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Cristiano Ronaldo Brentford Manchester UnitedGetty

Cristiano Ronaldo non cambia le cose: il Manchester United crolla 4-0 col Brentford

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Gli striscioni "Glazers out" neanche si contano al Brentford Community Stadium: esposti prima, durante e dopo l'ennesima pagina nerissima della storia recente del ManchesterUnited.

Inquadrato dalle telecamere, un rappresentante della proprietà dei Red Devils, sudato e visibilmente in difficoltà, osserva l'impietosa fine di una delle squadre più importanti al mondo, surclassata da un Brentford che nelle ultime due stagioni ha dimostrato sì di essere un'ottima realtà, ma non di poter andare in scioltezza sul 4-0 dopo poco più di mezz'ora.

Perché questo è successo: e al contropiede lanciato da Toney e finalizzato da Mbuemo è apparso tutto molto più chiaro di quanto fosse già: il Manchester United, quello che tutti ricordano, è lontano anni luce dal presente.

Perché salvo una piccola parentesi con José Mourinho, che ha provato a ridar prestigio con il successo in Europa League nel 2017, da Sir Alex Ferguson in poi praticamente nulla ha salvato i Red Devils.

Neanche Cristiano Ronaldo, chiamato a gran voce dai tifosi dopo l'esordio contro il Brighton e la scelta di Erik ten Hag di farlo partire dalla panchina: schierato contro il Brentford da titolare, il portoghese è finito nel tritacarne generale.

Anonimi, se non fosse per le divise verdi fluorescenti, i Red Devils non sono praticamente mai stati in campo: e se anche Christian Eriksen sbaglia uno dei palloni più facili della sua carriera propiziando il vantaggio dei padroni di casa, capisci che non è giornata.

Per gli uomini di Thomas Frank, comunque, grande e giustificata festa condotta da Dasilva, Jensen, Mee e come detto da Mbuemo.

Per il Manchester United, invece, 2 sconfitte consecutive, un solo goal in 2 partite e soprattutto 6 reti al passivo: il nuovo corso di ten Hag inizia malissimo, alla vigilia di quello che sembra profilarsi come un cambio societario epocale. E, in Inghilterra sperano, definitivo.

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