D'Agostino GFXGetty GOAL

D'Agostino e l'incredibile estate 2009 tra Real Madrid, Juventus e Napoli

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Nel calcio, proprio come nella vita, alcuni treni passano una volta sola. Nell'estate del 2009, in realtà, di treni per Gaetano D'Agostino ne passarono ben tre in poche settimane ma l'allora regista dell'Udinese non riuscì a prenderne neppure uno. Un rimpianto che ancora oggi è molto difficile nascondere.

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D'Agostino allora è reduce dalla migliore stagione della sua fin lì onesta carriera spesa tra Roma, Bari, Messina e Udine appunto. 11 goal in 36 presenze risvegliano l'interesse delle big ed il regista sembra pronto al grande salto. Sembra, appunto.

NIENTE VACANZE ASPETTANDO LA JUVE

La prima a bussare con insistenza alle porte dell'Udinese è la Juventus. La Vecchia Signora cerca un giocatore con le sue caratteristiche e viste le difficoltà nell'arrivare a Xabi Alonso dirotta sul profilo italiano. L'accordo pare imminente, da un bianconero all'altro. Tanto che D'Agostino non parte neppure per le vacanze in attesa di apporre la sua firma.

Qualcosa però non va per il verso giusto ed alla fine la Juventus sceglie Felipe Melo versando ben 25 milioni di euro nelle casse della Fiorentina. Una scelta che, col senno del poi, non si rivelerà vincente. Anzi. E che il diretto interessato qualche tempo fa raccontava così a 'gianlucadimarzio.com'.

"Oltre ai soldi, l'Udinese voleva anche Giovinco e De Ceglie. Ci rimasi molto male, tutt'ora sono convinto che se ci fosse stato Marotta io sarei andato a Torino, ma all'epoca c'era Secco. Fu un duro colpo, ormai il mio trasferimento era diventato il tormentone dell'estate, non andai neanche in vacanza. Ero a Lignano Sabbiadoro, avrei potuto firmare ogni giorno e avevo sempre il telefono in mano, poi saltò tutto e la Juve prese Felipe Melo a 25 milioni. Uno che col mio ruolo non c'entrava nulla. Se avessero preso Pirlo ok, anche Xabi Alonso. Ma Melo, boh. Non capisco. Xabi invece sì, infatti andò al Real al posto mio...".

LA TELEFONATA DI BRONZETTI E IL SOGNO REAL

Nella stessa estate infatti il nome di D'Agostino finisce pure sulla prima pagina di 'Marca':

"Può arrivare nelle prossime ore. Viste le complicazioni per gli acquisti di Xabi Alonso e De Rossi il giocatore dell'Udinese è ora il gran favorito", scrive in quei giorni roventi il quotidiano sempre ben informato sui fatti della casa blanca.

A chiamare D'Agostino è Ernesto Bronzetti, noto mediatore sul mercato italiano per conto del Real Madrid. Una telefonata che spiazza completamente il centrocampista, peraltro ancora scosso dopo il mancato trasferimento alla Juventus.

"Ricordo che stavo giocando alla play e non ci stavo con la testa, l'ipotesi Juve era appena sfumata. Sigaretta in bocca, joystick in mano, vidi un numero strano e risposi. Mi disse chi era, che cosa vuole propormi. Pensai a uno scherzo e riattaccai subito. Mi richiamò dopo un minuto, era proprio lui! Buttai il joystick, la sigaretta mi cascò sulla maglietta e ne accesi subito un'altra, avevo un'ansia tremenda. Poi all'improvviso mi chiese se fossi sposato, io gli risposi di si. Lui replicò dicendomi che era una buona cosa, Madrid era una città tentatrice. In quel momento pensai nuovamente ad uno scherzo, ma durò un secondo...".

Insomma è tutto vero, tutto pronto: l'aereo sulla pista di decollo, un contratto da 2 milioni di euro a salire.

"Bronzetti mi disse di aspettare perché in serata sarebbero venuti a prendermi a casa, era sicuro che avrei firmato col Real. Allora riattaccai e chiamai mia moglie, non ci stavo capendo più nulla. Da lì in poi, non so più niente. Plusvalenza, giocatori in cambio. Sono circolate mille storie, ma tutt'oggi non so ancora com'è andata".

IL RIMPIANTO DEL NO AL NAPOLI

L'unica certezza è che alla fine sfuma anche il trasferimento in Spagna ed a D'Agostino resta un altro grande rimpianto chiamato Napoli. Gli azzurri infatti fanno sul serio ma stavolta a dire no è proprio il giocatore, ammaliato dalle sirene di Juve e Real.

"Era tutto fatto, mancava soltanto il mio sì, purtroppo finì in mezzo alle due trattative e rifiutai. Resta il rimpianto più grande della mia carriera".

D'Agostino quindi rimane all'Udinese ma l'estate delle grande illusioni pesa nella testa e soprattutto nelle gambe di quello che da molti viene ritenuto allora il perfetto vice-Pirlo anche in Nazionale.

"Non c'ero mentalmente, segnai giusto un goal. Feci tre partite alla grande e a febbraio mi ruppi il ginocchio, non entrai neanche nei 30 convocati per il Mondiale in Sud Africa. E fu un trauma, perché sono sempre stato orgoglioso di vestire la maglia della Nazionale. Ecco, è lì che mi sono sentito davvero un calciatore, uno dei 23 più forti d'Italia, il vice-Pirlo della Serie A.Ho imparato tantissimo, ho collezionato 6 presenze e poi più nulla, sono uscito dal giro causa infortuni".

La carriera da calciatore di D'Agostino continuerà poi tra Fiorentina, Siena e Pescara prima degli ultimi anni nelle serie minori con Fidelis Andria, Benevento e Lupa Roma. Oggi invece D'Agostino fa l'allenatore, attualmente senza panchina dopo l'esonero da parte della Vibonese. Ma quell'estate 2009...

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