la propria chance in Italia è ancora grande, alla pari del senso di ingiustizia per un sogno che gli è stato sottratto troppo velocemente.

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